La mancanza di semplicità

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #45 on: April 02, 2012, 20:01:05 pm »
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Ricollegandomi al post iniziale...

In verità nel Karate, escluso il regolamento di gara (per ovvie ragioni) sarebbe permesso fare DI TUTTO.

Semmai viene posta molta attenzione su concetti che vengono reputati "formativi". Ovvero: limare tutti i vizi "ereditati" per poter raggiungere un alto livello teconico ed esprimersi al meglio.

Molti Maestri si fermano a conoscere (e tramandare) solamente la fase di "limatura" dei comportamenti del praticante che possono ingenerare "vizi" od errori (posturali, dinamici ecc.ecc.) che possono in futuro impedirgli un ulteriore avanzamento tecnico.

E di contro molti praticanti, per svariati motivi, non pazientano fino al superamento di questa fase, in verità "dura" da un punto di vista mentale oltre che fisico.

Certo che non porsi troppi problemi e tenere un atteggiamento molto "naturale" fa piacere a tutti... fino a quando non ci si confronta a certi livelli e non ci si rende conto dei limiti di tale atteggiamento imposti da Madre Natura.

peccato che questi vizi ( credo intendessi tecnici) sono assolutamente arbitrari e decisi dal maestro fondatore di turno secondo quello che lui pensava potesse essere giusto  e secondo quello che a lui veniva meglio  per cui, nello stesso karate e addirittura a seconda se il karate è di okinawa o giapponese, esistono diverse interpretazioni della stessa tecnica e quello che in uno stile è una sottile limatura in un altro diventa vizio e viceversa e questo SOLO nel karate se poi si va al di fuori del karate e ci si confronta con le altre arti marziali e SDC le cose si fanno anche più complicate.....

E quindi di grazia una persona con un pò di cervello perchè dovrebbe passare anni a correggere un difetto se poi in un altro stile quel difetto diventa pregio considerando che da nessuna parte è stato detto che un modo sia migliore di un altro e anche se fosse vero nessuno lo potrebbe correggere visto che tradizionamente si è sempre fatto?

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Offline Dipper

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #46 on: April 02, 2012, 20:42:27 pm »
+1
Dobbiamo definire che cos'è naturale e cosa no.

Se per naturale intendiamo un'azione che la natura ci permette, tutto è naturale. Dunque non dobbiamo forzare l'identità facile = naturale. Non c'è niente di innaturale in un pattinatore che esegue il doppio axel, perchè lo può fare, ha imparato a farlo e non forza nessuna legge naturale. Una kamehameha sarebbe innaturale invece.

Se per naturale intendiamo qualcosa di innato (accezione che uso da adesso in avanti), allora va fatta prima di tutto una precisazione:

Non solo il Karate, ma pure la Boxe, la MT e tutte le discipline di striking non sono naturali.

Spoiler: show
Naturale è usare gli artigli e i denti per una tigre, le corna per un toro, gli zoccoli per un cavallo. Infatti loro non hanno bisogno di allenarsi per imparare come utilizzarli, sanno già farlo istintivamente fin da piccoli (se provate a fare hand wrestling con un gattino di poche settimane vi rendete conto che magari sarà un po' goffo ma ha già tutto il repertorio).

Basti pensare invece all'enorme disagio che prova un principiante nell'essere messo in posizione di guardia[1] per capire che le discipline di striking non sono corredo naturale (salvo qualche schiaffone e poco altro), bensì il prodotto dell'intelletto umano che ha reso armi cose che armi non sono, nocche, tibie, gomiti e così via.
Gli enormi progressi che si fanno con poche lezioni di lotta comparate ai progressi molto più graduali di chi fa percussioni confermano la teoria, la lotta pesca da un bagaglio motorio molto più atavico e inciso nel nostro istinto.
Altra importantissima conerma è data dal fatto che molte reazioni istintive per lo striking sono semplicemente sbagliate, come dice Saburo. Banalmente portare le mani in avanti invece di chiudere la guardia, scappare indietro invece di gestire la distanza, sollevarsi invece che radicarsi, sono abitudini da sradicare per la maggior parte delle persone (oserei dire tutte).
 1. DJ mi viene in mente questo esempio proprio dopo aver letto un capitolo del bellissimo manga che mi hai consigliato


Dunque istinto e attitudini personali non sempre sono la stessa cosa. A volte è invece necessario lavorare per far uscire certe qualità.
Per avere uno striker dalla tecnica sopraffina (Hug, Kurbanov, Petrosyan, Wallace, Alì...) è necessario dunque riprogrammare profondamente le risposte inconscie per rendere istintive azioni che non lo sono di partenza.

Però è necessario che la disciplina abbia tutti gli strumenti per permettere a ognuno la propria personalizzazione, come scrive Kit,
e che tali basi siano però efficienti e non dispersive, dunque bisogna mettere al bando tutto ciò che non è funzionale.
E' soprattutto su questo ultimo punto che secondo me bisogna concentrarsi.

Funzionale.
Con questo termine mi riferisco a una tecnica che non necessariamente è facile da apprendere ma che deve essere lo strumento migliore per lo scopo prefissato. Ad esempio un "banale" diretto arretrato o anche un diretto avanzato, sono tecniche semplici, ma difficilissime da padroneggiare e necessitano di tanta pazienza per essere raffinate.
Per questo ritengo più utile spaccarsi di fondamentali e combinazioni invece di cimentarsi in tecniche sopraffine e improbabili e di qui ritorno al discorso del topic: semplicità :)
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #47 on: April 02, 2012, 21:37:13 pm »
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ryu,non fa una piega,ma non trovi la posizione di combattimento del solito pugile più "naturale" di un kokutsu?

perchè nel karate non ssik studiano aanche posizioni più "comode"?

l'unica cosa che hoo trovato di buono (a parte il nome ridicolo) nel goju americano era proprio la "boxer dachi".....
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #48 on: April 02, 2012, 21:59:17 pm »
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ryu,non fa una piega,ma non trovi la posizione di combattimento del solito pugile più "naturale" di un kokutsu?

perchè nel karate non ssik studiano aanche posizioni più "comode"?

l'unica cosa che hoo trovato di buono (a parte il nome ridicolo) nel goju americano era proprio la "boxer dachi".....

ci sono le posizioni comode, c'è la motou dachi / kumite dachi  che è quella usata per combattere, ma sai com'è è più bello usare posizioni esotiche durante la pratica comune  :D

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Offline Dipper

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #49 on: April 02, 2012, 22:12:36 pm »
0
Non sono sicuro di aver capito bene il perchè della domanda, comunque ti rispondo lo stesso.
Stai mettendo a confronto una posizione molto partivolare di passaggio (kokutsu) con una guardia quindi è difficile paragonarle. Un po' come quelli che dicono che zenkutsu dachi non è adatta per una guardia... grazie al pesce, non è una guardia :P è come se un pugile si mettesse in guardia posizionando i piedi e il peso come quando porta un diretto.
La guardia da boxer puro comunque non è adatta per situazioni dove sono previsti anche keri waza, comunque se ti riferisci ad una generica posizione più neutra e naturale certo che sì, infatti nel Jissen si combatte in kumite dachi non per niente e secondo me è la primissima posizione che andrebbe studiata.
In misura minore stesso discorso per sochin dachi o sanchin dachi che però sono meno polivalenti e più specialistiche, diciamo le metto un gradino più in basso nella piramide.

Se ho capito bene quello che intendi, si possono vedere tanti praticanti di tradizionale che hanno un meraviglioso kokutsu dachi ma che poi hanno una posizione di guardia piena di buchi, e questo sicuramente non va bene, perchè si approfondisce molto una posizione particolarissima, tralasciando di perfezionare quella generale.

Il discorso torna sempre lì.

Motivo... boh... ??? sarà il solito che continuiamo a dirci.
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Offline nameganai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #50 on: April 02, 2012, 22:23:15 pm »
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in effetti mi riferivo alla comodità della posizione,alla guardia non ci avevo proprio pensato..

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #51 on: April 02, 2012, 22:49:58 pm »
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credo che davide per forzature innaturali intendesse ad esempio: se sono alto 1.70m per 120 kg, perchè sono obbligato a praticare gankaku? per le mie caratteristiche, non sarebbe meglio se praticassi i tekki?
probabilmente un kata come gankaku non mi arricchisce di nessuna abilità vista la particolare morfologia, mentre fare i tekki potrebbe sviluppare le mie doti.
ho fatto un esempio in generale.

@ryu sono contento ti sia piaciuto :)
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #52 on: April 02, 2012, 22:53:00 pm »
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credo che davide per forzature innaturali intendesse ad esempio: se sono alto 1.70m per 120 kg, perchè sono obbligato a praticare gankaku? per le mie caratteristiche, non sarebbe meglio se praticassi i tekki?
probabilmente un kata come gankaku non mi arricchisce di nessuna abilità vista la particolare morfologia, mentre fare i tekki potrebbe sviluppare le mie doti.
ho fatto un esempio in generale.

@ryu sono contento ti sia piaciuto :)

perchè devi studiare il karate e fare gli esami  8)

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muteki

Re:La mancanza di semplicità
« Reply #53 on: April 03, 2012, 00:49:09 am »
+1
Non sono sicuro di aver capito bene il perchè della domanda, comunque ti rispondo lo stesso.
Stai mettendo a confronto una posizione molto partivolare di passaggio (kokutsu) con una guardia quindi è difficile paragonarle. Un po' come quelli che dicono che zenkutsu dachi non è adatta per una guardia... grazie al pesce, non è una guardia :P è come se un pugile si mettesse in guardia posizionando i piedi e il peso come quando porta un diretto.
La guardia da boxer puro comunque non è adatta per situazioni dove sono previsti anche keri waza, comunque se ti riferisci ad una generica posizione più neutra e naturale certo che sì, infatti nel Jissen si combatte in kumite dachi non per niente e secondo me è la primissima posizione che andrebbe studiata.
In misura minore stesso discorso per sochin dachi o sanchin dachi che però sono meno polivalenti e più specialistiche, diciamo le metto un gradino più in basso nella piramide.

Se ho capito bene quello che intendi, si possono vedere tanti praticanti di tradizionale che hanno un meraviglioso kokutsu dachi ma che poi hanno una posizione di guardia piena di buchi, e questo sicuramente non va bene, perchè si approfondisce molto una posizione particolarissima, tralasciando di perfezionare quella generale.

Il discorso torna sempre lì.

Motivo... boh... ??? sarà il solito che continuiamo a dirci.

e infatti non penso che le varie "tachi" del karate siano posizioni di guardia di per sé. a parte forse motodachi, magari. sono passaggi. come anche le guardie di mano vere e proprie sono "fasi", fotogrammi di movimenti più ampi.

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Offline nameganai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #54 on: April 03, 2012, 07:56:24 am »
+1
allora ragazzi,concordo pure io che le posizioni del karate siano fotogrammi...ma essendo sul 3D della semplicità lo ritenevo inerente...

nella stragrande maggioranza dei dojo che ho visto,questa spiegazione non viene data,o lo viene data solo dopo molti anni...
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #55 on: April 03, 2012, 08:12:22 am »
+1
Piccolo escursus sui Kata.
Provate a pensare alle varie tecniche e posizioni del Karate, colpi, parate, prese e schivate, tai sabaki eccetera.
Pensiamo ai Kata e vediamo se i primi ...... esauriscono sufficientemente il repertorio.
Quanti sono? 3, 4, 5?
Ecco significa che tutto il resto è superfluo, una costruzione coreografica fine a se stessa, ossia Kata creati al solo scopo di avere nuovi Kata.
Io credo che inizi proprio li l'inutilità di questa pratica, perchè non porta a nulla se non a ricordare X coreografie, nelle quali, rimescolate in più modi, si ripetono le stesse tecniche dei primi.
Ma anche le posizioni rischiano di perdere via via il loro significato e scopo, perchè decontestualizzate, isolate e studiate come dogmi.
Se invece pensassimo che, la tal posizione è il corretto modo in cui termino la tecnica, per l'affondo, il radicamento, il cambio di direzione, allora dovrei pensare che, fra l'una e l'altra sarò in posizioni assolutamente comode e naturali, magari abituato a non essere dritto come un fuso senza equilibrio, magari ben piantato a terra, ma comodo.
Se invece le studio estrapolate dal contesto dinamico, mi ritrovo a dovere immaginare di combattere in quella maniera, muovendomi come un pirla che si è cagato addosso.
Ovvio che ne nascano dubbi.
Mescolare dieci mazzi di carte, non significa otenere dieci mazzi diversi solo perchè le carte avranno un diverso ordine, significa solo avere dieci mazzi identici rimescolati.
26 Kata Shotokan, sinceramente, mi fanno pensare a 26 mazzi di carte rimescolati.
Sarebbe sufficiente avere quelle da scala, da ramino, da scopa e stop.
Portare il pugno al fianco a fine tecnica, può avere questo o quel valore, ma tenerlo li perchè si è studiato così significa scoprirsi come degli stupidi.
Credo che buona parte della mancanza di semplicità, sia dovuta al fatto che si è badato troppo a isolare ogni singolo dettaglio, dimenticando che è parte di una azione complessiva.
Tralasciare l'azione complessiva in favore dei movimenti isolati, può inizialmente favorire una maggior precisione nello studio, una maggiore ricerca di perfezione e efficacia, ma poi si rischia di dimenticare il "tutto", ossia l'azione in cui inserire quei "passaggi" e ci si ritrova con una valanga di movimenti inutili e sbagliati, a tal punto da non riproporli mai in Kumite, salvo poi chiedersene la ragione.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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muteki

Re:La mancanza di semplicità
« Reply #56 on: April 03, 2012, 08:18:40 am »
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concordo con quanto dici paguro', ma allora cominciamo a togliere gli heian...

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #57 on: April 03, 2012, 08:33:18 am »
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O magari teniamo solo quelli ;)
Se non altro perchè, avendo meno evoluzioni circensi, meno robe da KENSHIRO, mantengono anche una immagine più didattica.
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muteki

Re:La mancanza di semplicità
« Reply #58 on: April 03, 2012, 08:42:40 am »
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O magari teniamo solo quelli ;)
Se non altro perchè, avendo meno evoluzioni circensi, meno robe da KENSHIRO, mantengono anche una immagine più didattica.

TROPPO didattica per i miei gusti.  :whistle:

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #59 on: April 03, 2012, 08:49:56 am »
+1
Esatto, senza inutili e improbabili fronzoli, senza scene da Dragonball, solo didattica.
Perchè se servono come ausilio mnemonico/tecnico, proprio la loro "semplicità" (per restare IT) può assolvere quel compito.
Per il resto, il Karate dovrebbe occuparsi del combattimento.
Specchiarsi nella bellezza e eleganza di gesti e coreografie, è parecchio utile......all'avversario, per romperci il muso ;)
« Last Edit: April 03, 2012, 08:53:21 am by PapàguRonin »
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