sciolto, potente e "tosto".
ho notato due cose in particolare: la durezza del karate dell'est e la ricerca, una volta passata una certa età, di qualcosa che trascenda la capacità di combattere fine a se stessa. la cosa, pare, succeda a moltissimi karateka, che dopo una vita di pratica si rivolgono a cose forse più "spirituali" come la taji o l'aikido.
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