Ryujin non sbaglia, prima di Aikido, c'è Daitoryu Aikijujutsu e non solo, ci sono state più definizioni date dallo stesso Ueshiba alla sua disciplina.
Ma questo accade anche altrove, non solo per l'Aikido.
Il punto è, a mio parere, proprio nella "eventuale" consequenzialità dei due aspetti, specialmente in altri tempi, dove le ragioni per cui iniziare una disciplina, erano strettamente legate all'eventualità "mazzate".
In pratica una roba del tipo"tu vieni qui per imparare come difenderti e io ti insegno a difenderti secondo il mio metodo", senza altre accezioni, dopo di che, quei praticanti più portati alla filosofia, all'introspezione, all'analisi e alla spiritualità, dalla pratica e dai suoi effetti (le mazzate appunto) traggono il loro Do, fatto di considerazioni, conclusioni, convinzioni, mutuate dall'esperienza diretta, quindi più radicate e forti rispetto ad un semplice ragionamento convincente.
Il Do poi, è anche relativo ad una parte strettamente pratica e applicativa del Jutsu, ossia la "personalizzazione" della propria disciplina, quindi il renderla applicabile ed efficiente, cucendosela addosso, facendola propria, una propria via appunto, non più una ripetizione di gesti e coreografie, non più semplice simulazione per quanto dinamica.
In entrambi i casi però, che il Do sia di natura filosofico/spirituale, o di natura pratica, è una conseguenza del jutsu, nemmeno sempre obbligatoria, perchè poi molti restano fermi ad una pratica ripetitiva e anonima.
Altra cosa è quella che poi è avvenuta qui da noi, dove moltissimi, iniziavano cercando l'uno e l'altro aspetto.
Ovviamente venivano e vengono accontentati nella più parte dei casi, ma io trovo che sia un "prodotto" fallace, perchè quando il Do, qualunque dei due esso sia, non è figlio e frutto del Jutsu, allora è indotto dal maestro, cioè parliamo della visione, della pratica personale, della filosofia e delle convinzioni, di chi ce le passa, ma non di "roba nostra".
Io leggo mediamente 5 giornali al giorno, da destra a sinistra passando per il centro, dopo di che, mi faccio la mia idea su ciò che accade e perchè.
Se invece prendessi per buono ciò che leggo, probabilmente ne leggerei uno o due, per poi far mie le idee di chi scrive, ma sarebbero sempre e comunque le idee sue.
Non so se mi spiego al meglio