In tutta onestà, ho una naturale avversione per qualsiasi pratica cui si anteponga la parola "vero/a" perchè mi sa subito di fuffa.
Lo penso di cose come il Real Aikido, ma lo penso di qualsiasi pratica "vera", semplicemente erchè la trovo una accezione sprezzante nei confronti di tutto il resto, cosa che spesso può comportare cocenti risvegli all'atto pratico.
Io non amo, per esempio, un certo modo di fare Aikido o Karate, non mi piace l'eccesso di dolcezza, il voler puntare ad una presunta spiritualità che, semmai, può derivare dall'esperienza pratica e mai esserne la base.
Però non mi sognerei mai di definire "non vere" quelle pratiche, perchè ne ho conosciuti più di uno che avrebbero potuto "dolcemente" asfaltarmi.
Le AM per la guerra, esistono se esiste una guerra in cui trovarsi, altrimenti sono solo ipotetiche o rievocative, utili a convincere se stessi e i propri allievi, ma assai poco utili nella fase pratica.
Per coerenza, chi si prepara a combattere per la vita, togliendo la vita, dovrebbe poi mettere la vita in gioco oppure finisce per essere come quello che minaccia tuoni e fulmini....scappando.
O'Sensei Ueshiba, non ha mai sostenuto di praticare o insegnare il "vero Aikido", semplicemente perchè ci teneva a sottolineare che praticava il "suo Aikido", posizione identica a quella di tutti i "grandi" che siano realmente stati tali.
Uno può essere un tiratore fenomenale, ovviamente pratica una attività che prevederebbe "in teoria" il decesso del bersaglio colpito, ma questo non vuol dire che debba essere un avversario da incubo, perchè all'atto pratico, io magari spreco tre colpi per centrarlo ma lo centro, mentre lui, fuori dal poligono, potrebbe farsela in mano e sparare alle nuvole.
Quello pericoloso davvero è il militare che poi va al fronte per davvero, allora si, ma solo quando torna dal fronte, perchè prima è tutta teoria anche per lui.
Serve una guerra e un campo di battaglia per fare davvero le cose da guerra.