Il tradizionale

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Offline Dipper

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Re:Il tradizionale
« Reply #210 on: April 05, 2014, 20:34:38 pm »
+1
Ma infatti ho scritto di diritto. Di fatto non risulta neanche a me.
Se di diritto non fosse come dico io allora i centinaia di post sull'importanza della PA rivolta ai principalmente ai praticanti di AMT. Oggi un pò meno, ma un pò meno fra quelli iscritti ai forum. Conosco più di una palestra di AM dall'aikido al kungfu che riderebbero una settimana a sentire parlare dell'importanza dello squat.
E il luogo comune c'è ancora. Conosco più di una mamma che ha iscritto il figlio pelle e ossa a Judo o karate "così impara a difendersi, ma non a pugilato che è uno sport violento".
:thsit:

Intendi gli SdC o proprio di altre discipline?
Tutte. Fondamentalmente una disparità fisica (e l'essere grosso è solo una delle variabili) può essere compensata solo in presenza di un divario ancora più grande in termini di tecnica, astuzia ed esperienza. Può ;)

so che molti praticanti pensano ci vogliano 20 anni. Ma avendo praticato e letto qualcosa credo che non fosse lo scopo di chi ha formalizzato il WC.
Sullo scopo originale non posso discutere perchè ignorante. Ma di solito. poichè considero le AM nella loro mutevolezza, io tendo a guardare le cose per come sono, non per come erano, vorrei che fossero, avrebbero dovuto essere.

Io penso che il divertimento nella pratica arrivi quando con pochi ingredienti si possono cucinare piatti sempre diversi.
Ma in generale condivido.
Certamente, sono d'accordissimo. Rimanendo sul tuo paragone, con la cioccolata si possono fare un mucchio di cose interessanti, ma non ci puoi cucinare una fiorentina. Quindi, in sostanza, bene esplorare tutte le possibilità che quello che pratichiamo ci permette di esplorare, magari rimanendo con i piedi per terra e consapevoli che ci sono dei limiti, oltre i quali bisogna passare ad altro.
継続は力なり 空手の修業は一生である
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Offline Bingo Bongo

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Re:Il tradizionale
« Reply #211 on: April 09, 2014, 16:47:06 pm »
+1
Esperienze passate e recenti mi stanno indicando che la decostruzione di sovrastrutture e la plasmazione del sistema sull'uomo (e non l'adattamento dell'uomo al sistema), pagano molto sia in termini di resa, che di tempo impiegato.
Questa frase mi fa tornare in mente un tema sul quale sarebbe interessante aprire un topic dedicato.
Cioè, parlando di striking: dato un principio per il miglior movimento biomeccanico possibile utile a dare velocità, forza, fluidità e continuità al maggior numero di traiettorie (se siamo d'accordo che il punto di partenza e il punto di arrivo cioé appunto la traiettoria sia l'aspetto più importante nello striking) alle tecniche si può, partendo da tale movimento, aggiungere tattica e strategia per far fronte a problemi di combattimento reali.
Viceversa se è necessario in modo indiscutibile partire dalla tattica e strategia, ricavati dai problemi di combattimento reali, e stabilirne successivamente biomeccanica e tecnica.

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Offline Dottor Wolvie Killmister

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Re:Il tradizionale
« Reply #212 on: April 09, 2014, 21:37:32 pm »
+1
Esperienze passate e recenti mi stanno indicando che la decostruzione di sovrastrutture e la plasmazione del sistema sull'uomo (e non l'adattamento dell'uomo al sistema), pagano molto sia in termini di resa, che di tempo impiegato.
Questa frase mi fa tornare in mente un tema sul quale sarebbe interessante aprire un topic dedicato.
Cioè, parlando di striking: dato un principio per il miglior movimento biomeccanico possibile utile a dare velocità, forza, fluidità e continuità al maggior numero di traiettorie (se siamo d'accordo che il punto di partenza e il punto di arrivo cioé appunto la traiettoria sia l'aspetto più importante nello striking) alle tecniche si può, partendo da tale movimento, aggiungere tattica e strategia per far fronte a problemi di combattimento reali.
Viceversa se è necessario in modo indiscutibile partire dalla tattica e strategia, ricavati dai problemi di combattimento reali, e stabilirne successivamente biomeccanica e tecnica.

Stai parlando della differenza fra arte marziale e difesa personale, e scusate se è poco  ;) ..
Fondatore dell'omonimo sistema di difesa personale!

https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=3886.0

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Offline Saburo Sakai

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Re:Il tradizionale
« Reply #213 on: April 28, 2014, 14:48:08 pm »
+5
Spulciando il forum mi sono imbattuto in questa vecchia discussione recentemente riesumata, e provo a dare un contributo sul tema anche a seguito di una evoluzione del mio pensiero rispetto a quello espresso in passato anche su queste pagine.
Il termine "tradizionale" si riferisce, come diceva originariamente Clode, ad un codice stereotipato di comportamenti riconosciuti dall'immaginario collettivo. Alla base di tutto questo ci sta un problema di marketing per ritagliarsi in maniera intelligente una fetta di mercato sportivo.
Forse in altri paesi una disciplina definita come "tradizionale" verrebbe vista come vecchia e statica, ma non in Italia, e chi usa questo termine più o meno consapevolmente lo sa: tradizionale generalmente da noi viene visto come qualcosa di buono, di positivo, di sicuro contro le derive imprevedibili della perdizione moderna... un po' come le immagini che imperano nello slow-food, nel settore turistico, nella promozione di prodotti nazionali.
Però la cosa viene molto abusata, un po' come nella pubblicità in cui, tra tramonti, vecchie mura e atmosfere antiche, Banderas con la trippa fa i biscotti del Mulino Bianco (industrialissimi) usando una macina di pietra e parlando con una gallina.
Anche un hamburger del McDonald in Italia, se lo collochi come "prodotto tradizionale", vende molto di più anche se rimane in realtà lo stesso junk food.
Ecco che "tradizionale" nelle Arti Marziali fa (faceva) grandissima presa nella nostra cultura, fornendo un codice di condotta che, per quanto spesso sia un falso storico, fa sentire il praticante all'interno dell'unica vera corrente valida e sicura, comprovata da secoli di tradizione tramandata da saggi e micidiali Maestri, spesso illuminati da Dio e da Buddha mentre adoravano le divinità locali spaccando le ossa a orde di nemici, in un perfetto mix di sincretismo caotico e new age.
Inutile dire che il termine "tradizione" è molto più ampio, e meriterebbe ben altre analisi molto noiose in questa sede, ma nella cultura collettiva è interpretato come qualcosa di statico, positivo ed universalmente valido nel tempo e nello spazio... cosa che fa a cozzi con la realtà.
Quindi con il termine "tradizionale" il praticante nostrano (o "nostrale", come diceva tradizionalmente la mi nonna) si sente sicuro di imparare qualcosa di certificato da secoli di continuità e di saggezza accumulatasi nel solco di un pensiero universalmente valido, e quindi si sente per transfer parte attiva di quella tradizione, acquisendone automaticamente tutti i pregi decantati da Maestri orientali illuminati, e da picchiatori di paese delle nostre parti.
Poco importa se in realtà avrà ascoltato, nelle migliore delle ipotesi, delle storie dei bei tempi andati, e se farà qualcosa di completamente fine a sé stessa lontana anni luce da metodologie all'avanguardia. Poco importa se non si sarà mai confrontato con nessuno in maniera seria e non mediata per mettere alla prova le conoscenze acquisite in combattimento, ma passerà ore a ripetere forme che saranno poi giudicate valide o meno esclusivamente dai detentori della "tradizione".
Starà facendo comunque, nella sua mente, qualcosa di MIGLIORE perché TRADIZIONALE.
E pazienza se il mondo va in una direzione diversa, il tradizionalista convinto sarà chiuso in una nicchia in cui si costruirà la sua realtà perfetta e autoreferenziale, perché "certificata" dal passato. Non senza giudicare con disprezzo tutto il resto. Provare per credere.
Lo spirito viene prima della tecnica.