Devo pur rispondere alle domande
grat...grat...Poi nello specifico sul rapporto del flow col "vuoto mentale", con le dovute variazioni sul "distacco", ho già indicato come il vuoto mentale sia il terreno necessario per l'attivazione del flow.
Siccome il nostro obiettivo è il flow, cioè sarebbe auspicabile poter affrontare un problema di combattimento nello stato di flow, qualunque cosa atta a prepararci, dalla meditazione alle forme, dai pressure test alla riproduzione degli scenari, dalla ripetizione del gesto tecnico e quant'altro possa favorire il presentarsi del flow è ben accetto per essere analizzato e provato.
@Giorgia
Anzi potresti aggiungere a questo topic un sondaggio?
Anche se sarebbe necessario dare un punteggio a ogni singola area piuttosto che sceglierne una, ma non credo sia possibile farei cosi:
"Quali fra le seguenti aree ritieni essere la più importante come indice del raggiungimento dello stato di flow o di uno stato ottimale o di eccellenza"
D1 - equilibrio tra sfide e abilità (quando il combattimento è divertente e stimolante ed è più importante dare il meglio di sé rispetto a battere l’avversario, perché se non c’è equilibrio… il più bravo si sentirà annoiato e il meno bravo sarà sicuramente ansioso.)
D2 - unione tra azione e coscienza (con l’attività spontanea e quasi automatica delle tecniche)
D3 - mete chiare (la chiarezza delle mete aiuta la focalizzazione sull’attenzione al compito fornendo il giusto feedback)
D4 - feedback immediati D5 - concentrazione sul compitoD6 - senso di controllo (sulle azioni, dove non c’è il timore di perdere il controllo ma sensazione di esercitarlo)
D7 - perdita della coscienza di sé (dove il sé si spinge oltre i propri confini e riemerge poi più forte di prima.)
D8 - destrutturazione del tempo (sensazione che il tempo scorra in modo lento o che si fermi)
D9 - esperienza autotelica (cioè fine a se stessa, intrinsecamente soddisfacente.)