la grande differenza e' che anche le pratiche ascetiche e meditative "storiche" riconducibili ad una tradizione non sono in grado di spiegarne le dinamiche, al massimo descrivono il fenomeno
Vero. Però, visto che siamo super OT, cerco di fare la sintesi di un ragionamento che se esploso richiederebbe molto tempo e magari ne parleremo di persona anche con gli altri che hanno partecipato al topic con grande interesse e ne sono felice. Anche quando le neuroscienze spiegheranno il "cervello" e i processi mentali attraverso sinapsi, legami neurali, chimica e biologia e quant'altro si troveranno, nel spiegarne la dinamica, a descrivere a loro volta solo un fenomeno. Quindi riporto un concetto che fu espresso da Kant con la nascita del razionalismo: per porre fine al "continuo temporale" (continuum temporale) della causa e dell'effetto siamo costretti a porre, da un punto di vista logico, che ci sia un "inizio" che sia "causa di se stesso". Cioè se per esempio dovessimo anche scoprire la particella di dio comunque saremmo costretti a pensare che causa di quella particella sia un qualcos'altro a meno che non poniamo quella particella come causa di se stessa cioè come "incausata". Da qui si arriva facilmente alla teologia quindi per ora mi fermo qui
le stesse "senzazioni" le prova anche chi pratica la cerimonia del the per esempio ma e' molto piu' difficile sentirsi "distaccati" durante un'aggressione fisica od anche nella fase pre-aggressione (se c'e').
Il distacco è sicuramente legato col tema sia del "vuoto mentale" che il flow. Nel caso delle meditazione, come da esempio del mio post precedente, certamente il discacco è tale dalle sensazioni esterne, perché è ciò che vogliamo per non essere distratti, che non sarebbe lo stato mentale ideale per affrontare un combattimento.
Però il distacco rimane un elemento fondamentale della capacità di delegare il processo cognitivo e di "vuotare la mente" per lasciare spazio al flow.
Faccio un altro esempio pratico e vicino ai nostri bisogni. Diversi anni fa venni a conoscenza di un metodo ulitazzato dai combattenti di Muay Thai che consisteva in questo: prima di combattere uno dei due thai si truccava metà viso come ad allungare la parte del labbro aprendolo sulla guancia e disegnando la dentatura per esporla. Esattamente come nel mondo animale per impaurire l'avversario si fanno vedere i denti.
Ora, io li ho visti e anche se senza essere dipinti sembravano già tipi poco raccomandabili dopo il trucco facevano decisamente impressione.
Obiettivo? Fare in modo che l'impatto visivo non constringesse il giudizio di ciò che si vedeva a compromettere la capacità di reazione, a far perdere tempo a pensare quanto era cattivo e pauroso. Ottimo allenamento: cercavano di farsi più paura per abituarsi a non averne. Per non farsi influenzare dallo stimolo visivo, ma distaccarsi da esso. Lasciare il giudizio dello stimolo visivo non al pensiero cosciente, ma a qualcos'altro.
Ecco in questo caso il distacco può essere l'elemento che può fare la differenza anche in aggressione in un contesto da DP.