QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.

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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #45 on: June 11, 2012, 09:20:39 am »
0
Allora, da dove cominciare....
Premessa:
Chi mi conosce sa bene che le cose che dico (e che sono le stesse che scrivo) non sono mai espresse per compiacere il prossimo. Sostengo ciò che ritengo a mio giudizio giusto, magari sbagliando, vista la mia naturale ed umanissima fallibilità, ma lo faccio per mia abitudine in base alla mia non infinita ma comunque abbastanza congrua esperienza nel budo. Chi mi conosce, chi mi ha incontrato lo sa benissimo. Questo lo dico a costo di "deludere" qualcuno. Fare budo per me vuol dire anche essere coerenti con quello che si è.
Ho detto che chi fa tradizionale e si butta nelle gare fa un vaccata? sì, e lo ribadisco, sempre a mio giudizio. Ho detto che le gare sono vaccate? no, ho solo detto che con il budo secondo me c'entrano poco, rientrano nel campo dello sport da combattimento, che a mia esperienza personale è altro.


per l'appunto,ti ritorno a chiedere,quindi un praticante di koryu non può avere altri interessi oltra all stile "tradizionale" che pratica?
tipo,non può essere anche un praticante di boxe?
non può giocare a calcetto?
o forse vale solo per le discipline da combattimento legate in qualche modo al jujutsu?

Massimo rispetto per chi fa sport compreso chi fa sports basati su una tecnica di combattimento, ritengo però che non siano più jujutsu, semplicemente quello.


e ti torno a ribadire,che tranne in qualche locandina pubblicitaria di dubbio gusto,le gare NON sono di jujutsu ma (sempre in questo caso) di fighting system,che poi vi partecipino in prevalenza atleti di jj è un'altro paio di maniche.
le gare di sport da combattimento a cui partecipano i miei ragazzi sono frequentate da kick boxer,grappler,boxer,karateka,jujiteri,oltre che da jutsuka,si può quindi definire una gara di jujitsu?
no,è semplicemente un regolamento che può essere più o meno compatibile con chi pratica certe discipline.

La tecnica di una koryu e in particolar modo il jujutsu, come qualsiasi espressione del bagaglio tecnico dei bushi, per come la intendo per la mia esperienza didattica e personale (aihmè qualche volta molto diretta) ha come unico fine l'annientamento totale dell'avversario. E' una disciplina militare e coe tale va intesa.


e chi ha nulla da dire?
siamo sempre al solito discorso,chi pratica questo,firma col sangue per non avere altri interessi?


P.S. ovviamente come ben sai, ritengo Kano Sensei un personaggio speciale con una storia personale sulle spalle, un periodo storico nel quale ha vissuto particolare ed una preparazione e specializzazione ben diverso da quello che posso ravvisare nei tanti mediocri "soke" autonominatisi "de noartri" che ho avuto nel tempo la dissaventura di incroiciare su tanti tatami.


tutti riteniamo Kano un personaggio speciale e i "soke de noartri" hanno sempre avuto vita dura,almeno in queste pagine,nessuno li difende.


 Anche se per poco, il BJJ ho potuto apprezzarlo sul tatami, anche visto che negli anni passati di judo la mia parte preferita era proprio il ne waza( controsenso forse per un tradizionalista).


perchè un controsenso?
la fusen ryu non è forse una scuola tradizionale?

Cordiali ed Aiki saluti
Roberto Granati

saluti.
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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #46 on: June 11, 2012, 09:25:12 am »
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Io però non capisco una cosa.
Se il JJ nasce e si sviluppa con lo scopo di uccidere l'avversario, ragione per cui le competizioni non si possono definire di JJ, cosa che potrei anche accettare, il concetto dovrebbe includere tacitamente che ciò non vale per le altre discipline.
Ma allora mi chiedo se il Kendo, il Karate, così come molte altre discipline dalla MT a quelle che vogliamo, siano nate per scopi differenti dal salvarsi la pelle a discapito della pelle altrui.
Credo invece che, come vale per ogni e qualunque AM, nel momento in cui si da vita ad un filone agonistico, si dovrà fare in modo che sia tutelata l'incolumità degli atleti, introducendo regole che preservino gli organizzatori dalle manette.
Non fosse così, in una gara di Karate, non vedo cosa avrebbe dovuto impedirmi di colpire alla gola un avversario quasi KO per finirlo, o in una gara di Judo rompere gomito e spalla, piuttosto che il collo, in fase di Ippon.
Fare Budo non esclude affatto la possibilità di competere, in qualsiasi maniera lo si voglia fare, con o senza il KO, purchè si mantenga chiaro in mente ciò che si va a fare, senza scambiare la gara per il combattimento o lo scontro da strada, sapendo che quella parte dell'attività aiuterà i riflessi, l'abitudine al confronto, lo spirito combattivo, la percezione del dolore e degli effetti dell'adrenalina, insomma una messa in prova di se stessi nei limiti di quanto è possibile.
Personalmente trovo la cosa assai più onesta rispetto al voler fare AM senza mai doversi mettere in gioco con uno sconosciuto del quale non sappiamo ne la forza ne la correttezza.
Meglio comunque del rifugiarsi nelle solite scuse dei colpi mortali, quelli per cui "mi hai suonato come un tamburo solo perchè se facevo.......saresti morto".
A me le competizioni piacciono tutte, indipendentemente dalla disciplina e dalle regole.
Non penserò mai che pinco pallo è un terminator perchè vince le gare, ma penserò che almeno non è uno che si tira indietro, quindi è quantomeno un brutto cliente.
La parte abbietta delle competizioni è nella gestione degli interessi, che fa proliferare regolamenti quasi identici, con la virgoletta cambiata solo per poter dire di essere "altro", con le mille federazioni, scuole, stili, che nascono solo perchè c'è da tirar su qualche soldino o da appendere dei diplomi di carta igienica alla parete, magari con improbabili Dan o titoli altisonanti, per riaversi nell'attività marziale dei fallimenti subiti nella vita.
Oggi nessuno pratica il "vero Budo" in nessuna AM moderna o tradizionale che sia, semplicemente perchè nessuno è chiamato poi ad indossare una armatura, una Katana, per andare in campo di battaglia a mozzare teste.
Ovviamente questa è la mia opinione personale.

quotone al pagurone  :)
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Offline Aliena

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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #47 on: June 11, 2012, 09:54:05 am »
0
Ma ci vuole tanto a capire che RobyWanKenoby parla di una efficacia diversa da quella che si manifesta su un ring (anche se difficilmente sperimentabile, come giustamente dice, in tempo di pace?)

A me sembra chiarissimo...
Sì, in effetti è andato abastanza OT rispetto al topic.
Ma le considerazioni emerse sulla coesistenza di interessi marzial-sportivi diversi sono un bell'argomento.
E' forse addirittura doveroso ricordare ogni tanto che non è necessario porre limiti alla propria pratica.  :thsit:
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Offline xjej

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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #48 on: June 11, 2012, 09:57:42 am »
+5
Sarei decisamente inressato a capire come si possa raggiungere questa capacità di annientare l' avversario per la vita se non lo si annienta nemmeno con caschetto/guanti/paradenti in un contesto dove si mette in gioco almeno il risultato con tutto quel che ne consegue ( a prescindere dai vari regolamenti ) ma sono spaventato da eventuali wall of text che potrebbero arrivarmi sul collo e che di lunedì mattina sono pesantelli.
Il discorso del "costruiti per la battaglia" lo trovo in verità piuttosto singolare quando in battaglia con quelle cose se mai qualcuno ci è andato non avviene comunque da più di un secolo, incluso chi insegna, e la cosa ancor più vale per l' uccidere qualcuno.
La mortalità delle tecniche e la storiella occhi/palle/gola è stata sgonfiata così tante volte che nemmeno voglio tirarla in ballo.
Non sono un estimatore del poco jj che ho visto, in verità limitato al metodo bianchi, e tantomeno delle competizioni ma per motivi regolamentari. Ma rimane comunque molto meglio che non aver la possibilità di mettersi in gioco con un avversario non collaborativo che non si conosce e col quale non si pratica tutte le settimane. E' una palese ulteriore possibilità di crescita tecnica.
In ultimo, non trinceriamoci dietro al "il mio umile parere". L' umiltà è l'affrontare un dibattito con una tesi e delle argomentazioni logiche ed organiche, non con un "io la penso così e basta".
Nota a margine. Imho la parola tradizionale ha molto spesso iniziato ad esistere quando s'è persa la pragmaticità di certe situazioni.

Quote
Ma ci vuole tanto a capire che RobyWanKenoby parla di una efficacia diversa da quella che si manifesta su un ring (anche se difficilmente sperimentabile, come giustamente dice, in tempo di pace?)

A me sembra chiarissimo...
Quanto a me sembra chiaro che la cosa più vicina a detta "diversa efficacia" sia, ad oggi , mettersi un caschetto, paradenti e un paio di guantini aperti e verificare tutto. Orribilmente vicino al concetto di competizione.
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Offline Darth Dorgius

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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #49 on: June 11, 2012, 10:04:37 am »
0
@Xjej: io per esempio so che tradizionalmente[1], benché non esista lo sparring, nelle koryu di jujitsu si invitano regolarmente praticanti di altri stili e si testano sul serio le tecniche, in contesti non collaborativi[2]

Secondo te questo potrebbe essere sufficiente, per sostituire la pratica dello sparring?
 1. non parlo per esperienza diretta in quanto non ho mai praticato nulla di giapponese
 2. Chiedo a Roberto di confermare questo dato.
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Offline Aliena

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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #50 on: June 11, 2012, 10:12:59 am »
+1
Allora, da dove cominciare....
Premessa:
Chi mi conosce sa bene che le cose che dico (e che sono le stesse che scrivo) non sono mai espresse per compiacere il prossimo. Sostengo ciò che ritengo a mio giudizio giusto, magari sbagliando, vista la mia naturale ed umanissima fallibilità, ma lo faccio per mia abitudine in base alla mia non infinita ma comunque abbastanza congrua esperienza nel budo. Chi mi conosce, chi mi ha incontrato lo sa benissimo. Questo lo dico a costo di "deludere" qualcuno. Fare budo per me vuol dire anche essere coerenti con quello che si è.
Ho detto che chi fa tradizionale e si butta nelle gare fa un vaccata? sì, e lo ribadisco, sempre a mio giudizio. Ho detto che le gare sono vaccate? no, ho solo detto che con il budo secondo me c'entrano poco, rientrano nel campo dello sport da combattimento, che a mia esperienza personale è altro. Massimo rispetto per chi fa sport compreso chi fa sports basati su una tecnica di combattimento, ritengo però che non siano più jujutsu, semplicemente quello. La tecnica di una koryu e in particolar modo il jujutsu, come qualsiasi espressione del bagaglio tecnico dei bushi, per come la intendo per la mia esperienza didattica e personale (aihmè qualche volta molto diretta) ha come unico fine l'annientamento totale dell'avversario. E' una disciplina militare e coe tale va intesa. Posso essere il più "figo" giocatore di soft air del mondo, ma questo non mi rende un militare "combact ready". Ovviamente, sempre per rimanere su questo parallelo, addestrarsi come soldato in tempo di pace non vuol dire essere sicuri di essere efficaci in caso di conflitto, ma comunque un certo tipo di esercizio rende la persona maggiormente preparata al possibile teatro operativo. Ovviamente non basta questo per definire una Koryu. Inevitabilmente, essendo comunque una forma di Budo, insegna qualcos'altro che va oltre la mera tecnica e rientra nella sfera dell'educazione dell'essere, cosa che comunque so che una cereta impostazione didattica sana (lontana quindi dall'agonismo a tutti i costi) può nche essere veicolato dallo sport.
P.S. ovviamente come ben sai, ritengo Kano Sensei un personaggio speciale con una storia personale sulle spalle, un periodo storico nel quale ha vissuto particolare ed una preparazione e specializzazione ben diverso da quello che posso ravvisare nei tanti mediocri "soke" autonominatisi "de noartri" che ho avuto nel tempo la dissaventura di incroiciare su tanti tatami.

Per rispondere invece al nostro amico del BJJ.
vedi tu non mi conosci, non sai chi sono nè tantomeno hai mai benchè visto la mia disciplina e ciò che facciamo. Eppure pontifichi sul sottoscritto. Io sarò forse certe volte un tantino brutale (caratteristica tutta senese che mi riconosco) e in alcuni casi anche irremediabilmente un pochino "str...zo" ma comunque chi mi conosce sa che non è mia abitudine fare di tutta un'erba un fascio. Anche se per poco, il BJJ ho potuto apprezzarlo sul tatami, anche visto che negli anni passati di judo la mia parte preferita era proprio il ne waza( controsenso forse per un tradizionalista). Ho conosciuto moltissimi seri praticanti ed insegnanti di questa forma di combattimento e ne ho sovente constatato serietà, apertura mentale e rispetto altrui. Queste persone hanno non solo sempre nobilitato la loro arte, ma non mi hanno mai dato l'impressione di essere convinti che una competizione sportiva (quindi con tutta una serie, più o meno estesa di regole) sia una incriticabile rappresentazione della realtà . Poi ovviamente ho anche conosciuto alcuni esponenti, che si trovano comunque trasversalmente in tutte le discipline marziali (ivi comprese le koryu), con una visione decisamente univoca del budo. La cosa grave è che la maggior parte delle volte questa saccenza è basata non su una conoscenza reale della "materia altrui", ma su preconcetti e giudizi a priori che fanno un tantino "razzismo marziale". Bene, senza offesa, ma personalmente considero queste persone alla stegua di quelli che nella vita di tutti i giorni esprimono assiomi di superiorità culturale e razziale di una etnia su un'altra.
Mi permetto solo di consigliare qualcosa a questo untente che dalla verve che mette nel giudizio, posso intuire abbastanza giovane d'età (mi perdonerà il buon Kit se questa mia deduzione sarà fallace). Prima di criticare, saggio sarebbe sempre verificare cosa si stà così aspramente attaccando. Tu non fai jujutsu (e quindi per tua ammissione non lo conosci)eppure ti senti in diritto di attaccare etichette a destra e sinistra.
Forse approfondire prima di sentenziare servirebbe non solo ad evitare inesattezze, ma magari aiuterebbe a capire che in fin dei conti, la realtà va molto ben oltre sia un ring, sia un tatami di un dojo tradizionale. Lì contano molte altre caratteristiche che solo un buon metodo di allenamento possono dare, e che altro da vincere qualche gara (o dal fare in maniera ripetitiva qualche kata senza comrpendere perchè lo si fa)
Cordiali ed Aiki saluti
Roberto Granati
Nessuno sta pontificando su di te, nessuno parla di te: si fanno considerazioni sulla disciplina e sull'approccio alle gare.
E come benvedi, c'è la tendenza a non alimentare vespai, ma vediamo di non crearli comunque.  ;)
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Offline Paguro49

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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #51 on: June 11, 2012, 10:13:56 am »
+1
In tutta onestà, ho una naturale avversione per qualsiasi pratica cui si anteponga la parola "vero/a" perchè mi sa subito di fuffa.
Lo penso di cose come il Real Aikido, ma lo penso di qualsiasi pratica "vera", semplicemente erchè la trovo una accezione sprezzante nei confronti di tutto il resto, cosa che spesso può comportare cocenti risvegli all'atto pratico.
Io non amo, per esempio, un certo modo di fare Aikido o Karate, non mi piace l'eccesso di dolcezza, il voler puntare ad una presunta spiritualità che, semmai, può derivare dall'esperienza pratica e mai esserne la base.
Però non mi sognerei mai di definire "non vere" quelle pratiche, perchè ne ho conosciuti più di uno che avrebbero potuto "dolcemente" asfaltarmi.
Le AM per la guerra, esistono se esiste una guerra in cui trovarsi, altrimenti sono solo ipotetiche o rievocative, utili a convincere se stessi e i propri allievi, ma assai poco utili nella fase pratica.
Per coerenza, chi si prepara a combattere per la vita, togliendo la vita, dovrebbe poi mettere la vita in gioco oppure finisce per essere come quello che minaccia tuoni e fulmini....scappando.
O'Sensei Ueshiba, non ha mai sostenuto di praticare o insegnare il "vero Aikido", semplicemente perchè ci teneva a sottolineare che praticava il "suo Aikido", posizione identica a quella di tutti i "grandi" che siano realmente stati tali.
Uno può essere un tiratore fenomenale, ovviamente pratica una attività che prevederebbe "in teoria" il decesso del bersaglio colpito, ma questo non vuol dire che debba essere un avversario da incubo, perchè all'atto pratico, io magari spreco tre colpi per centrarlo ma lo centro, mentre lui, fuori dal poligono, potrebbe farsela in mano e sparare alle nuvole.
Quello pericoloso davvero è il militare che poi va al fronte per davvero, allora si, ma solo quando torna dal fronte, perchè prima è tutta teoria anche per lui.
Serve una guerra e un campo di battaglia per fare davvero le cose da guerra.
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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #52 on: June 11, 2012, 10:31:03 am »
+1
Quote from: Sølvugle
Secondo te questo potrebbe essere sufficiente, per sostituire la pratica dello sparring?
Lo sparring non è agone.
E' una brutta bestia il risultato in palio.
E' difficile gestire il giocarsi mesi, anni di allenamento in un attimo. Fatica, sacrifici, centinaia di ore divise spesso in due sessioni giornaliere da incastrare con studio e lavoro.
Sono brutte le gambette molli e non serve a nulla anche se fai duecento kg di squat.
La pulsazione ti sale anche solo all' idea del confronto.
Devi battere te stesso e la paura di sbagliare, prima ancora dell' avversario.
E ne devi fare tante di gare per creare una routine. al punto che negli sdc tipo il judo, c'è un'incisiva differenza di crescita in esperienza tra i pesi medi-leggeri, che per gara fanno 4-6 incontri normalmente, e i massimi-supermassimi che per gara fanno 3-4 incontri di media.
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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #53 on: June 11, 2012, 10:36:11 am »
0
Ma ci vuole tanto a capire che RobyWanKenoby parla di una efficacia diversa da quella che si manifesta su un ring (anche se difficilmente sperimentabile, come giustamente dice, in tempo di pace?)

A me sembra chiarissimo...

mi era sfuggito questo post,chiedo scusa a te e ringrazio aliena che, citandoti,me l'ha fatto notare...

per risponderti,io capisco benissimo di cosa parla,praticando anche uno stile tradizionale e praticando spessissimo con studiosi di koryu.

l'esempio sugli eserciti in tempo di pace,trova il tempo che trova...

ma il punto fondamentale è che si stava parlando di regolamenti ed il buon Roberto è intervenuto dicendo la sua,che può essere condivisibile o meno,ma nulla ha portato al topic.
forse da buon conoscitore,anzi ottimo direi,di jj "tradizionale" avrebbe potuto consigliarci un modo per confrontarci fra jutsuka senza scadere in garette ma comunque rimanendo al massimo della "non collaboratività" (perchè è questo,che fa la differenza negli eserciti che si addestrano in tempo di pace)


quello che mi chiedo e forse i più arguti lo avranno capito (ma ne dubito) dal fatto che ho sempre virgolettato "tradizionale",è che le AMT si sono sempre evolute e aggiornate,basterebbe in effetti dare uno sguardo ai makimono di qualche koryu,per vedere che ogni caposcuola aggiungeva le sue esperienze ,fossero esse tecniche o filosofiche, per migliorare l'arte.

oggi invece sembra sia più di moda chiudersi in uno studio pari pari di "quel che era" ,idolatrando i vecchi maestroni e senza avere il coraggio di sperimentare...

continuando a definirsi "tradizionalisti" quando in realtà si fa il contrario di quanto la tradizione vuole...inquadrandosi nei "rievocatori storici"

sperando di non aver offeso nessuno,questo è quello che penso.
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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #54 on: June 11, 2012, 10:41:01 am »
0
Ovviamente lo sparring, se fatto con sincerità, è probante, ma la competizione ha alcuni elementi aggiuntivi.
Il primo è che ci si trova davanti dei perfetti sconosciuti, rispetto ai quali non abbiamo alcuna dimestichezza, ragione per cui dovremo affidarci solo a noi stessi e a ciò che sappiamo non potendo contare sulla conoscenza delle caratteristiche altrui, poi c'è il fattore rischio, quando il livello della competizione sale, sale anche l'incidenza di scorrettezze, astuzie e piccole meschinità agonistiche, che spesso possono essere parecchio dannose.
Diciamo che in gara siamo meno "protetti" rispetto ad uno sparring, sebbene anche in sparring si possa finire al tappeto.
Il tasso di adrenalina non è propriamente lo stesso, quindi anche la carica aggressiva, la paura e tutto il corollario di sensazioni che ci si porta dietro.
Altra cosa, che giustamente sottolinea Xjej, è il livello di preparazione cui ci si sottopone prima di una competizione, assolutamente imparagonabile sia per impegno che per stress.
« Last Edit: June 11, 2012, 10:45:18 am by Paguro46 »
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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #55 on: June 11, 2012, 10:50:12 am »
0
Quote from: Paguro46
Altra cosa, che giustamente sottolinea Xjej, è il livello di preparazione cui ci si sottopone prima di una competizione, assolutamente imparagonabile sia per impegno che per stress.

La mia è una visione distorta in quanto non c'è "preparazione alla campetizione" in senso stretto.
Ci sono cicli di lavoro differenti e differenti "lavori" ma è comunque palese che in certi periodo tensione e concentrazione salgono e la prima a volte si taglia col coltello in materassina.
Citando l' uomo bionico "mancano due settimane agli assoluti, dovete ammazzare tutto quello che si muove"...
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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #56 on: June 11, 2012, 11:25:31 am »
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Capisco bene Xjej, negli anni da agonista vivevo la stessa cosa, esisteva solo la preparazione alla competizione, più o meno intensa a seconda che ci fosse o meno una competizione in vista.
Ricordo anche che, fare sparring in quegli anni, era semrpe una mattanza, proprio perchè ci si conosceva e ci si permettevano libertà che in gara non ci si possono prendere.
Però rimane che in gara, avevo un modo di stare che non aveva nulla in comune con il me stesso in palestra.
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Offline metal storm

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« Reply #57 on: June 11, 2012, 11:55:17 am »
+1
Effettivamente, come diceva Name, nelle competizioni di Fighting System, con una adeguata preparazione di lotta, potrei partecipare anch'io.
la gara resta sempre un confronto, regolamentato, in cui si tende a curare la salvaguaradia dei partecipanti... personalmente, al di sotto della maggiore età, vieterei proprio le competizioni a contatto, ma è solo il mio personalissimo parere.
rispetto alla tradizionalità del jj, non ci metto bocca, visto che è una cosa a me sconosciuta, ma posso parlare di quello che faccio, dove i tradizionalisti sono proprio i praticanti degli stili più recenti.
almeno in Italia, con la palla della tradizione, nello shotokan ci si rifiuta di confrontarsi a contatto... è questo è male, perchè ti allontana proprio dalla tradizione che vuoi preservare. in fin dei conti, non dico che bisogna uccidere l'avversario sul tatami, ma guantini, conchiglia e paradenti sono sufficienti a consentire un combattimento regolamentato ed efficace, dove provare forza e tecnica dei contendenti.
il karate nasce come disciplina per il combattimento, che sia in strada o in battaglia, ma adesso è sport... a contatto o point. e sarà sport, per tutte le discipline, fino a quando ci sarà un regolamento alla base.

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Offline The Doctor Sherlockit

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Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #58 on: June 11, 2012, 15:37:41 pm »
+4

Per rispondere invece al nostro amico del BJJ.
vedi tu non mi conosci, non sai chi sono nè tantomeno hai mai benchè visto la mia disciplina e ciò che facciamo. Eppure pontifichi sul sottoscritto.

su per giù sei un praticante di ju jitsu tradizionale come ce ne sono tanti in italia, iscritto ad un forum  che ci sta parlando della vera arte marziale come hanno fatto in passato i maestri di WC del 1% ( e non vedo il motivo per cui se non abbiamo sti cazzato loro non dobbiamo, per non essere razzisti, sti cazzare anche te), che come sempre, invece di argomentare, applica il:" Non sai chi sono io" e il " tu non sei nessuno"   che fondamentalmente vale  in un senso e nell'altro ( anzi direi che qui sul forum sono più gli utenti che hanno conosciuto me dal vivo che non te )


Io sarò forse certe volte un tantino brutale (caratteristica tutta senese che mi riconosco) e in alcuni casi anche irremediabilmente un pochino "str...zo" ma comunque chi mi conosce sa che non è mia abitudine fare di tutta un'erba un fascio. Anche se per poco, il BJJ ho potuto apprezzarlo sul tatami, anche visto che negli anni passati di judo la mia parte preferita era proprio il ne waza( controsenso forse per un tradizionalista). Ho conosciuto moltissimi seri praticanti ed insegnanti di questa forma di combattimento e ne ho sovente constatato serietà, apertura mentale e rispetto altrui. Queste persone hanno non solo sempre nobilitato la loro arte, ma non mi hanno mai dato l'impressione di essere convinti che una competizione sportiva (quindi con tutta una serie, più o meno estesa di regole) sia una incriticabile rappresentazione della realtà . Poi ovviamente ho anche conosciuto alcuni esponenti, che si trovano comunque trasversalmente in tutte le discipline marziali (ivi comprese le koryu), con una visione decisamente univoca del budo. La cosa grave è che la maggior parte delle volte questa saccenza è basata non su una conoscenza reale della "materia altrui", ma su preconcetti e giudizi a priori che fanno un tantino "razzismo marziale". Bene, senza offesa, ma personalmente considero queste persone alla stegua di quelli che nella vita di tutti i giorni esprimono assiomi di superiorità culturale e razziale di una etnia su un'altra.
Mi permetto solo di consigliare qualcosa a questo untente che dalla verve che mette nel giudizio, posso intuire abbastanza giovane d'età (mi perdonerà il buon Kit se questa mia deduzione sarà fallace).


Ma veramente io ho solo detto, e per altro senza rivolgermi solo e direttamente a te ma a tutti i maestri super tradizionali, presumo quindi la coda di paglia, che su questo forum, a differenza dell'altro, le chiacchiere stanno a zero e che se  vuoi fare qualche proclama sarebbe meglio  dare prova di quello che si afferma andando in qualche competizione che ti aggrada ( anche di MMA se il FS è troppo soft per il vero budo).... E se te lo stai domandando: No il fatto che sei tu a dirlo non è una prova di per se.

Giusto per portare l'esempio di un vero budoka, Machida prima ha steso tutti poi ha cominciato a parlare del suo cuore da samurai.... che mi pare un atteggiamento abbastanza coerente.

Prima di criticare, saggio sarebbe sempre verificare cosa si stà così aspramente attaccando. Tu non fai jujutsu (e quindi per tua ammissione non lo conosci)eppure ti senti in diritto di attaccare etichette a destra e sinistra.

E proprio prendendo spunto da quello che dici,  chi fa le gare sta lì in un palazzetto pubblico ad aspettare di confrontarsi e provare quello che fanno tutti  te stai nella tua palestra con i tuoi allievi...  ammettiamolo chi è che deve andare da chi secondo la logica e la buona educazione?


Forse approfondire prima di sentenziare servirebbe non solo ad evitare inesattezze, ma magari aiuterebbe a capire che in fin dei conti, la realtà va molto ben oltre sia un ring, sia un tatami di un dojo tradizionale. Lì contano molte altre caratteristiche che solo un buon metodo di allenamento possono dare, e che altro da vincere qualche gara (o dal fare in maniera ripetitiva qualche kata senza comrpendere perchè lo si fa)
Cordiali ed Aiki saluti
Roberto Granati

è che se io volessi fare qualcosa aderente alla realtà andrei a fare krav maga o un sistema simile( keysi, systema ecc) e mi iscriverei ad un poligono, di certo non assocerei un'arte marziale praticata da una casta guerriera che combatteva all'arma bianca in un Giappone medievale  più di 200 anni fa alla realtà italiana del 2012  in cui esistono le pistole.... e sopratutto le gare fanno parte della realtà mica sono fatte in un universo virtuale e parallelo...

Spoiler: show
P.S. Ti vorrei anche informare che lo stronzo è l'evoluzione del cretino
Quello che (non) ho - LUCIANA LITTIZZETTO RACCONTA LA PAROLA "STRONZO"

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RobyWanKenoby

Re:QUALCHE DOMANDA SULLE COMPETIZIONI DI JUJUTSU.
« Reply #59 on: June 12, 2012, 01:45:49 am »
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Io però non capisco una cosa.
Se il JJ nasce e si sviluppa con lo scopo di uccidere l'avversario, ragione per cui le competizioni non si possono definire di JJ, cosa che potrei anche accettare, il concetto dovrebbe includere tacitamente che ciò non vale per le altre discipline.
Ma allora mi chiedo se il Kendo, il Karate, così come molte altre discipline dalla MT a quelle che vogliamo, siano nate per scopi differenti dal salvarsi la pelle a discapito della pelle altrui.
Credo invece che, come vale per ogni e qualunque AM, nel momento in cui si da vita ad un filone agonistico, si dovrà fare in modo che sia tutelata l'incolumità degli atleti, introducendo regole che preservino gli organizzatori dalle manette.
Non fosse così, in una gara di Karate, non vedo cosa avrebbe dovuto impedirmi di colpire alla gola un avversario quasi KO per finirlo, o in una gara di Judo rompere gomito e spalla, piuttosto che il collo, in fase di Ippon.
Fare Budo non esclude affatto la possibilità di competere, in qualsiasi maniera lo si voglia fare, con o senza il KO, purchè si mantenga chiaro in mente ciò che si va a fare, senza scambiare la gara per il combattimento o lo scontro da strada, sapendo che quella parte dell'attività aiuterà i riflessi, l'abitudine al confronto, lo spirito combattivo, la percezione del dolore e degli effetti dell'adrenalina, insomma una messa in prova di se stessi nei limiti di quanto è possibile.
Personalmente trovo la cosa assai più onesta rispetto al voler fare AM senza mai doversi mettere in gioco con uno sconosciuto del quale non sappiamo ne la forza ne la correttezza.
Meglio comunque del rifugiarsi nelle solite scuse dei colpi mortali, quelli per cui "mi hai suonato come un tamburo solo perchè se facevo.......saresti morto".
A me le competizioni piacciono tutte, indipendentemente dalla disciplina e dalle regole.
Non penserò mai che pinco pallo è un terminator perchè vince le gare, ma penserò che almeno non è uno che si tira indietro, quindi è quantomeno un brutto cliente.
La parte abbietta delle competizioni è nella gestione degli interessi, che fa proliferare regolamenti quasi identici, con la virgoletta cambiata solo per poter dire di essere "altro", con le mille federazioni, scuole, stili, che nascono solo perchè c'è da tirar su qualche soldino o da appendere dei diplomi di carta igienica alla parete, magari con improbabili Dan o titoli altisonanti, per riaversi nell'attività marziale dei fallimenti subiti nella vita.
Oggi nessuno pratica il "vero Budo" in nessuna AM moderna o tradizionale che sia, semplicemente perchè nessuno è chiamato poi ad indossare una armatura, una Katana, per andare in campo di battaglia a mozzare teste.
Ovviamente questa è la mia opinione personale.

Opinione che rispetto, anche se non concordo, almeno in parte. Budo, nella concezione nipponica del termine, identifica una via della guerra alla quale, che piaccia o no, chi decide di studiane le Vie deve confrontarsi. Non tenerne conto come principio fondante è fare altro a mio giudizio. Personalmente, proprio in merito al karate, credo che una delle degenerazione di questa bellissima disciplina sia proprio cominciata con la sua deriva sportiva. Il fatto che i Maestri di karate che maggiormente ammiro siano della stessa opinione mi fa credere che la mia analisi non sia così fallace. Comunque per vivere nello spirito del budo tradizionale non c'è bisogno di indossare una armatura, una Katana, per andare in campo di battaglia a mozzare teste. Basta cercare di mantenere viva una certa impostazione mentale ed attitudinale che secondo me è la vera essenza delle Koryu.
P.S.
Come credo ben saprai il sottoscritto non si è mai trinceratodietro la  minchiata dei colpi mortali. Solo che per esperienza personale (aimè) so che la realtà oltre ad essere altro dalla pratica da tatami è anche ben diversa dalla competizione. Essere efficaci non ha nulla a che vedere con nessuna di queste categorie ma rientra semplicemente nell'attitudine mentale e nella preparazione al combattimento del singolo personaggio.