ludf, ho solo spiegato più nel dettaglio, nulla più
Si scherza, eh, eh!
Era per dire che personalmente mi interessa (ci interessa, se tiro in mezzo anche Ryujin) ciò che sta dietro le cinture in termini di insegnamento strutturato, piuttosto che il se/quando/come/perchè/a quanto le conferisco.
Immaginavo, infatti mi sono dilungato cercando di andare in tal senso.
Rimane però sempre valido il nodo gordiano... per
quale fine insegni karate?
Solo dopo la risposta a questa domanda puoi decidere cosa c'è dietro.
Io insegno per far raggiungere un determinato obiettivo ai miei allievi, quindi applico determinate metodologie, ma se un'altro insegnante ha obiettivi diversi, naturale che applicherà metodologie differenti.
Io seguo la logica di 'O Sensei Miyagi, come la si evince dai kata di stile goju ryu.
I kata partono da quei 3 elementari (taikioku) che vennero introdotti poichè il M° riteneva i primi due kata (gekisai) un pò troppo complicati, per chi manco aveva coordinazione motoria.
I due gekisai a loro volta, erano stati creati sempre da lui, perchè partire da sanchin e saifa così di brutto, era impossibile.
A ben vedere la lista dei kata inoltre, si nota che la complessità e le abilità tecniche richieste, siano a salire di kata in kata, di più, determinaqti passaggi dei kata, sono difficilmente assimilabili, se non si hanno chiari i kata precedenti, a volte per cose che ci sembrano banali, ma secondo me non lo sono.
Esempio banale... lo prendo dai taikioku, che sono il "minimo sindacale" del goju ryu.
Il jodan ha, come maggior difficoltà, il coordinare braccia e gambe, in maniera fino a quel momento forse sconosciuta, oltre al dover imparare l'embusen.
Il jodan-chudan, ed il gedan, hanno lo stesso embusen, quindi imparato il primo, sei a posto per tutti e tre, ma non è tutto li...
il jodan-chudan, mescola due differenti posizioni di base, zenkutsudachi e sanchin dachi, più due shiko dachi, già questo per i neofita è un pò un problema.
Poi le parate, la prima jodan, la seconda chudan e la terza gedan, il tutto si ripete due volte, infine l'attacco, sempre sambon zuki (joidan-chudan-chudan).
Infine il gedan, che usa gedan arai otoshi e chudan zuki ma la posizione è shiko dachi a 45°, questo rende l'embussen anche se uguale "un casino inestricabile", anche se alla fine il kata in se è una mezza ç@22@t@, ma non per chi lo sta imparando.
Ovvio che salendo di kata è sempre peggio, ma avendo voi già capito è inutile proseguire.
Questa logica quindi, mi ha portato ad inserire i kihon, in maniera complementare ai kata di esame, cher detto tra noi, al 95% erano già fatti da un bel pezzo (fitak).
PERO' io ho un'obiettivo chiaro, quindi ho dovuto necessariamente integrare il programma del karate che avevo, altrimenti sarei stato inefficace all'obiettivo.
Ecco quindi che ho aggiunto al programma acune tecniche, come sokutei geri cioè calcio con il taglio interno del piede.
Ma anche le tre cadute basilari di tutte le AM, cioè la caduta avanti, indietro e laterale, che però non essendo judo, ho dovuto spezzettare per rendere più assimilabil, in due passaggi la laterale e quella indietro ed in tre quella avanti, per comodità ne spiego una.
Prima si impara a rotolare in avanti come si deve, controllando la spinta senza sbattere gomiti, schiena e piedi.
Poi si impara la stessa cosa da in piedi, facendo un passo avanti, variando l'altezza di partenza, diventa necesario capire soprattutto la parte iniziale della rotolata.
Infine si esegue camminando velocemente, un passo mentre ci si piega e viaaa.... qui è fondamentale capire bene la parte finale, infatti i judoka riusolvono l'eccesso di energia con possenti manate sul tatami, io però una possente manata sull'asfalto, francamente farei a meno...
Però sapete tutti che io non faccio nulla di agonistico a nessun livello, me lo posso permettere tranquillamente, ma gli altri valutando i loro obiettivi, devono fare delle scelte.
Secondo me, ognuno deve mettersi in discussione almeno ogni anno sportivo, considerando l'anno di attività dai 9 ai 10 mesi.
Io personalmente, mi metto in discussione dalle 2 alle 3 volte l'anno, mi chiedo se i miei allievi stanno progredendo, come ed in che modo, e se ciò rispecchia l'obiettivo della scuola.
Nei primi tre anni, sono sincero, ho cambiato impostazione almeno 5 volte, poi però ho cominciato a capirmi, a vedere degli obiettivi, che sono riuscito a scomporre in tappe chiare, lampanti.
Ho continuato a studiare per cercare sostegni storici chiari a quello che mi pareva il mio obiettivo, che avevo già intuito e che, cercando e studiando, ho trovato.
Per capire certe cose ho dovuto studiarne altre, le quali però, mi hanno confermato che l'obiettivo era giusto, ora vedo che le tappe sono a portata di mano, essendo l'obiettivo ben definito e supportato.
La parte più difficile, è stato capire se e quanto un'arte Giapponese dell'800, potesse vivere nell'Italia di oggi, grazie al cielo, lo scopo che l'ha portata a nascere è attualissimo ovunque e sempre, quindi approfondii le mie conoscenze legislative (avvoltoi con la toga....
)
Per attualizzare il dojo kun, dopo la consulenza ed il ragionamento, ho capito che non avevo da fare nulla, essendo buon senso, non ha epoca...
Però ci ho messo molto tempo a capire queste cose, ed ancora di più a farle.