Da ignorante: è vero che l'etica samurai divenne la base sulla quale venne moedllata l'etica dei pubblici funzionari?
I samurai come amministrazione pubblica?
Sarebbe meglio dire che l'etica di riferimento sia per i samurai che per i funzionari pubblici (che, ricordo, erano comunque nominati tra i samurai di rango medio-alto e, solo in alcuni casi, di basso rango) era quella di stampo neoconfuciano, incoraggiata già dallo stesso Ieyasu, grazie agli "incentivi" dati allo studioso Hayashi Razan, che permise la diffusione di questo tipo di filosofia (modellata ovviamente sul contesto socio-politico del Giappone dell'epoca).
Quindi, per legittimare la centralità della classe guerriera in un'epoca in cui la priorità era la pace sociale, si spinse verso una concezione in cui "il fare il proprio compito era la realizzazione di sè, come elemento di un sistema
naturale" (anche se di naturale non aveva nulla, ovviamente).
E chi, se non il samurai poteva meglio incarnare questo spirito del "fare il proprio dovere"?
Quindi, doti tipiche del guerriero giapponese, come lealtà, abnegazione, spirito di sacrificio, stoicità, ecc. divennero i punti di riferimento per l'intero sistema sociale (almeno a livello teorico), in modo da infondere l'idea che "di qualunque casta tu facessi parte, il farlo al meglio era assolutamente giusto da un punto di vista etico e avrebbe portato e mantenuto l'armonia nel sistema Giappone".
Ecco, molto sintetizzato e per niente esaustivo, un riassunto della nascita dell'ideale samuraico nel Giappone del XVII secolo.