Proprio perché sono nell'ambiente AM, posso affermare che la difesa personale è la difesa della persona, punto e a capo.
Nulla da eccepire che i sistemi per proteggersi siano molteplici e che molto si può fare in termini di prevenzione, ma non ci si può appropriare di una definizione cambiandone il significato.
Fino a non molto tempo fa non si parlava di corsi di difesa personale eppure la gente si è sempre difesa lo stesso, come vogliamo chiamare quel tipo di difesa? Street fighter?
Se vogliamo insegnare una difesa "legittima" allora dobbiamo parlare di difesa personale legittima, cioè eseguita secondo delle regole stabilite dallo Stato nel quale si opera la difesa personale. Possiamo parlare anche di difesa secondo altre regole, in questo caso seguiremo un codice etico diverso dalla legge.
Se vogliamo parlare di prevenzione possiamo spaziare a ritroso nel tempo dal punto di potenziale esigenza di difesa personale alla nostra nascita o ancora prima alle scelte fatte da nostra madre nello scegliere un riproduttore con questi o quei geni.
Nel senso che una scuola, un lavoro, un amico, un quartiere piuttosto che un altro, possono generare una serie di eventi in grado di aumentare la nostra esposizione al rischio, ma se chiamiamo questa prevenzione difesa personale allora tutto diventa difesa personale, il che va davvero al di là del logico.
Una volta la prevenzione si chiamava "non ficcarsi nei guai" e veniva esercitata proprio per non dover far uso di difesa personale, oggi apprendo che è diventata difesa personale essa stessa.
Cosa ha generato l'esigenza dei corsi di difesa personale?
Primo, l'esigenza di difesa che ha ciascun individuo e che sempre avrà, assieme alla circostanza che c'è e ci sarà di vivere in una società dove l'uomo prevarica sulla donna, l'uomo sull'uomo (molto di più dell'uomo sulla donna) e la donna sulla donna; secondo il fatto che le A.M.T. non rispondono a questa esigenza in modo pienamente soddisfacente, perché sono da un lato diventate sport e dall'altro esercizio accademico, di virtù ecc.
Poi se vogliamo posso chiarire con un esempio quanto questa confusione non tenga conto della realtà.
Prendiamo una ragazza di trent'anni alta un metro e cm 55 che pesa kg 48, carina, occhi verdi, bruna (immaginatela per favore), che poiché ha sbagliato qualcosa nella prevenzione oppure no si trova davanti un tipo alto 1,80 che pesa kg 80 che la vuole massacrare per motivi suoi (ha litigato con la moglie e ha le palle che gli girano oppure gli scade il mutuo e non ha i soldi per pagare oppure è stato picchiato da piccolo) allo scopo di derubarla prima e violentarla poi oppure per intimidirla. Comincia a menarla nell'atrio della Posta davanti a tutti (e chi si avvicina, per poi avere casini a gogò).
Quali sono i problemi che ha quella ragazza? Qual è l'ordine di questi problemi?
Quali sono le regole a cui dovrebbe attenersi?
Deve pensare a non passare dalla parte del torto?
A cosa non può fare?
Se può scappare (sta iniziando a picchiarla a sangue)?
Cerchiamo di rimanere nel campo del reale e qualcuno mi dica se è vero oppure no che l'UNICO e VERO e REALE problema che ha è quello di salvarsi la pelle, oppure ditemi che nel farlo può prendere in considerazione la difesa legittima o quella etica.
Cerchiamo di rispondere nel campo del realistico e non del come sarebbe bello se ...