Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.

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Offline tatamitris

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #120 on: December 19, 2012, 14:35:58 pm »
0

cut


Se le arti marziali non hanno un “corpus” definito, le arti marziali non esistono.

Dire una cosa del genere significa che entrare in una palestra di judo o entrare in una palestra di aerobica o di scherma è la stessa cosa, fino a quando non mi metto a praticare, perché quello che contiene quella palestra può spaziare dal tutto al niente, in funzione di ciò che pensa l’istruttore o il gestore oppure io stesso che prima entro e poi perseguo i miei obiettivi.

Si dice che il forum non serve e che ognuno rimane della sua idea, però è utile a volte a capire dinamiche che servono a loro volta a spiegare l’esistenza di certe palestre e di certi istruttori, maestri, federazioni ecc.

In quanto all’integralismo credo che spesso venga usato strumentalmente per bollare qualcuno senza che sia ben chiaro a chi lo usa cosa significhi, come altri termini come talebano o fascista, non ci si rende ben conto di cosa significhino questi termini e si usano a sproposito.

Personalmente di ciò che pensa la gente non mi tange, mi tange a volte quando apre bocca o fa, allora posso interpretare dalle parole o dall'azione umana che il soggetto è questo o quello. Se non mi da fastidio non mi spreco in definizioni anche perché la sua mente non la conosco.
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Offline tatamitris

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #121 on: December 19, 2012, 14:52:23 pm »
-3

Ecco, ad esempio,  andando a par4lare di judo sarai d'accordo che la categorizzazione fatta da Kano per i nagewaza sia, diciamo, perfettibile dal punto di vista didattico ( tant'è che la metodologia di Kawaishi è decisamente più funzionale ? ).
O che il concetto di Kozushi sia, se affrontato con metodo, perfettibile ?
Cercare di migliorare dette metodologie impoverirebbe quello che Kano ha creato ? Io credo proprio di no, purchè certe cose siano fatte consciamente.

Personalmente ritengo la classificazione degli squilibri "una boiata", ma sono nel judo e se insegno judo quello devo insegnare.
Posso fare una cosa se faccio il maestro di judo, dire, ragazzi io vi risparmio questa classificazione, vi insegna la mia PERSONALE interpretazione di squilibrio, ma sappiate che NON E' judo, ma farina del mio sacco, la volete allenare fatelo, chi vorrà fare judo farà così e chi vorrà fare altro farà cosà. Certo ad un certo punto avrò difficoltà a portare avanti il mio lavoro se i metodi continuano a collidere e dovrò fare una scelta: judo o ...
Oggi esiste un movimento di agonisti che concepiscono il judo come preparazione alle gare di judo, io propongo di cambiare il nome e di praticare questa attività con un nome che gli dia una visibilità diversa, propria, una cosa come MMA, Fighting- proiezioni ecc.
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Offline Davide.c

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #122 on: December 20, 2012, 23:49:36 pm »
0
Applausi per Xjej!!!
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- Karateka libero
- Lupo Rognoso della compagnia dello scarafaggio

"Strength is born in the deep silence of long-suffering hearts; not amid joy." - Sir Arthur Helps

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Ferretti Enrico

Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #123 on: September 29, 2013, 18:24:39 pm »
-4
Butto là un'idea.. un pourparler...   :D


“La teoria dello schema, presentata nel 1975 da Richard A. Schmidt si compone di due elementi fondamentali: il programma motorio generalizzato e lo schema motorio. Il programma motorio generalizzato è visto come una rappresentazione mnemonica di una classe di azioni, cioè di un gruppo di risposte che posseggono le stesse caratteristiche strutturali generali. E’ un’elaborazione del concetto, già utilizzato da diversi autori, di programma motorio, considerato come una struttura astratta in memoria che precede l’azione e contiene i patterns di contrazioni e decontrazioni muscolari che definiscono il movimento (Adams 1987); per definizione, il programma motorio per avviare il movimento non ha bisogno del feedback prodotto dalla risposta, …..”

Le forme delle Arti Marziali costituiscono lo strumento per creare il programma motorio generalizzato, la struttura astratta del movimento che abbiamo  in memoria e che non ha bisogno di feedback

“Schmidt (1975; 1982) elabora e arricchisce il concetto di programma motorio introducendo quello di programma motorio generalizzato, per risolvere il problema dell’immagazzinamento di quantità enormi di informazione, che si presenterebbe postulando uno specifico programma per ogni azione, e per spiegare la possibilità di realizzare movimenti mai eseguiti prima.
Il programma motorio generalizzato possiede dunque delle caratteristiche invarianti, che restando uguali da una risposta all’altra determinano gli elementi essenziali della classe di azioni sotto il controllo del programma e definiscono la forma base del movimento. …..”

Le forme aiutano dunque a realizzare movimenti mai fatti prima (vanno dunque introdotte ALL'INIZIO DELLA PRATICA MARZIALE!!) fornendo le caratteristiche che non variano e che definiscono la forma BASE del movimento (programma motorio generalizzato).

“Sono le particolari caratteristiche invarianti che definiscono un programma motorio generalizzato, relativo cioè a tutta una categoria di movimenti con una certa identità di struttura e una rassomiglianza globale. Secondo Shapiro e Schmidt (1982) esse sono i fattori che consentono di individuare i movimenti appartenenti alla stessa classe....”

La presenza di caratteristiche che NON VARIANO nella forma servono quindi a definire il programma motorio generalizzato che si userà per tutti i movimenti della stessa natura.

“Uno stesso programma motorio deve però essere adattato alle richieste specifiche di una situazione e le necessarie variazioni nei movimenti appartenenti alla stessa classe vengono prodotte cambiando alcuni parametri.
Queste specificazioni di risposta modificano l’esistente programma motorio immagazzinato per adattarlo alla concreta situazione; ciò che cambia non sono le caratteristiche invarianti, ma le caratteristiche di superficie della risposta (Shapiro e Schmidt 1982). I principali parametri evidenziati sono la durata complessiva, la forza complessiva e la selezione dei muscoli specifici...”

Nelle situazioni specifiche (uso reale) il programma motorio dovrà essere adattato e modificato, ma questo non richiede di mutare le caratteristiche invarianti ma solo le caratteristiche di superficie del movimento (velocità, forza, coordinazione specifici per la situazione data)

“Se il programma generalizzato fornisce le caratteristiche invarianti del gesto desiderato, sarà compito dello schema selezionare i parametri specifici della risposta per adattare il movimento alle richieste situazionali.....”

Lo schema (programma specifico) è sviluppato dagli altri elementi che costituiscono la pratica (esercizi a vuoto, esercizi a coppia, esercizi su attrezzi e colpitori, sparring,  ecc.) che quindi DEVONO lavorare insieme alle forme (programma generalizzato)
….
“I programmi motori generalizzati sono dunque il punto di partenza per lo sviluppo di schemi motori basati sulle regolazioni del feedback. ….”

I programmi generalizzati (forme) sono dunque il punto di PARTENZA per schemi motori basati sulle regolazioni del feedback (tecniche applicate nel contesto reale). O per dirla in un altro modo:
La forma (programma generalizzato, senza nessun feedback) fornisce le caratteristiche che non mutano del movimento, sono il punto di partenza per lo sviluppo di schemi motori (tecniche, combinazioni, ecc.) basati sulle regolazioni del feedback


“Nella fase iniziale dell’apprendimento di un gesto è importante che il soggetto comprenda il compito che si appresta ad eseguire e acquisisca un’idea, un’immagine mentale del gesto, per poter costruire un primo riferimento di correttezza, sempre più accurato al progredire della pratica; questo modello viene utilizzato come guida per l’esecuzione e come riferimento per la rilevazione e correzione dell’errore.
Diversi autori (Frester 1984; Gentile 1972; Starosta 1987; Taylor 1981; Martin 1989) hanno sottolineato l’importante funzione dell’immagine mentale: nell’apprendimento essa costituisce, come programma dell’esecuzione motoria, un modello su cui «aggiustare» il movimento, con funzione allenante, poiché in grado di determinare un apprendimento più rapido; nel controllo del gesto, consente di anticipare nei dettagli l’immagine ideale dell’azione ed è elemento essenziale per la guida e la correzione del movimento durante l’esecuzione. ….”

Le forme aiutano la creazione dell'immagine mentale del gesto, contribuendo ad “aggiustare” il movimento ed hanno funzione allenante poiché in grado di determinare un apprendimento più rapido. Con riguardo al controllo del gesto le forme anticipano l'immagine ideale dell'azione e sono elemento essenziale per la guida e la correzione del movimento durante l'esecuzione

“Nell’apprendimento motorio le percezioni cinestetiche giocano un ruolo rilevante. Soprattutto nelle fasi iniziali dell’apprendimento esiste spesso il problema di far «sentire» il movimento, ...”

Le forme sono strumento d'elezione per lo sviluppo delle percezioni cinestetiche che nelle FASI INIZIALI dell'apprendimento sono essenziali per l'apprendimento motorio
….

“L’immagine motoria può essere considerata come quella rappresentazione mentale del movimento che ognuno si crea, più o meno inconsciamente, nel momento in cui intende realizzare un gesto. Secondo Piaget l’immagine motoria corrisponde ad “una imitazione interiore, una copia attiva di qualcosa che è già stata sperimentata” [Piaget, 1967]; questo fa dedurre che nella costruzione dell’immagine sono inclusi tutti gli
elementi (engrammi motori) che concorrono a formare il gesto richiesto, secondo la loro successione logica
e spazio-temporale. …“

Le forme sono assolutamente utili per creare, sviluppare e fissare l'immagine motoria del movimento

“Gli engrammi sono “i programmi motori memorizzati nel nostro cervello [...] Ogni engramma è relativo ad una determinata abilità
motoria appresa. Un engramma è una traccia permanente impressa da uno stimolo (ad esempio quando impariamo ad andare in
bici o quando apprendimento il colpo di dritto nel tennis) nel protoplasma (la parte interna) delle cellule. Con uno specifico stimolo, …”

La ripetizione delle forme serve a fissare negli engrammi lo schema motorio generalizzato della disciplina

 “Informazioni di ritorno. L’apprendimento di un’abilità motoria è largamente influenzato dalla disponibilità di un feedback, che informa colui che apprende circa il successo della propria risposta. Il feedback è infatti usato nelle prime fasi dell’apprendimento per originare o modificare ogni successivo pattern di movimento, mentre in seguito permette il confronto tra il movimento eseguito e il riferimento corretto. ….”

Da questo deriva che le forme da sole non bastano, esse fissano solo lo schema di movimento generale, ma occorre integrarle con tutta una serie di esercizi ed allenamenti che forniscano dei feedback specifici per l'utilizzo del movimento nelle situazioni richieste (esercizi a coppia, uso di strumenti, sacchi, colpitori, sparring, ecc..).

“… Nell’apprendimento di nuove abilità il primo stadio è rappresentato dalla costruzione di uno schema-guida mentale del gesto, ossia dalla rappresentazione di ciò che dovrà essere effettuato, e dal relativo programma motorio, costituito dall’insieme di ordini successivi che scandiscono e dirigono le diverse componenti del movimento. …”

Nell'apprendimento di nuove abilità il PRIMO STADIO è rappresentato dall'uso delle forme per fornire lo schema-guida mentale del gesto e del relativo programma motorio

“Per quello che concerne l’evoluzione dell’apprendimento motorio si può prendere in considerazione i tre stadi
individuati da Kurt Meinel:

1. Fase della coordinazione grezza:L’esecuzione motoria, in ogni caso, presenta rilevanti difetti, la struttura del movimento coincide solo nei tratti principali alla tecnica richiesta dal compito di apprendimento, e la prestazione risulta scarsa.... In questa fase sono assenti gli automatismi, per cui l’allievo è costretto a controllare consapevolmente ogni aspetto del movimento, il che rende il gesto abbastanza goffo e impreciso.... presente un uso eccessivo e parzialmente errato della forza, quest’ultima, infatti, o non viene usata con la necessaria intensità, o non viene usata al momento opportuno. Lo stadio della coordinazione grezza è
inoltre caratterizzato dall’assenza di un adeguato ritmo del movimento (risultato del rapporto tra tensione e
rilassamento muscolare) e da un accoppiamento dei movimenti inadeguato ed errato. “

In questa fase le forme contribuiscono a dare strumenti per sviluppare gli schemi motori di base in modo corretto, ponendo attenzione sulla cinestetica, su se stessi, senza preoccuparsi di fattori esterni o di disturbo. Le forme permettono di studiare il gesto tecnico “in bianco”, fissando lo schema motorio di base e preparando per le successive fasi di apprendimento e sviluppo del movimento tramite i feedbacks per poi ottenere un prodotto finito utilizzabile nei più disparati contesti.

“2. Fase della coordinazione fine: in grado di eseguire il movimento quasi senza errori. L’esecuzione, in condizioni favorevoli, è quasi priva di errori, ma se intervengono fattori di disturbo
(stanchezza, tensione emotiva, ecc.) questi riemergono e l’esecuzione si presenta instabile.”

Quando la forma base del gesto è ormai consolidata si può passare ad esercizi che prevedono l'interazione con l'esterno, questo creerà disturbi e nuovi input a cui sarà necessario adattarsi, fornendo nuovi elementi per lo sviluppo e l'adattamento del gesto in vista del suo impiego in ogni condizione possibile

“3. Fase del consolidamento della coordinazione fine e sviluppo della disponibilità variabile: l’allievo è in grado di eseguire il movimento con sicurezza e in maniera efficace, anche in condizioni difficili e inusuali.... Le caratteristiche principali rimangono comunque la notevole precisione e costanza nel risultato della prestazione.”

L'esperienza, il lavoro sotto stress, l'utilizzo di drills via via più complessi e specifici hanno sviluppato nell'allievo uno schema motorio efficace ed utilizzabile.

Le forme sono uno strumento indispensabile nella fase di coordinazione grezza, ma devono poi essere abbinate a tutti gli altri strumenti di allenamento. Una volta arrivati alla fase di disponibilità variabile le forme HANNO UN'IMPORTANZA MOLTO RIDOTTA e possono essere usate solo ogni tanto per richiamare il programma motorio generalizzato, così da “rinfrescare la memoria” al corpo.

In definitiva le forme hanno un ruolo FONDAMENTALE all'inizio della formazione, per poi via via divenire meno importanti (una volta acquisiti vari schemi motori specifici). A mio avviso vanno comunque “richiamate” ogni tanto per mantenere il programma generalizzato di movimento e quindi la qualità generale del movimento che altrimenti potrebbe essere “guastato” dalle continue interferenze esterne e dallo stress derivante dall'esclusivo uso pratico (combattimento ed esercizi non collaborativi).


Fonti:
Samuele Passigli: Teoria dello schema ed apprendimento motorio.
Elisa Trabocchi: L’apprendimento motorio
da: Gli schemi motori di base. Tesi di laurea in Educazione Motoria, A.A. 2009-10

BIBLIOGRAFIA:
• Bortoli L., Robazza C., Tecnica sportiva e teoria dell’allenamento, Sds – Rivista di cultura sportiva, XXI, 1991, 64-70
http://www.sciaremag.it/maggio/fitness

..e ora uccidetemi pure  ;D

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Offline Saburo Sakai

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #124 on: September 29, 2013, 18:38:17 pm »
+7
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Offline Andy

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #125 on: September 29, 2013, 19:22:08 pm »
+1
Enrico, scusa, eh.

Ma che siamo tutti stronzi con quello che abbiamo scritto e le conclusioni a cui siamo giunti con decine di discussioni? XD

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Offline Aliena

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #126 on: September 29, 2013, 19:35:08 pm »
+3
Enrico, scusa, eh.

Ma che siamo tutti stronzi con quello che abbiamo scritto e le conclusioni a cui siamo giunti con decine di discussioni? XD
Il thread è stato appena unito: ma sono sicura che il prossimo intervento di Enrico, ora che ha scoperto l'esistenza di questo topic, avverrà dopo l'attenta lettura delle pagine precedenti.  :thsit:

E già che ci siamo, gli segnalo pure questo: https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=9193.msg211061#msg211061
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Offline happosai lucifero

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #127 on: September 29, 2013, 19:51:11 pm »
0
scusate, ma anche se il titolo suggerisce una sfumatura  un attimo diversa, non sarebbe meglio accorpare il post di Ferretti Enrico (e seguenti) al thread sul Perché studiare le forme? i due argomenti sono strettamente correlati e quel thread è ben più fresco di questo a cui nessuno contribuisce dal marzo 2012. inoltre a quello il buon Ferretti Enrico ha già contribuito nei giorni passati, non deve nemmeno fare la fatica di leggere tutti i precedenti, perché confido l'abbia già fatto
« Last Edit: September 29, 2013, 19:53:58 pm by happosai »
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In quanto a educazione vado in culo a tanti

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Offline MachineGunYogin

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #128 on: September 29, 2013, 23:27:16 pm »
+1
Io direi anche che c'e' il 3d "I kata spiegati da Mad" che contiene un sacco di post comuni alla discussione. Boh

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Wa No Seishin

Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #129 on: September 30, 2013, 12:29:02 pm »
0
La scelta "a quale topic accorpiamo" prevedeva soluzioni diverse: questo, quello segnalato dalla Global/Machine e quello indicato da Happo.

Alla fine ho optato per questo, ma nulla vieta di fare ulteriori unioni (difficile come sempre soddisfare tutti, sorry).


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Offline Saburo Sakai

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #130 on: October 02, 2013, 16:00:48 pm »
+15
Tantissime volte abbiamo letto sul Forum discussioni molto accese sull'uso delle forme nelle Arti Marziali, le interpretazioni sul loro significato ed uso spaziano tra le più varie, trovando discordi anche moltissimi praticanti delle discipline che le prevedono. Io stesso mi sono chiesto molte volte il significato dei "kata", non trovando mai in altri una risposta soddisfacente che ne giustificasse completamente l'utilizzo intensivo nel Karate (ma apro il 3D in "interstile" perché credo che questa riflessione possa essere comune a molte discipline).

Ecco che, facendo un breve ed approssimativo riassunto posso scrivere che a seconda delle varie interpretazioni una "forma" può essere:
- metodo di allenamento fisico efficacie (ma si vede che ne esistono di specifici molto più efficaci, ed anzi a volte possono risultare addirittura dannose come da me sperimentato obbligando il corpo a movenze innaturali)
- mantra da ripetere per metabolizzare a fondo le movenze caratteristiche dello stile che poi dovrebbero liberarsi dalla forma in una fase successiva (ma si vede che poi la forma invece te la lasciano eccome, anzi ti vincolano fortemente ad essa)
- metodo di apprendimento del combattimento tramite avversario immaginario (questa interpretazione è ormai superata ma presso alcuni sempre in voga).
- codici di tecniche caratteristiche dello stile e di determinati Maestri, che necessitano particolari chiavi di lettura per essere correttamente interpretate ed applicate (se ne vede l'utilità dal punto di vista storico, culturale ed identitario, e forse dal mio punto di vista si tratta della teoria più vicina alla realtà).
- movimenti atti a far fluire l'energia nel corpo (non mi addentro in tale teoria, mi limito a segnalarla)
- ho perso la memoria di tante altre interpretazioni e ne sono felice, ma se le sapete aggiungetele pure voi...

Fatta questa premessa si giunge sempre alla conclusione che chi pratica assiduamente le forme finisce per dire "le faccio perché mi piacciono e contraddistinguono la mia disciplina come identità e come storia", quando non si arrocca su posizione tipiche del "non potete capire".
E' vero, è difficile capire cosa siano realmente le forme, anche perché nessuno alla fine davvero te lo spiega... resta sempre il dubbio che siano opera degli Alieni che le hanno insegnate ai Maya che poi le hanno passate ai Templari e che sono giunte fino a noi attraverso gli Illuminati che fanno i cerchi nel grano per rivelarci il mistero della vita nell'universo.



Tornando seri, riflettendo sulla mia esperienza ed i miei studi antropologici mi è balenata l'idea che in tutte le società umane, almeno fino alla diffusione delle informazioni (sulla cui qualità si potrebbe comunque obiettare) attraverso l'accesso massificato alle tecnologie di comunicazione, il potere è (in molti casi era) detenuto da coloro che avevano il controllo della conoscenza, vera o presunta che fosse.

In moltissime popolazioni che vivono secondo una cultura diversa da quella occidentale moderna, ed anche in varie forme associative, sono ancora in uso rituali di passaggio che prevedono il riconoscimento di un avanzamento di livello sociale da parte di un individuo solo dopo approvazione da parte di coloro che già detengono un potere a lui superiore. Tutto ciò avviene appunto attraverso una ritualità che si ammanta di mistero affinché chi la padroneggia sia in grado di replicare costantemente il proprio potere nel contesto in cui opera... penso, caso estremo, ad alcuni stregoni di società cosiddette "primitive" (sul termine si potrebbe obiettare a lungo). In pratica se vuoi progredire nella scala sociale, se vuoi ottenere vantaggi e privilegi, puoi farlo solo dopo aver superato il filtro di rituali che sono in grado di farti acquisire un potere riconosciuto e permettendo allo stesso tempo di rafforzare chi già il potere lo detiene attraverso un suo riconoscimento collettivo.
Questi meccanismi ovviamente hanno scopi del tutto diversi dall'efficacia in combattimento, ed il problema sorge quando ci si ostina a sostenere che abbiano efficacia anche su questo piano, come il video sotto brillantemente dimostra:

Bud Spencer Vs Anulu

In pratica una possibile interpretazione dell'uso delle forme nelle discipline orientali è che :
esse siano un meccanismo per affermare il potere dei gradi superiori sui gradi inferiori al fine di mantenere una scala gerarchica nelle varie organizzazioni.
Infatti se uno vuole progredire in cinture, titoli e gradi deve obbligatoriamente passare attraverso esami in cui dimostra di conoscere e padroneggiare forme sempre più complesse, che può replicare correttamente solo sotto la guida di qualcuno che già le conosce, e la cui approvazione passa comunque attraverso un giudizio arbitrario di chi ha già raggiunto gradini più alti. In pratica puoi anche studiare su youtube come un matto e replicare le forme, oppure essere fisicamente preparatissimo e crearne di tue, od allenarti con altri al di fuori della palestra/dojo, ma se il Maestro preposto al giudizio decide che hai frequentato poco i suoi corsi o i suoi stages, o che ha respirato troppo forte, o che il tuo piede non era sufficientemente radicato, o che i tempi di esecuzione non erano corretti non passi... in pratica decide lui.
Poco importa se magari in un confronto fisico lo proietti in aria come una marionetta, questo confronto non avverrà mai per "rispetto", "etichetta" e quant'altro. Rispetto giustissimo per carità, basta che non sia condito da un'aura di invincibilità del Maestro  di turno, generalmente sostenuto da un gruppo di allievi che cercano di vivere di luce riflessa per ritagliarsi uno spicchio di potere sul resto dei praticanti.

Ecco che quando questo avviene, la disciplina di turno entra in un pericoloso "loop" in cui il meccanismo virtuoso di produrre persone fisicamente efficaci in uno scontro va a farsi benedire, e tuttavia coloro che rimangono fedeli alla linea avanzano in prestigio e gradi all'interno dell'organizzazione.
Questo vale anche nell'ambito agonistico perché l'esecuzione di forme prevede un approccio graduale all'esecuzione delle medesime in gara, e quindi avanza chi meglio replica il modello imposto e soprattutto può riprodurre certe forme solo nel momento in cui i gradi superiori a lui lo ritengono idoneo. Ed inoltre ogni scuola o stile tende a formare una o più federazioni per poter replicare i propri schemi e gerarchie senza essere messa in discussione da concorrenza esterna.

Un tempo questo non succedeva, in Giappone come credo in Cina, perché arrivava il nemico di turno che sbaragliava la scuola in questione qualora questa non producesse tecnicamente e fisicamente studenti all'altezza.
Adesso questo pericolo non si pone e quindi ecco che la catena del potere si può mantenere in maniera scollegata dall'efficacia.
Tutto questo vi pare terribile ? Secondo me no, fa parte della natura umana ed associativa, del normale ciclo delle cose, almeno fino a quando non pretende di valere in terreni di confronto aperto.
In pratica se una scuola vuole davvero formare gente in grado di reggere uno scontro fisico alla pari con le altre, deve necessariamente rompere questo meccanismo e concentrarsi sulla preparazione (e quindi sul rapido accesso alle conoscenze ed ai metodi di allenamento migliori) dei propri allievi-atleti... in barba a gerarchie precostituite dove emerge solo chi segue un rigido percorso volto a mantenere il potere sempre nelle stesse mani.

Ecco perché, in base a questa teoria, coloro che si discostano dalle forme e dalla scuola vengono facilmente tacciati di "tradimento", e nella migliore delle ipotesi di essere degli allievi di scarsissimo valore che hanno abbandonato il percorso rinunciando a chissà quali conoscenze che sarebbero arrivate loro con decenni di pratica assidua, costante, e soprattutto inquadrata negli schemi precostituiti.
Questo meccanismo, per certi versi affascinante, entra facilmente in crisi ai giorni nostri, in cui il praticante medio ha accesso ad una offerta vastissima e ad informazioni di prima mano facilmente reperibili sul mondo circostante. Ecco che se a uno dici per esempio "tra 5 anni capirai" e dopo 5 anni "ancora è presto, devi applicarti di più", e dopo altri 5 ancora se lo sente sempre dire, o va in depressione credendosi un inetto completo, oppure si insospettisce che non ci sia in realtà molto da capire.

Questo, ripeto, va benissimo se si chiarisce che lo scopo della pratica è quello di conoscere un meccanismo culturale che può per certi versi essere affascinante e replicarne gli schemi con il proprio impegno, ma va malissimo se si paventa all'allievo di turno l'accesso (ovviamente "un giorno") a chissà quali conoscenze, magari devastanti in combattimento.

O peggio ancora se queste si ammantano di misticismo parlando di chissà quali forze misteriose che dovrebbero entrare in gioco per permettere ad un trippone flaccido o ad un magrissimo ometto di mezza età di sbaragliare (magari con "piccoli movimenti astuti") muscolosissimi avversari (ovviamente sempre dipinti come dopati, lenti, legati e con il cervello di un bue).

In definitiva questa mia balorda ipotesi ha preso anche troppe righe di questo forum, spero che la troviate interessante per quanto è una burla, e che magari ridendo vogliate rifletterci un po'.


(giuro che non è un ninja, o forse sì, chissà...)

 :gh: :gh: :gh: :gh: :gh: :gh: :gh: :gh: :gh: :gh:

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 ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;
« Last Edit: October 02, 2013, 17:11:00 pm by Saburo Sakai »
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Offline Shurei-Kan

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #131 on: October 02, 2013, 16:07:34 pm »
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Un appoggio al volo solo per lo sbattimento....

Ora cerco di trovare il tempo di leggere tutto per benino.....

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Offline Dipper

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #132 on: October 02, 2013, 16:16:48 pm »
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Non ho nulla da aggiungere a questa bella disamina :thsit:
Ci sono forse delle funzioni collaterali a quanto hai descritto ma pensandoci bene hai centrato il punto focale.
« Last Edit: October 02, 2013, 16:19:47 pm by Il Commissario Manara »
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Offline Saburo Sakai

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #133 on: October 02, 2013, 16:27:53 pm »
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Non ho nulla da aggiungere a questa bella disamina :thsit:
Ci sono forse delle funzioni collaterali a quanto hai descritto ma pensandoci bene hai centrato il punto focale.

Grazie mille, se vuoi aggiungere le "funzioni collaterali" ne sarei felice, più il quadro si amplia e meglio è !!!
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Offline Dipper

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #134 on: October 02, 2013, 16:39:38 pm »
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Ora non posso dilungarmi ma comunque aspetti molto simili ad alcuni che hai elencato. Oltre all'esercizio del potere come forma di introspezione e, in passato, bigino di tecniche :) Secondari comunque a quello che hai scritto. Ci torno più tardi magari.
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