Di seguito un mio pensiero su alcuni atteggiamenti basilari nelle arti marziali tradizionali, che a causa della poca perizia di esecuzione creano dubbi, incertezze e inefficacia (oltre che danni). La causa scatenante è la forza centrifuga.
Forza: Causa capace di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo (definizione dinamica di f.), ovvero causa capace di deformare un corpo.
Ogni f. è caratterizzata da una grandezza, una direzione, un verso e un punto di applicazione: si può quindi rappresentare una f. mediante un vettore applicato, e comporre vettorialmente due forze agenti sullo stesso corpo, secondo la regola del parallelogrammo, nella f. risultante (o semplicemente risultante).
F. centrifuga (Definizione della treccani)
Locuzione che ha vari significati. a) F. di trascinamento quando il moto di trascinamento è rotatorio uniforme: detta m la massa del punto P in moto, ω la velocità angolare del moto di trascinamento, P* la proiezione di P sull’asse z della uniforme rotazione di trascinamento, essa vale mω2P*P. La f. centrifuga è conservativa; il potenziale, posto r=∣P*P∣, vale U=mω2r2/2+cost.; le superfici equipotenziali sono cilindri circolari coassiali a z. Il suo intervento (insieme al peso) spiega, per es., la forma a paraboloide di rotazione assunta, in condizioni di regime, dalla superficie libera di un liquido pesante contenuto in un recipiente in rotazione e dà ragione del metodo della centrifugazione per la separazione di particelle in sospensione in un liquido. b) Nel moto di un corpo su una traiettoria fissa, prestabilita (e realizzata mediante convenienti dispositivi vincolari: binario ecc.) è la componente della f. che il corpo esercita sul vincolo secondo la normale principale esterna alla traiettoria l. È uguale e di segno opposto alla f. centripeta che il vincolo esercita sul corpo. È la f. centrifuga che, per es., si manifesta sul sasso nella rotazione di una fionda, con una trazione dalla mano verso il sasso, tanto più intensa quanto maggiore è la velocità e minore è la lunghezza della funicella.
Semplificando la definizione possiamo dire:
La forza centrifuga è una forza apparente a cui ogni corpo è sottoposto quando è messo in rotazione,e causa uno spostamento verso l'esterno.
Ora sulla base di questa definizione proviamo a vedere di dare un senso a tanti piccoli atteggiamenti adottati nelle arti marziali tradizionali.
Iniziamo dall'inclinazione del corpo, immaginiamo di mettere in rotazione una sbarra di ferro perfettamente dritta , lo spostamento verso l'esterno causato dalla forza centrifuga sarà uniforme su tutta la superficie dell'oggetto. Ora immaginate di fare la stessa cosa su una barra leggermente inclinata (a forma di v per esempio) , il risultato non è lo stesso. Inoltre mettiamo che questi due oggetti debbano anche restare in piedi, il primo fino a che rimarrà in movimento sarà in equilibrio, il secondo sarà il movimento stesso a causarne la perdita dell'equilibrio (complice anche la forza di gravità).
Bene ora immaginiamo che al posto della sbarra di ferro ci sia il nostro corpo, se perfettamente allineato e messo in rotazione causeremo solo forza di spinta verso l'esterno, se invece il nostro corpo non è perfettamente allineato e lo mettiamo in rotazione questo renderà il nostro equilibrio precario (limitando di molto la nostra potenzialità marziale).
Rendono bene l'idea le immagini qui sotto, dove si vede che Funakoshi (figlio) inarcua la zona lombare mentre Funakoshi (padre) no, ovvero nel primo caso il corpo su cui applichiamo la rotazione (causando così la forza centrifuga) non è correttamente allineato e quindi non riesce ad esprimere al massimo tale forza sul bersaglio, mentre nel secondo caso tutta la forza centrifuga espressa viene scaricata sul bersaglio.
A questo punto sorge spontanea una domanda: ma se non riesco ad esprimere sul bersaglio tutta la forza centrifuga che il mio corpo messo in rotazione genera, dove va a finire questa forza?!
La risposta è semplice, nel punto di rottura dell'allineamento del nostro corpo, e nel caso specifico della foto nella zona lombare della spina dorsale.
La conclusione di questo primo e breve ragionamento è che se generiamo forza centrifuga ma non abbiamo allineato il corpo non solo non siamo efficaci, ma ci danneggiamo.
Ovviamente un pugno non è mai una carezza, ma eseguirlo correttamente porta dei risultati che rendono efficaci anche le persone meno dotate fisicamente. E' ovvio che una persona di 90 kili per 1 metro e ottanta d'altezza sarà sempre efficace (anche se facesse la suprema boxe del ricamo e del cucito), ma per una persona come me che pesa 60 kili per 1 metro e 70 d'altezza se tutto non è perfettamente calibrato rischia l'insuccesso.
Il ragionamento non è finito qui, perchè prima abbiamo detto "forza=causa capace di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo", quindi la forza centrifuga mette in moto il nostro corpo, allora perchè si necessità di spingere con il piede verso terra?! La risposta è: NON SI SPINGE CON IL PIEDE PER TERRA!
Questo è uno di quegli errori che causano il disallineamento del corpo su cui applichiamo una rotazione causandone un punto di rottura in cui avviene una dissipazione della forza centrifuga generata. Tanto è vero che notando questa distinzione ci si può dare una risposta alla domanda abbastanza comune "perchè Funakoshi padre teneva il piede posteriore così aperto? se spingo in avanti con il piede dietro il piede non deve essere con la punta avanti a causa delle forze vettoriali?" (vedere foto sopra) bene la risposta è: non si spinge con la gamba dietro e non si tira con la gamba avanzata, è la forza centrifuga che ci mette in moto e che ci da la forza di colpire.
Senza dimenticare un fattore, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, quindi se noi applichiamo forza contro il terreno quest'ultimo ci restituira lo stesso quantitativo di forza che andrà a scaricarsi nella zona lombare se il corpo non è allineato. Quindi proprio per non incentivare questa spinta verso il terreno è propedeutico tenere il piede della gamba posteriore aperto e non diritto verso l'avversario. In maniera da imparare ad eseguire il gesto corretto senza cercare di compensare con atteggiamenti dannosi (se applicati nel contesto).
Inoltre in quanto appena detto possiamo capire che siccome la gamba posteriore non spinge conviene mantenerne la pianta completamente al suolo senza alzare il tallone, perchè in questo modo abbiamo una base d'appoggio con maggior superficie che teoricamentee dovrebbe garantire un maggior equilibrio.
Bene questo è il mio pensiero su alcuni atteggiamenti che si adottano nelle arti marziali tradizionali (tallone a terra, rotazione del busto, ecc.), dei veri capisaldi ma che quando si eseguono senza cognizione di causa sono solo dannosi e davvero inefficaci.
Ricapitolando, nella pratica marziale ad un livello base bisogna imparare a tirare il pugno solo grazie alla forza centrifuga che mettendo in movimento la nostra massa scarica la nostra forza peso sul nostro bersaglio (in maniera rilassata e decontratta).
In ultima analisi si capisce che è anche errato dire "gamba tesa" è più corretto dire "gamba distesa" perchè tendere la gamba è un atteggiamento attivo per la spinta della gamba posteriore, la gamba distesa è un effetto della rotazione attorno all'asse centrale del corpo. Nel caso della gamba tesa a lungo andare si possono creare danni all'articolazione della caviglia e del ginocchio nel caso della gamba distesa (a causa della rotazione) questo non avviene.
Insomma la forza centrifuga è l'input iniziale che scatena tutto ma se l'input è errato il risultato non sarà quello che ci aspettiamo.
Vorrei solo precisare che ho usato foto di due karateka non per accanirmi sul karate (arte che ho praticato e che mi è rimasta nel cuore) ma perchè erano le prime foto che ho trovato e che si prestavano al mio ragionamento per fare dei paragoni, anche perchè le problematiche da me segnalate sono patrimonio comune di quasi tutto il panorama tradizionale marziale italiano (in base a quello che ho sentito e letto in giro) non solo del karate shotokan.
Per concludere è vero come diceva Funakoshi che "lo spirito è più importante della tecnica", ma a parità di spirito combattivo vince (oltre al fattore fortuna) chi ha un lavoro corporeo migliore!
Tutto questo è come sempre un mio pensiero personale dettato dalla mia esperienza. A voi la parola.