Ma nel programma avanzato vi è anche l'imparare a suonare strumenti tipici come le percussioni e il berimbau[1]? In bocca al lupo!!
Permettimi di raccontare prima l'altra tipologia di lezioni, che forse già risponde alla tua domanda
quindi...
CAPOEIRA (segue)
lezioni lunghe. È stata un'esperienza del tutto diversa dalla precedente: non cambiano solo gli esercizi, o il modo di farli, ma cambia proprio l'approccio mentale all'allenamento.
Premetto che ho fatto questa esperienza dopo 3 lezioni brevi - in altri termini, dopo 3 ore di capoeira.
L'ambiente è molto spartano: palestra di una scuola, pavimento in linoleum (antiscivolo, ma se cadi ti scuoia vivo), sala grande, nessun attrezzo eccetto gli strumenti musicali: 2 berimbau
[2], atabaque
[3]; pandeiro
[4]. Lato positivo: l'ambiente è tanto grande che, nonostante fossimo più di una ventina, c'era spazio sufficiente per dividersi in due gruppi (per livello) e lavorare separatamente a distanza. Lati negativi: la mancanza di attrezzi, in particolare di materassini per provare acrobazie. Altro aspetto negativo è la mancanza di spogliatoi, soprattutto delle docce: io
odio dopo aver sudato come un bue muschiato ai Caraibi, rimettermi i vestiti puliti e fare la doccia dopo 1 ora
(PS: sì, da noi si suda!)
La differenza di approccio mentale cui accennavo all'inizio del post, si vede già da come si vestono gli allievi (della serie, l'abito fa il monaco): uniforme bianca e cintura qui; invece maglietta+pantaloncini random nelle lezioni brevi dall'altra parte.
Poiché la sala è agibile anche l'ora prima, vige la consuetudine di cominciare a scaldarsi per conto proprio in attesa dell'inizio della lezione (peraltro sempre in ritardo, per buona tradizione brasiliana. Ma si finisce altrettanto in ritardo, quindi alla fine non cambia nulla!). Per chi ha un'idea di come fare riscaldamento questo non è un lato negativo, per altri invece potrebbe esserlo.
In ogni caso si parte lentamente, così anche gli ultimi arrivati hanno tempo di abituarsi: i primi 15-20' si eseguono a vuoti tutti assieme tecniche semplici, come le esquiva, i calci base ed altri passaggi; procedendo man mano verso quelle più complesse. Il mestre segna i tempi di esecuzione col ritmo dell'atabaque.
Ad un certo punto, man mano che sale la complessità degli esercizi, diventa necessario dividersi in due gruppi: io e altri 5-6 ragazzi abbiamo continuato a lavorare con un allievo più anziano per i successivi 40-45'. In questo lasso di tempo si studiano ancora combinazioni di tecniche, prima da soli e poi a coppie (cambiando coppia ad ogni esercizio). Alla prima lezione ho provato a coppie le schivate, i calci base e infine ci siamo esercitati ad eseguire la ruota (au) vicino al compagno e senza perderlo di vista durante l'esecuzione. (Su quest'ultimo punto ho ancora difficoltà, se comincio a guardare uno che pirla in giro mentre faccio la ruota perdo l'equilibrio
). Infine, sempre col gruppo niubbi, abbiamo fatto un po' di esercizi atletici, oltre agli immancabili addominali anche piegamenti sulle braccia, sui pugni, sui gomiti, ecc...Personalmente ritengo positivo dividere i gruppi per livello, almeno per una parte della lezione; ma a differenza del mestre, l'allievo avanzato che ci seguiva ci correggeva poco, come se avesse avuto poca voglia di lavorare.
La preparazione fisica che ci ha proposto quel ragazzo non mi ha entusiasmato, mi ha distrutto ma mi è sembrata poco allenante. In generale, mi è rimasta la sensazione che l'ambiente sia cordiale e veramente ci si diverta, ma manca quella precisione tecnica che apprezzavo nelle arti marziali e che però c'era nella lezione breve. In ogni caso, alla fine è comunque abbastanza allenante, perché la capoeira in sé è anche ginnastica.
E infine, gli ultimi 30'...RODA!
La nostra roda è piuttosto stretta, una via di mezzo tra quella da Angola a quella regional; in allenamento il mestre impostava il ritmo col berimbau maggiore, seguiva un altro berimbao, il tamburello (pandeiro) e un piccolo strumento di percussione noto come agogo, costituito da due gusci tipo noci battute da un legnetto. Hanno aperto il gioco gli allievi più bravi, poi sono entrati man mano gli altri. Cosa incredibile, alla fine hanno tirato dentro pure me, nonostante avessi appena cominciato!!
Lo ammetto, da solo non mi sarei mai buttato, ma poi, anche se stanco, non avrei voluto più uscire
È stata un'esperienza incredibilmente divertente! Abbiamo cominciato di fronte al mestre, accovaciati; da lì abbiamo fatto entrambi un au per portarci in mezzo al cerchio (ovviamente l'ho subito perso di vista
), poi, gingando, ci siamo alternati a portare alcuni calci e schivare; ho inserito poi solo un altro paio di ruote, del resto non sapevo fare altro. Il mio compagno invece, una ragazza sui 35, era del gruppo avanzati: si è adeguata alle mie capacità ma aveva un po' più varietà di tecniche, era anche più coordinata e veloce di me. Vabbé, lo so, non è difficile comunque. Altra cosa difficile, il concetto di distanza: io portavo gli attacchi anche più lenti di quanto avrei potuto per essere sicuro di non colpirla, come risultato ero spesso palesemente fuori misura o le lasciavo tantissimo tempo per schivare. Invece lei, e tutti gli altri, andavano più sicuri e decisi, sfiorandosi di poco; tra maschi ho visto anche un po' di contatto, sia voluto che accidentale, ma comunque leggero.
Confermo che dentro il cerchio della roda, spinti dalla musica, dalle canzoni e dal compagno di fronte, si fanno cose che normalmente non riusciremmo a fare.
Altro aspetto della roda, sono le canzoni: per la maggior parte sono caratterizzate da un solista, il mestre, a cui si contrappone il coro della roda, che fa soprattutto i ritornelli. Si imparano così, ripetendole tutti assieme; dopo qualche volta rimangono in testa, anche se sono in brasiliano. L'associazione ha comunque un sito dove sono disponibili i testi.
Commento finale molto breve perché ho poco tempo: sotto l'aspetto squisitamente tecnico, ho preferito la lezione breve: più curata, faccio più progressi. Ma l'ultima mezz'ora di roda vale da sola tutto il resto, compresa la mancanza di doccia
È palese la differenza tra le due tipologie di lezione: da una parte un corso in una palestra fitness, che è più curato, più fisico, più tecnico, forse anche più marziale. Dall'altra una lezione più lunga, a tratti dispersiva, ma dalla quale si esce veramente felici e rilassati. L'esperienza di roda poi è estremamente importante, perché completa l'allenamento con una forma di confronto diretto e non preordinato che, nonostante la quasi assenza di contatto, fa capire chiaramente il proprio livello e aiuta molto a migliorare; per non parlare dei benefici psicologici.
Per completare la risposta a TakuanZen: per ora ho imparato solo ad usare l'agogo, lo strumento che fa da contrappunto al ritmo. È facilissimo, quindi me l'hanno fatto vedere in un ritaglio di tempo. Tutti gli altri invece richiedono la conoscenza delle canzoni e del loro ritmo caratteristico, quindi sì, sono riservate agli allievi più esperti. Il berimbau è estremamente difficile da suonare, richiede una lunghissima pratica per impararlo, esercitandosi fianco a fianco al mestre; di solito lo studia solo chi ha intenzione di fare una lunga strada nella capoeira.
Mi hanno detto che c'è una lezione a settimana in cui si studiano solo acrobazie e strumenti, ma non ci sono ancora andato.