Per spettacolarizzare immagino siano stati enfatizzati i movimenti all'ennesima potenza, però in effetti ci sono applicazioni di questo tipo nel sikaran e pure nel silat. La costante è spesso indirizzare coi colpi le ginocchia avversarie per minarne la stabilità, calciando sia interno sia esterno ma anche solo "camminando" e impattando col ginocchio.
Nel silat avevo intravisto le presunte applicazioni di alcune azioni dei jurus andando ad agganciare il ginocchio
dell'opponente anche con le mani abbassandosi e uscendo da una linea d'offesa alta, in controtempo.
A parte la fissa col “penchak”/permaian, il nascondere la marzialità con estetica e ballo, l'ho semplicemente interpretato come una modalità didattica in cui usando le mani è più facile far comprendere come ingaggiare le ginocchia.
Per l'incavo del ginocchio tende a funzionare un po' come il colpetto a sorpresa che si dava da ragazzini per scherzare tra amici e far piegare le gambe. Ci sono poi alcune varianti con colpi a "strisciare" o proseguimenti degli stessi movimenti che terminano con pestoni.
Mi erano piaciuti molto i calci bassi, visti nel sikaran, con la tibiata che era quasi da considerarsi un disturbo/finta/antipasto (l'idea è di impattare scaricando peso, anche se non enfatizzato come nella thai, ma è comunque un diversivo apripista, una distrazione fisica).
Come in tante altre azioni c'è spesso un cambio di direzione della linea d'offesa, un piccolo bluff che di solito funziona, una sorta di seconda intenzione. Tutt'altro che semplice da fare nel senso che richiede un'ottima gestione del proprio peso corporeo da acquisire. Considero questa tendenza ai cambi di direzione uno delle motivazioni della ricerca della fluidità (anche in discipline di altra provenienza geografica con l'enfasi sulla circolarità dei movimenti) e all'inizio della pratica dell'ampiezza dei movimenti per economizzarli solo in un secondo tempo.
Come per le scene cinematografiche l'ampiezza rende le azioni più visibili e comprensibili per lo spettatore ma pure più progressivo e facile per l'allievo da capire e metabolizzare con la pratica (a mio parere non ne basta comunque poca). Poi in un secondo tempo diventa tutto più “stretto” ed economico possibile, con movimenti che meno sono visibili meglio è. L'ottica/tattica di fondo è quasi sempre quella dell'assalto/raid governata dall'acronimo SAS (speed, aggressivity, surprise) in cui meno l'opponente capisce bene quello che si sta facendo meglio è.
Ci si fa una risata ma è quasi frustrante la prima volta che vedi alcuni giochini perchè nonostante possano sembrare complicati letti su uno schermo, sono di una semplicità imbarazzante e ti stupisci (almeno io mi son sentito proprio un fesso
) a non esserci arrivato da solo, anche se di norma non sono per nulla sbandierati né dal vivo né tanto meno su internet.