Caro e stimato Muteki, purtroppo la confusione si alimenta - secondo me - anche con questi interventi:
mah. per me tradizionale significa solo non usato per gare con sistemi di valutazione idioti, tipo il point karate. non esistono tradizioni rigide.
Vista la novità dell'argomento, riciclo un papiro di qualche anno fa, a proposito del termine "tradizionale" (ovvero "viva la pigrizia", ovvero "come vivere di rendita"):
http://www.etimo.it/?term=tradizioneDal che si capisce chiaramente che il termine "tradizionale" non si associa nè con i contenuti, nè con le finalità, nè con l'antichità, ma unicamente con le
modalità di trasmissione degli stessi.
E' "tradizionale" qualunque contenuto culturale che non abbia la sua origine in una fonte scritta e documentata o in un autore identificabile, indipendentemente dal fatto che oggi sia stata "riversata" in forma scritta e/o audiovisiva.
Così, ad esempio, canti popolari tramandati oralmente e senza autore certo, vecchi di un paio di secoli, sono tradizionali. In un certo senso anche le barzellette di autore ignoto, diffuse e implementate con passaparola, potrebbero essere considerate "tradizionali", benchè recentissime. Viceversa le tragedie greche, vecchie di migliaia d'anni, NON sono tradizionali, perchè opere d'Autore; mentre lo sono i contenuti mitologici ripresi all'interno delle stesse, la cui origine si
perde.
Tutto questo - oltre che per farvi due maroni così - per dire che?...:
1) Il termine "tradizionale" (applicato al karate, ma vale anche per le altre AM, magari con percentuali diverse) è al 90% improprio. Sicuramente lo è per gli stili codificati da un ben preciso e "singolo" maestro, magari in forma scritta: Shotokan, Wado Ryu, Shito Ryu, Shotokai, Kyokushinkai, ad esempio, NON sono karate tradizionale. Possono essere considerati tali gli stili di Okinawa, tramandati oralmente e praticamente, da cui gli altri si sono distinti, nonostante siano ancora oggi praticati e insegnati.
2) Il termine "tradizionale" NON è contrapposto al termine "sportivo". Se non adottiamo la definizione restrittiva di alcune scuole di pensiero, molti sport del passato (dai giochi con la palla della civiltà Maya al Calcio fiorentino) sono a buon diritto "sport tradizionali". Gli sport moderni invece non lo sono, perchè i loro atti costitutivi sono rintracciabili nei documenti delle prime federazioni o negli scritti dei professori di ginnastica che li hanno inventati.
Potremmo contrapporre "tradizionale" a "moderno" (confortati anche da qualche dizionario:
http://parole.virgilio.it/parole/sinonimi_e_contrari/index.html); per quanto i due termini, come abbiamo visto, non siano mutuamente esclusivi. Ad esempio, trovare un termine corretto per il multiforme karate che viene oggi chiamato "tradizionale", da contrapporre (
se è lecito farlo, cosa di cui dubito) al karate "sportivo" è impresa molto più difficile.
Tra l'altro, non mi pare che negli anni 1960 tale termine si usasse: è stato introdotto e fatto "marchio di fabbrica" proprio per distinguere un differente regolamento
sportivo, e questo la dice lunga sulla coerenza dell'operazione.
3) L'arte marziale tradizionale, come ogni cultura tradizionale, NON si innova ma si tramanda così com'è, e questo non perchè sia "giusto", nè perchè la tradizione è sempre meglio della modernità, ma unicamente
per definizione. Nel momento in cui introducessi una qualsiasi variazione, questa non sarebbe più ereditata dalla "tradizione", ma MIA, quindi moderna, d'Autore. Questa consapevolezza spesso tra i difensori della tradizione è andata persa, e spesso si sostiene il contrario: "la tradizione è il meglio della sapienza umana" / "la tradizione si può innovare".
A differenza del termine "sportivo", il termine "tradizionale" rivendicato da molti è pura convenzione, etichetta. Se da questo si vogliono costruire ragionamenti sul perchè, il percome, similitudini, contrapposizioni, si generano gli equivoci di cui sopra e ci si perde in giochi mentali senza fine e senza costrutto.
No, perchè leggo che si invoca spessissimo il corretto utilizzo/scrittura/pronuncia dei termini stranieri (giapponesi, o cinesi, o altra lingua esotica), altrimenti si denota ignoranza, mancanza di rispetto, etc.; ma molto meno riguardo viene usato ai termini
italiani di cui ci serviamo abitualmente, e soprattutto ai concetti che i termini stessi rappresentano; ergo - in ultima analisi - alla vera correttezza, quella del ragionamento e della conoscenza.
Buona Pasqua.