La mancanza di semplicità

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #75 on: April 03, 2012, 10:30:32 am »
0
Anche volendo fare gli ipertradizionalisti non credo ci sia una sola foto di Funakoshi in posizioni scomode o innaturali.
Il figlio ha un pò esasperato la cosa, ma appunto con lo scopo di ben studiare la conclusione della tecnica, in modo da renderla più dirompente possibile.
Del resto chiunque lo abbia conosciuto ne parlava come di un vero mazzolatore, difficile pensare che non usasse posizioni agevoli.
Uno schermidore che affonda, di fatto conclude in Zenkutsudachi, così come un pugile che scarica tutto il diretto, posizione che si può studiare per fini differenti, dalla stabilità al recupero, dall'affondo alla spinta, ma che poi non diventa mai "quella in cui si sta".
Nel Karate si è perso questo passaggio, tramutando certe posizioni in posizioni da combattimento, contribuendo a spolpare il Karate.
Una cosa è studiare ogni frazione di ogni movimento, per ottenere un movimento più perfetto possibile, altra cosa è dimenticarsi del tipo di lavoro e convincersi che quelle "frazioni" siano i movimenti stessi.
ma paguro,
questa cosa sembra sian ben chiara alla maggior parte dei più,almeno a legger qui..

ma allora perchè nelle palestre si vede il contrario?
comincia a farsi strada l'ipotesi di complotto..
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #76 on: April 03, 2012, 10:43:33 am »
+1
No è solo ignoranza.
Quel mix tra il non sapere cosa si fa e perchè, misto al voler dare un'aura mistica e orientaleggiante alle cose.
Ovviamente riprendendo tutto dal cinema di genere, che è il riferimento di chi si reca in palestra le prime volte, in modo da offrire proprio quella cosa li che li ha affascinati.
Stesso discorso dei troppi Kata, fine a se stessi, creati solo per avere nuovi e più complessi/belli Kata da mostrare, nulla a che fare col combattimento, solo un mero fatto estetico.
L'estetica, la presunta eleganza, il dare l'idea di chissà quale potenza sprigionata, tutti buoni modi per illudere e illudersi di andare chissà dove.
Poi ok, fare le vasche in questa o quella posizione mette a dura prova muscoli e articolazioni, ottenendo un effetto "allenante" alla maniera del far pesi, ma dovrebbe finire li, mentre invece si trasforma "nell'arte marziale" ed è una cazzata.
Ma ci si accorge della "quota ignoranza" anche solo chiedendo, quando certi maestri, per rispondere, non sapendo che cazzo dire, iniziano con "raccogliere l'energia dell'universo" "concentrare il Ki per trapassare l'avversario" eccetera, tutte cose che sulle nuove leve in palestra fanno sempre presa.
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muteki

Re:La mancanza di semplicità
« Reply #77 on: April 03, 2012, 11:00:12 am »
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le posizioni in sé non penso siano innaturali. è un problema semmai legato a come ere vengono insegnate, spesso senza logica.

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Offline nameganai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #78 on: April 03, 2012, 11:03:23 am »
0
le posizioni in sé non penso siano innaturali. è un problema semmai legato a come ere vengono insegnate, spesso senza logica.

ma ad esempio,il kokutsu dachi non era stato "modificato" addirittura perchè dannoso?

forse è una leggenda metropolitana,ma ne ho sentito parlar spesso...
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Offline Luca Bagnoli

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #79 on: April 03, 2012, 11:08:52 am »
+1
già il fatto di dover esueguire un'azione assumendo una determinata posizione prestabilita è di per se innaturale e non efficiente


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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #80 on: April 03, 2012, 11:13:05 am »
+2
Quella come ogni altra, risponde ad un perchè specifico.
Se mi chiedo quale sia la chiave di una proiezione, dovrò capire il momento esatto dello sbilanciamento, del caricamento, in modo da portarmi nella giusta postura, pena fallire la proiezione.
Se mi chiedo come evitare pericolosi sbilanciamenti in avanti quando affondo un colpo, dovrò capire bene come posizionarmi in quel preciso istante, quando cioè scaturisce il rischio.
Qualsiasi posizione forzata, per bella che sia, se mantenuta eccessivamente, diventa dannosa, tanto per i muscoli, quanto per i legamenti, le articolazioni e i tendini.
Ti metti nella posizione del riposo militare, ci stai più del dovuto e diventa dannosa pure quella.
A mio avviso, possiamo dire che, le varie posizioni, tutte quante, fra quelle basse e tese, sono esattamente come il momento in cui una frusta colpisce il bersaglio, completamente distesa.
Se quell'istante fosse più di un istante, la frusta diventerebbe un bastone.
« Last Edit: April 03, 2012, 11:15:07 am by PapàguRonin »
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Offline Saburo Sakai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #81 on: April 03, 2012, 11:16:14 am »
0
Leggo con molto piacere quello che scrive Paguro, che mi pare così ovvio che quasi dovrebbe essere implicito.

Mi chiedo talvolta dove sia la mancanza di semplicità... se sia davvero nella disciplina, o nella visione di chi la osserva e/o la pratica.
Lo spirito viene prima della tecnica.

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muteki

Re:La mancanza di semplicità
« Reply #82 on: April 03, 2012, 11:19:43 am »
0
rispondo a chi chiedeva del kokutsudachi con una domanda. di quale posizione parliamo? di quella shotokan?

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Offline nameganai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #83 on: April 03, 2012, 11:23:27 am »
0
rispondo a chi chiedeva del kokutsudachi con una domanda. di quale posizione parliamo? di quella shotokan?

credo di si.
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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #84 on: April 03, 2012, 11:27:07 am »
0
Leggo con molto piacere quello che scrive Paguro, che mi pare così ovvio che quasi dovrebbe essere implicito.

Mi chiedo talvolta dove sia la mancanza di semplicità... se sia davvero nella disciplina, o nella visione di chi la osserva e/o la pratica.

perdonami,la penso come te..ma si vede che tanto ovvio non è,dato che la stragrande maggiornanza fa il contrario...
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Offline Dipper

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #85 on: April 03, 2012, 11:37:57 am »
0
Leggo con molto piacere quello che scrive Paguro, che mi pare così ovvio che quasi dovrebbe essere implicito.

Mi chiedo talvolta dove sia la mancanza di semplicità... se sia davvero nella disciplina, o nella visione di chi la osserva e/o la pratica.
Disgiungere le cose è sbagliato Don. Non esiste un'entità Karate a se' stante, ma solo il Karate praticato e osservato dalle persone.
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Offline Paguro49

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #86 on: April 03, 2012, 11:39:50 am »
+1
Aggiungerei:
.....che in quanto tali, essendo individui, faranno ognuno il suo, chi meglio chi peggio, dalle eccellenze alle fogne.
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Offline Saburo Sakai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #87 on: April 03, 2012, 11:40:33 am »
0
Leggo con molto piacere quello che scrive Paguro, che mi pare così ovvio che quasi dovrebbe essere implicito.

Mi chiedo talvolta dove sia la mancanza di semplicità... se sia davvero nella disciplina, o nella visione di chi la osserva e/o la pratica.

perdonami,la penso come te..ma si vede che tanto ovvio non è,dato che la stragrande maggiornanza fa il contrario...

Questo è vero, secondo me è dovuto a diversi fattori...

in primis al fatto che quando qualcosa è molto diffusa e al contempo frammentata, non è detto che si trovino sempre insegnanti all'altezza.

In secundis al fatto che la disciplina è impostata in un certo modo per motivi storici e culturali ampiamente dibattuti, che attualmente molti non accettano.

In terzo luogo perché è una disciplina che a parer mio non è fatta per dare "tutto e subito" ad un perfetto principiante, quanto piuttosto richiede determinate basi preesistenti, o comunque in mancanza di queste l'accettazione di un determinato percorso che a molti può non piacere.

Ed infine, figli miei... posso perdonare a voi... che determinati contesti raccolgono determinate esperienze e, volenti o nolenti, persone che la pensano in maniera simile tendono a "fare quadrato" su determinati concetti ed alla fine si convincono di aver ragione continuando a "darsi il cinque" ogni volta che ribadiscono la loro visione, finendo in ultima analisi per disincentivare l'apporto di contributi di segno differente, e sminuirne comunque il valore tramite una forte azione di convincimento collettivo.

 :)

EDIT: in soldoni, fuori da un contesto forumistico io tutti questi dubbi non li ho mai trovati, non ho mai visto nerd vestiti da super-eroi che fanno "mosse" da karate kid contro il cattivone di turno, non ho mai assistito a crisi "esistenziali" maggiori che rispetto a qualsiasi altro sport.
Piuttosto ho trovato tanta gente che fa serenamente la sua pratica, rispetta e viene rispettata anche dai praticanti di altre discipline.
Alla pari di queste annovera tra le sue file "schiappe", "ficosi", "picchiatori", "padri di famiglia", agonisti di alto livello e semplicissimi "medioman". Senza troppe seghe mentali.  :)
« Last Edit: April 03, 2012, 12:06:03 pm by Don Bastiano »
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Offline Davide.c

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #88 on: April 03, 2012, 12:19:49 pm »
0
la cosa dei 30 anni era un'esagerazione voluta.

Però ecco una cosa che io non capisco del karate è perché (almeno negli ambienti che ho visto io) non si pensa a sviluppare le capacità del singolo, ma a insegnare il pacchetto, come se basarsi prima su quello che viene facile al singolo sia una cosa sbagliata, cosa che personalmente mi sembra assurda. Ecco, per citare il mio istruttore di scherma "a me interessa insegnarvi prima di tutto a tirare fuori quello che avete dentro, forzarvi ad andare contro la vostra natura non ha senso".  Ed è così che infatti in pochissimo tempo a scherma da 3 di noi (siamo 3 amici che hanno cominciato assieme) sono uscite fuori tre personalità in combattimento totalmente diverse, che sono state e che vengono guidate dai nostri istruttori per permetterci di sviluppare sempre di più tutta la nostra scherma. Questa osa io nel karate non la vedo e, anzi, il mio maestro l'ha addirittura considerata una cosa negativa in quanto per lui non bisognerebbe concentrarsi su ciò che viene facile...peccato che ciò che ci viene "facile" spesso nemmeno riusciamo a farlo, quindi a che pro andare a afre cose che non faremo mai perché sono contro la nostra stessa personalità?

Queste sono le contraddizioni alla base del karate che io non riesco proprio a comprenendere

Sì, la parte didattica collettiva è molto marcata, per i motivi che ho esposto sopra.
In molti casi anche troppo, hai ragione.

Però forse (e mi permetto di dire solo "forse") dipende anche dal praticante e dai suoi obiettivi.

Gli agonisti coi controcazzi vengono preparati eccome ad esprimere il meglio delle proprie potenzialità ! Se hanno in potenza determinati atteggiamenti virtuosi, questi vengono esaltati per poter farli primeggiare nella competizione.

Semmai il problema sorge con gli amatori che vanno 2 - 3 volte massimo a settimana... lì cosa vuoi esaltare, scusa ? I difetti ?

A scherma noi non siamo agonisti (è storica) e ci andiamo una volta a settimana...com'è che si fa lo stesso? :)

Ah e per rispondere al tuo ultimo post:
Nemmeno io agli stage o da altre parti ho mai visto gente che si faceva tali problemi e che accettava la pratica così com'è. Mi sta benissimo, ma a me, semplicemente, non va di accettare tutto quello che mi viene detto senza dubitare. Così come non mi va di starmi quando mi dicono che una cosa è così per un motivo che per me è completamente surreale e slegato dalla ricerca della praticità e dell'efficacia. In quanto io alla ricerca della perfezione del gesto per migliorarsi come persona non ci credo, per me il miglioramento sta nel cercare di essere sempre maggiormente efficaci, non nella ricerca del gesto fine a se stesso. Ma poi qua sono opinioni, non è questione di meglio o peggio, solo di gusti.
« Last Edit: April 03, 2012, 12:23:42 pm by Davide.c »
- Fondatore del dojo rinnegato e della BUFF Caverna
- Karateka libero
- Lupo Rognoso della compagnia dello scarafaggio

"Strength is born in the deep silence of long-suffering hearts; not amid joy." - Sir Arthur Helps

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Offline Saburo Sakai

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Re:La mancanza di semplicità
« Reply #89 on: April 03, 2012, 12:21:14 pm »
0
Non ho capito
Lo spirito viene prima della tecnica.