Ciao a tutti!
Ho visto il riferimento al mio sito e al video di hitler e il Jiu Jitsu dalle statistiche del mio sito e mi sono appassionato alla vostra discussione. Volevo farne un post, un articolo, ma mi sembrava di fare un torto agli utenti del forum che hanno stimolato la mia riflessione. Pertanto preferisco lasciare il mio umile contributo qui.
Prima di iniziare volevo complimentarmi con i moderatori e con i membri del forum perché ho letto diversi topic e mi pare di vedere un sincero spirtito dialogico e di collaborazione col fine di arricchirsi tutti marzialmente e anche, devo dire, la gioia di condividere la proprie passione. Vista l'aria che ho visto in altri forum, vi porgo i miei più sinceri complimenti.
Personalmente non sono abituato a scrivere sui forum e non ho il dono della sintesi, spero quindi di non tediarvi troppo e vi esporro' in breve la mia idea, che mi sembra abbastanza condivisibile:
IL bjj è uno sport bellissimo e un'arte marziale piena di tradizione se non la scindiamo con il grande gruppo del Jiu jitsu nipponico e dei suoi numerosi derivati (judo, sambo aikido, wado ryu...)
Permette anche a persone non proprio eroiche come me di confrontarsi duramente, al 100% delle proprie possibilità in maniera decisamente sicura. E' allenante e ti porta in situazioni psicofisicamente odiose, quali l'essere schicciato, soffocato, piegato come una tovaglia...
Il problema si pone ormai da qualche anno nell'ambiente ma ho sempre visto una certa diffidenza a parlarne in pubblico. Il bjj che molti hanno scelto, non è più quello che stanno praticando. Molte persone della prima guardia non potevano neanche immaginarsi di trovarsi di fronte un giorno ad atleti iperspecializzati, che ad un grado relativamente basso (cintura viola) si allenano sei ore al giorno, come ha recentemente dichiarato un astro nascente del bjj sportivo. Persone che molto spesso non hanno mai preso un pugno nemmeno coi guantoni da 16oz e che non sono nemmeno lontanamente interessate ad imparare a lottare in piedi e che, addirittura, spesso non lo hanno mai fatto davvero!
Prima c'era molta meno attenzione alla competizione... e con un certo imbarazzo perché capirete, ne sono certo, che sarebbe poco elegante fare nomi devo dire che sicuramente i successi di alcuni hanno forse un pochino ingelosito altri che di punto in bianco hanno preso un piega (piaga?) decisamente più agonistica.
Io abito a Roma e qui nella palestra media di Bjj il livello è assimilabile a quello di "tana delle tigri"... Per chi si interessa di bjj è cosa nota, praticamente tutti o quasi gli atleti che hanno ottenuto risultati notevoli in competizioni nazionali ed internazionali o sono romani o si allenano a Roma... Come squadre, senza parlare dei singoli troviamo team che vincono regolarmente le le gare a squadre tante realtà dove vi sono atleti di primissimo livello, spesso di caratura mondiale. Aeterna Jiu Jitsu, Tribe, Cyclone, tutto il gruppo di Rogerio Olegario...
Per chi come me, per diversi motivi, attualmente non ha velleità agonistiche (se fossi un fighter non avrei un blog...) la situazione è stata spesso poco chiara e poco stimolante.
Come scriveva mad hatter il fine condiziona la pratica innegabilmente.
Per chi non fa gare che senso ha provare cose che hanno una logica solo per gli agonisti? Che senso ha non giocare a fare un po' di ground & pound per vedere come ti comporti, sebbene in un contesto rilassato, sotto qualche colpetto? Che senso ha non saper tirare nemmeno un harai goshi o un o soto gari? Che senso ha allenarsi con persone che nella migliore delle ipotesi si allenao il doppio di te? Che senso ha non giocare a chiudere la distanza ad uno striker?
Sono giochi che innegabilmente gratificano e completano un non agonista se fatte.... fanno avere uno scopo che un pochino latita se ci si rotola partendo ormai neanche più dalle ginocchia a terra ma col sedere direttamente a terra.
Tempo fa avevo trovato nel nord italia una scuola che proponeva proiezioni e prove di "vale tudo" (passatemi il termine) e anche difesa personale... tutto in un ambiente nient'altro che per supereroi. Ma, sono sicuro, e non è un caso che questo accadeva perchè in quell'area specifica non avevano, almeno al tempo, nessun vero ambiente agonistico di bjj... ed erano molto più rilassati nella pratica di noi romani che siamo circondati da fenomeni paurosi e noti.
Io sono per un pratica che non perda senso se ti nasce un figlio o se lavori tanto, o se ti lascia la ragazza o se non fai la dieta tutto l'anno o se ti capita di festeggiare il tuo 45° compleanno.
Qui se non ti alleni per due settimane ti finalizzano le bianche a qualsiasi livello tu sia arrivato.
Ho ricevuto anche attacchi per questa mia visione, anche meschini. Senza capire che non si vuole togliere le gare e l'Io tronfio a nessuno, solo cercare uno spazietto per gli amatori o semplicemente per chi fa percorsi multidisciplinari.
Sebbene non possa parlare per lui, posso dire che in merito al "tradizionale" c'è il mio Maestro e mio amco Gian Paolo Doretti, altro storico nome del bjj in italia (tutti ricorderanno Fight Or Die), che si muove per una pratica umana, che fa fare tante proiezioni, che fa spesso iniziare gli sparring in piedi e che sta studiando metodologie per ritornare, anche senza pestarsi, al quel bjj che poteva essere almeno un pochino autosufficiente in un contesto non strettamente da gara. Facciamo il Rei, studiamo i Tai Sabaki e il tutto attingendo direttamente al repertorio proprio del Jiu Jitsu dei Gracie e della grande tradizione.
E recentemente abbiamo avuto un ragazzo che ha vinto nella bianche due categorie (senior e veteran), siamo tutti molto contenti ma non ci è partito il pallino competitivo. Sappiamo che questa persona, buon per lui, può permettersi di allenarsi anche sei volte a settimana ...e va bene a tutti così.
In fin dei conti, credo che il Jiu Jitsu si sia spostato sulle gare in un primo momento (almeno parlando dell'Italia) anche per motivi commerciali, perché a tutti faceva piacere avere il campioncino da esibire come trofeo e a prova indiscutibile dei propri buoni metodi... senza capire che proprio a livello commerciale sarebbe auspicabile un Jiu Jitsu meno "sport oriented".
Vi ringazio
Nicola