Il fondamento è dato dal fatto che si provano i colpi al sacco, ai colpitori e nel prestabilito. Nel combattimento poi ci si scompone ed ecco che è diventa tutto più difficile.
Per il resto elementi fisici come il "momento ribaltante", "momento flettente" o "momento torcente" valgono tanto nel judo (nel jj se ne parla almeno dal 1975) come in tutte le altre discipline comprese il taiji. Qui però parliamo di movimenti che dal centro dirigono la forza all'esterno.
Da qui a mettere vettori di foza centrifuga in ogni panino e parlare di movimenti elicoidali e meccaniche di movimento alquanto "creative" per giustificare posture e movimenti che in educazione definirei alquanto lontani dall' ottimale, la strada è lunghetta.
Non ho nemmeno la forza di mettermi a puntualizzare sul post di apertura, dico solo che prendere definizioni ed applicarle a caso e fuori contesto di riferimento non qualifica la cosa come "definita e dimostrata" .
Un po' come postare due immagini e forzare a seguire un ragionamento piuttosto periglioso e abbarbicato sugli specchi.
Se vogliamo parlare di meccaniche ottimali in virtù della resa e parliamo di pugno io vorrei proprio farlo un test tra un movimento eseguito da un pugile e uno che si preoccupa di allineare il suo mingment all' armonia celeste e farmi due risate sui numeri.
Sul serio, non tiriamo in ballo le definizioni fisiche per poi scrivere ste favate che proprio non si possono leggere e che fanno temere che ci si creda sul serioa certe idee :
ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, quindi se noi applichiamo forza contro il terreno quest'ultimo ci restituira lo stesso quantitativo di forza che andrà a scaricarsi nella zona lombare se il corpo non è allineato.
oppure
La fluidità e la continuità di movimenti che possono essere tanto leggeri quanto penetranti è data solo e solamente se questi moviemnti avvengono senza che la struttura venga mai scomposta altrimenti, molto banalmente, un colpo non sarà mai efficace perché a differenza del pugilato, dove comunque l'essere composti è imporante, il corpo non sarà in grado di dare forza al colpo perché non ci sarà il tripite a sopperire alla tecnica.
perchè se ironicamente mi rattrista che si debba far colpire di pugno anche chi sfortunatamente è nato senza tricipte, mi chiedo come cavolo è possibile essere tanto disonesti intellettualmente da pensare che la meccanica di un pugno nel pugilato si riduca al tricipte, dimostrando di essere o ignoranti come capre o in cattiva fede.
Posso anche tollerare che si prenda la fisica e si cerchi di forzarla alle proprie necessità per legittimare quello che si pratica, ma non che si faccia finto pensiero alternativo per poi liquidare meccaniche che hanno ben più provata valenza con una mezza falsità buttata lì.
Io penso che semplicemente non si capisca o che si faccia finta di non capire.
Se non si capisce la differenza fra il tirare un pugno nello stile del pugilato da una posizione scomposta sopperendo alla mancanza di tecnica, causata dalla posizione scomposta, con la forza del tricipite per arrivare a bersaglio comunque con una certa efficacia e l'impossibilità negli stili che richiedono
necessariamente che la posizione sia composta per rendere efficacie un colpo la soluzione è una sola: fare taiji e fare pugilato e capire le differenze e i punti in comune.
Per il resto io sono invece stupito di come il "movimento elicoidale" delle anche risulti essere una meccanica così difficile da capire visto che basta piegare le ginocchia, piedi alla stessa distanza delle spalle e spostare il peso da un lato e dall'altro muovendo il bacino senza alzare e abbassare il baricentro per verificare che non c'è altro modo di effettuare lo spostamento in modo fluido e continuo se non muovendo le anche in modo elicoidale.
Penso che la dinamica dei pugni sia abbastanza complessa.
La forza centrifuga è solo una delle componenti della tecnica... Non condivido questo invece:
Senza dimenticare un fattore, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, quindi se noi applichiamo forza contro il terreno quest'ultimo ci restituira lo stesso quantitativo di forza che andrà a scaricarsi nella zona lombare se il corpo non è allineato. Quindi proprio per non incentivare questa spinta verso il terreno è propedeutico tenere il piede della gamba posteriore aperto e non diritto verso l'avversario. In maniera da imparare ad eseguire il gesto corretto senza cercare di compensare con atteggiamenti dannosi (se applicati nel contesto).
Nelle tecniche di pugno in realtà non si spinge contro il terreno. In realtà il movimento del tallone è un "ammortizzare" la caduta del nostro corpo (siamo in un campo gravitazionale sempre e comunque), il che ci permette di trasformare la nostra energia potenziale in cinetica sfruttando l'attrazione gravitazionale.
Adesso ci siamo. Stessa identica cosa nel taiji. La differenza è che nel pugilato prima di ogni pugno si ammortizza la caduta del corpo per sfruttare l'energia cinetica. Nel taiji solo all'inizio per poi richiedere la stessa energia cinetica spostando (ma diciamo anche ammortizzando) il peso da un lato e dall'altro, ma senza alzarsi e piegarsi sulle ginocchia, ma appunto col movimento elicoidale delle anche. Ecco perché è fondamentale la tecnica di "inizio" della forma.
Un pugno bello potente sfrutta si la componente centrifuga (che, essendo proporzionale a quadrato della velocità angolare, dipende da quanto rapida sarà la rotazione), ma getta sull'avversario tutta il peso del corpo, sfruttando la forza di gravità.
Perfetto.