Arte Marziale, definizione cui si cercano significati orientali, non potendoli trovare perchè non ha nulla di orientale essendo stata coniata dagli occidentali, per descrivere le discipline da combattimento orientali.
A monte di ciò, Arte ha un senso fin troppo chiaro, è la capacità di creare, a dispetto della capacità di replicare, quindi indica la capacità di far propria una disciplina, adattandosela, elevandola a qualcosa che non sia più "la disciplina imparata da" ma diventi "la disciplina di".
Marziale attiene a due aspetti, legati fra loro, ossia il Bushido, lo studio delle discipline "da guerra", ivi compreso il combattimento, oltre che il metodo di addestramento, grearchia e insegnamento, di chiaro stampo militare, con i riti, le regole e tutto il resto., ivi compresi i comandi, l'omologazione dei gesti, le risposte (oss/signorsì per esempio) e la scarsa tolleranza per domande e dibattito.
Sul versante "Tradizionale" invece, secondo me c'è fin troppa confusione e fraintendimento.
Si usa spesso il termine tradizionale, per definire pratiche ortodosse e congelate nel tempo, giustificandole con "ai tempi si faceva così" nell'inutile illusione che, facendo allo stesso modo, si possa diventare come i propri miti.
A parte la mancanza di prove certe che "si facesse così", quand'anche fosse, il rifare le stesse cose di tizio e caio, che le facevano 300 anni fa, o anche solo 100, non significa fare come loro, ma rievocare, come a teatro, perchè proprio a loro, mai sarebbe venuto in mente di "fermarsi li", se avessero avuto tempo, conoscenze, strumenti e metodologie, per migliorare, diventare più forti, di certo ne avrebbero approfittato, non fosse altro che, non facendolo, le avrebbero prese da tutti gli altri.
Per me, tradizionale è chi non rinnega ma evolve, studia, migliora, modernizza, adegua a se stesso e ai tempi, ai contesti, implementando ove riscontri mancanze, facendo cioè, quello che i combattenti cui fa riferimento, avrebbero certamente fatto.
Oggi invece, per moltissime persone, AMT significa non porsi domande, credere ciecamente, infarcire la pratica di gesti rituali senza averne reale conoscenza, anteporre la filosofia alla pratica, ossia l'opposto rispetto a chi li ispira.
Musashi Miyamoto non scrive "i cinque anelli" per poi iniziare la sua pratica, tutt'altro invece, lui pratica, impara sulla sua pelle e su quella dei suoi avversari, ne ammazza un tot, dopo di che elabora la sua esperienza in considerazioni e filosofia.
A mio avviso, questo genere di fraintendimenti, la poca propensione a documentarsi e ragionare, un pizzico di cialtroneria, hanno creato tanto schifo marziale, tante cocenti delusioni, svariate risate altrui e un mare di pseudo santoni, che giocano a fare gli orientali da Manga, essendo tutto tranne che quello.