La mancanza di semplicità

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Offline Saburo Sakai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #60 on: April 03, 2012, 09:07:53 am »
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la cosa dei 30 anni era un'esagerazione voluta.

Però ecco una cosa che io non capisco del karate è perché (almeno negli ambienti che ho visto io) non si pensa a sviluppare le capacità del singolo, ma a insegnare il pacchetto, come se basarsi prima su quello che viene facile al singolo sia una cosa sbagliata, cosa che personalmente mi sembra assurda. Ecco, per citare il mio istruttore di scherma "a me interessa insegnarvi prima di tutto a tirare fuori quello che avete dentro, forzarvi ad andare contro la vostra natura non ha senso".  Ed è così che infatti in pochissimo tempo a scherma da 3 di noi (siamo 3 amici che hanno cominciato assieme) sono uscite fuori tre personalità in combattimento totalmente diverse, che sono state e che vengono guidate dai nostri istruttori per permetterci di sviluppare sempre di più tutta la nostra scherma. Questa osa io nel karate non la vedo e, anzi, il mio maestro l'ha addirittura considerata una cosa negativa in quanto per lui non bisognerebbe concentrarsi su ciò che viene facile...peccato che ciò che ci viene "facile" spesso nemmeno riusciamo a farlo, quindi a che pro andare a afre cose che non faremo mai perché sono contro la nostra stessa personalità?

Queste sono le contraddizioni alla base del karate che io non riesco proprio a comprenendere

Sì, la parte didattica collettiva è molto marcata, per i motivi che ho esposto sopra.
In molti casi anche troppo, hai ragione.

Però forse (e mi permetto di dire solo "forse") dipende anche dal praticante e dai suoi obiettivi.

Gli agonisti coi controcazzi vengono preparati eccome ad esprimere il meglio delle proprie potenzialità ! Se hanno in potenza determinati atteggiamenti virtuosi, questi vengono esaltati per poter farli primeggiare nella competizione.

Semmai il problema sorge con gli amatori che vanno 2 - 3 volte massimo a settimana... lì cosa vuoi esaltare, scusa ? I difetti ?
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Offline Dipper

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #61 on: April 03, 2012, 09:11:15 am »
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Risposte al volo:
allora ragazzi,concordo pure io che le posizioni del karate siano fotogrammi...ma essendo sul 3D della semplicità lo ritenevo inerente...

nella stragrande maggioranza dei dojo che ho visto,questa spiegazione non viene data,o lo viene data solo dopo molti anni...
È come dici tu infatti.
Non parliamo poi di avanzare col peso dietro tenuto dietro in kokutsu ad esempio. Perché non si focalizza da subito sul rapporto tra problema e soluzione.

concordo con quanto dici paguro', ma allora cominciamo a togliere gli heian...
Già il kata ha i suoi problemi mica da ridere. Ma anche supponendo che non ne abbia...
Se poi ci mettiamo a studiarne 5 che sono espressamente estratti da Kusanku per essere ginnastica infantile... la didattica per altra didattica :-X Quoto dunque Muteki e piuttosto per me ha senso allora farsi Taikyoku, Kanku / Kusanku, che ha tutti gli Heian dentro, e stop.

DJ ha sollevato una questione su cui tra un po' ritorno.
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Offline Paguro49

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #62 on: April 03, 2012, 09:15:25 am »
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Quello che sarebbe importante, è comunque togliere, una volta fatti salvi quelli che contengono il fatidico vocabolario tecnico, buttare via tutto il resto.
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #63 on: April 03, 2012, 09:20:25 am »
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peccato che questi vizi ( credo intendessi tecnici) sono assolutamente arbitrari e decisi dal maestro fondatore di turno secondo quello che lui pensava potesse essere giusto  e secondo quello che a lui veniva meglio  per cui, nello stesso karate e addirittura a seconda se il karate è di okinawa o giapponese, esistono diverse interpretazioni della stessa tecnica e quello che in uno stile è una sottile limatura in un altro diventa vizio e viceversa e questo SOLO nel karate se poi si va al di fuori del karate e ci si confronta con le altre arti marziali e SDC le cose si fanno anche più complicate.....

E quindi di grazia una persona con un pò di cervello perchè dovrebbe passare anni a correggere un difetto se poi in un altro stile quel difetto diventa pregio considerando che da nessuna parte è stato detto che un modo sia migliore di un altro e anche se fosse vero nessuno lo potrebbe correggere visto che tradizionamente si è sempre fatto?

I difetti PER LO STILE ovviamente. Se parliamo di confrontarsi sulla base di uno stile ed un regolamento, è chiaro che si preparerà la gente a quel determinato contesto.
Chiedilo a un judoka se impara a fare i dribbling, o a un rugbista se impara a fare i tuffi carpiati, o ad un pugile se gli insegnano le proiezioni.
Ad un livello di competizione, fuori dal regolamento il discorso cambia per tutti !

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #64 on: April 03, 2012, 09:21:22 am »
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ci sono le posizioni comode, c'è la motou dachi / kumite dachi  che è quella usata per combattere, ma sai com'è è più bello usare posizioni esotiche durante la pratica comune  :D

Ti sei mai chiesto perché ?  :D
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Offline The Spartan

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #65 on: April 03, 2012, 09:25:56 am »
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Perchè costa ammettere che le posizioni più comode e funzionali sono quelle della boxe....come ha capito Mochizuki figlio 35 anni fà.... :thsit:
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Offline Saburo Sakai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #66 on: April 03, 2012, 09:28:25 am »
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Perché si confonde la parte allenante con quella applicativa !!!!  :'(
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Offline Shurei-Kan

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #67 on: April 03, 2012, 09:32:10 am »
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Dobbiamo definire che cos'è naturale e cosa no.
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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #68 on: April 03, 2012, 09:42:44 am »
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[\mod on]
@saburo: non credo che spartan voglia una pubblica ammissione di pentimento e comunque se vuoi approfondire parlane con lui via PM (dato che è OT)
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Offline Saburo Sakai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #69 on: April 03, 2012, 09:50:37 am »
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Tornando in tema con John... io ho già detto altrove quello che a me viene spiegato delle varie posizioni "innaturali".

Oltre certi limiti sono delle esagerazioni fatte per le competizioni, e non sono per tutti ma solo per coloro che desiderano cimentarsi in quel campo.

Entro certi limiti sono delle riduzioni "simboliche", o comunque fortemente stilizzate, di vari atteggiamenti che nel tempo differenti maestri hanno sperimentato ed inserito nei vari kata o comunque tramandate.
Saper capire cosa una determinata posizione voglia trasmettere, e provare a replicarla in varie circostanze, inserisce nel proprio bagaglio tecnico e tra le proprie "conoscenze motorie" qualcosa in più che potrebbe pure rivelarsi utile.

Non è detto che questo succeda, e c'è chi preferisce fare esclusivamente ciò che statisticamente è più probabile. Punti di vista, dettati da precise scelte a monte e di approccio alla disciplina.
Io osservo, cerco di capire, e non contesto né l'uno né l'altro ma faccio quello che si avvicina di più alla mia concezione di percorso marziale.

 :)

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Offline nameganai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #70 on: April 03, 2012, 10:09:17 am »
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Perchè costa ammettere che le posizioni più comode e funzionali sono quelle della boxe....come ha capito Mochizuki figlio 35 anni fà.... :thsit:

costa?
io la trovo una manna dal cielo avere esempi così palesi di cosa sia funzionale o meno..  :thsit:

poi che si voglia imparare una AM a livello dell'arte in sè o per mille altri motivi,sono scelte personali non criticabili.

quello che trovo assurdo è fossilizzarsi su posizioni "estreme" con la scusa del tradizionalismo,quando in passato,comunque chi combatteva mica se ne stava in zenkutsu dachi...

ma è palese anche nel karate odierno,dove si vedeono alcuni maestroni,starsene comodi comodi in posizioni naturali,per questo non capisco perchè non venga approfondito nei vari dojo..
un vincente trova sempre una Via,
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #71 on: April 03, 2012, 10:12:17 am »
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Come ho già detto, le posizione estreme paradossalmente non sono frutto del tradizionalismo, ma dell'agonismo.

Io a volte sarò pure noioso, ma per cortesia almeno leggete quello che scrivo.  :)
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #72 on: April 03, 2012, 10:18:11 am »
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Anche volendo fare gli ipertradizionalisti non credo ci sia una sola foto di Funakoshi in posizioni scomode o innaturali.
Il figlio ha un pò esasperato la cosa, ma appunto con lo scopo di ben studiare la conclusione della tecnica, in modo da renderla più dirompente possibile.
Del resto chiunque lo abbia conosciuto ne parlava come di un vero mazzolatore, difficile pensare che non usasse posizioni agevoli.
Uno schermidore che affonda, di fatto conclude in Zenkutsudachi, così come un pugile che scarica tutto il diretto, posizione che si può studiare per fini differenti, dalla stabilità al recupero, dall'affondo alla spinta, ma che poi non diventa mai "quella in cui si sta".
Nel Karate si è perso questo passaggio, tramutando certe posizioni in posizioni da combattimento, contribuendo a spolpare il Karate.
Una cosa è studiare ogni frazione di ogni movimento, per ottenere un movimento più perfetto possibile, altra cosa è dimenticarsi del tipo di lavoro e convincersi che quelle "frazioni" siano i movimenti stessi.
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #73 on: April 03, 2012, 10:27:06 am »
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Come ho già detto, le posizione estreme paradossalmente non sono frutto del tradizionalismo
ma è quello che dicevo pure io...


Io a volte sarò pure noioso, ma per cortesia almeno leggete quello che scrivo.  :)

per l'appunto..avevo letto..
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #74 on: April 03, 2012, 10:30:03 am »
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 :D :D :D :D :D

'un c'ho capito niente... meglio così !  :D :D :D :D :D

Mi pareva che tu qui ti ponessi una domanda...

ma è palese anche nel karate odierno,dove si vedeono alcuni maestroni,starsene comodi comodi in posizioni naturali,per questo non capisco perchè non venga approfondito nei vari dojo..

E io pensavo di averti già risposto.  :)

Anche Pagurone l'ha fatto !  :ohi:
« Last Edit: April 03, 2012, 10:31:49 am by Don Bastiano »
Lo spirito viene prima della tecnica.