LE ULTIME 48 ORE
E'martedì...sappiamo che la sera resteremo solo noi 6 del livello 8 e viviamo la cosa con un misto di orgoglio e apprensione...misteriosamente vero le 16 veniamo costretti a uno spuntino abbondante che crediamo possa essere legato al solo fatto di dover sostenere un allenamento più intenso...ma ci sbagliavamo.
Verso le 17,30 si materializza un ragazzo che avevamo già visto qualche giorno prima...uno di quelli che se hai idea di certe cose, capisci subito che nn ha fatto il chierichetto in passato.
Ci riunisce, si presenta e ci domanda se avevamo dolori particolari...al nostro mantenerci bassi replica seraficamente che dopo il nostro viaggio con lui ne avremo...tanti.
Si chiama Shaak, ex allievo di Moni, ex Sayeret Maktal, attualmente responsabile della protezione del primo ministro israeliano.
Ci fa preparare con abbigliamento più tattico, ci fornisce uno zaino a testa e ci raduna davanti al pulmino che useremo in questi giorni; nel frattempo arriva Moni, che ci comunica, come temevamo, che nelle prossime 48 ore nn dormiremo e come unico cibo avremo 8 fichi secchi, 8 datteri, un'arancia e un pugno di noci.
Ci guardiamo stupiti, ma fino a un certo punto.
Partiamo e dopo un pò di strada siamo, rullo di tamburi, al Wingate Institute di Nethanya...luogo mitologico ancora usato dall'IDF per la selezione e l'addestramento delle truppe speciali.
Ci dirigiamo attraverso una pineta verso il mare, fino a quando uscendo da una radura, nn ci ritroviamo davanti a una duna immensa, dalla pendenza folle....e cominciamo tutti a capire cosa ci aspetti...ma sul breve periodo, perchè sul lungo nemmeno De Sade ci riuscirebbe...
Moni tira fuori dei sacchetti di plastica...ognuno di noi può scegliere se riempirne 1,2 o 3....io parto per 2 ma quando mi rendo conto che uno già fa quasi 20kg decido di stare...quello che vinciamo è 9 volte su e giù la duna...terribile ma, incredibilmente, sono il primo a finirla.
Mentre attendo i miei compagni già zuppo, Shaak mi dice che loro chiamano questo posto Asson Teva, disastro naturale, ma che quello vero deve ancora arrivare...
Percorriamo circa un altro km e arriviamo ad un promontorio sul mare...ci spiegano il percorso che faremo...questo è il vero disastro naturale; strisciare 30 metri sulla sabbia mista a pietra, giù di corsa per una discesa mal illuminata dal fondo vario e sconnesso, tagliare per qualche centinaio di metri sulla spiaggia, entrare in acqua vestiti, acqua sopra le ginocchia, per fare circa 120 metri di corsa e uscire per andare a fare LA salita che ci riporterà al punto di partenza....e la salita ha un'inclinazione superiore sicuramente al 95%...sembra quasi una parete verticale, altro che salita...tutto solo 3 volte.
Entrare di notte in acqua vestiti e' cmq una cosa incredibile.
Torniamo al pulmino facendo incontri con un ragno scorpione e un serpente, ci cambiamo velocemente e partiamo...prossima tappa il deserto al confine giordano.
Ovviamente, svegli dalle 5 e un pochino stanchi, qualcuno tende ad addormentarsi...una persona da davanti regge un fucile ad acqua, gelata, che colpisce il malcapitato al semplice appesantirsi delle palpebre...40 ore dopo con questo scherzo assisteremo a tentativi di disarmo da parte di gente ormai esaurita...ma in alcuni casi s'è riso...e manco poco...
Arrivati al confine, restiamo solo noi con Shaak che ci spiega la prossima "prova"...navigazione solitaria notturna nel deserto...
Ci fa un breve briefing sull'orientamento con le stelle, ci spiega come leggere una mappa, ci fa visualizzare quello che dovremo individuare lungo il percorso, i campi minati da cui tenersi lontani e il confine giordano da nn oltrepassare e ci spiega cosa fare nel caso in cui fossimo intercettati da una pattuglia IDF, cmq preventivamente informata.
Dobbiamo tenere un passo costante e quando arrivati alla fine del percorso, circa 7km, troveremo una macchina con le frecce accese, a quel punto ci sarà una lampeggiata e dovremo percorrere gli ultimi 200 metri a morte fino a Moni.
Dopo aver aspettato il mio turno, ero il secondo, bevendo il caffè dell'IDF fatto stile militare sul fornelletto d'emergenza, mi preparo finalmente a partire.
La mezz'ora che segue è una delle esperienze più mistiche e surreali della mia vita....solo completamente, con la luna quasi piena che illumina il mio percorso, un cielo stellato che sembra cadermi addosso e un silenzio come mai provato prima in vita mia...ed è difficile nn abbandonarsi a pensieri esistenziali...cerco cmq di prestare attenzione al tragitto, controllo a occhio la distanza sulla base del tempo percorso e resto cmq alleprato in caso di scherzi del caso...
Finalmente, uscendo da una gola, vedo la macchina e sprinto con tutto quello che ho in corpo....sento la voce di Moni, aumento nella sua direzione fino a quando nn intravedo la sagoma, batto il cinque finendo in scioltezza e quando sto per fermare il cronometro...blam...due macchine mi accendono gli abbaglianti in faccia e da un metro mi spunta un tizio armato di replica di AK 47 che, bardato con paratibie, ginocchiere, conchiglia da boxe, guanti, corpetto, caschetto e paradenti, mi punta a tutta velocità...mi fermo, faccio il mio ma nn faccio in tempo a controllare bene l'arma che mi sento spingere da dietro...ce ne sono altri tre, tutti bardati così e due di taglia preoccupante.
Ora, nn dico che la cosa sia finta, per carità...., ma nei nostri pressure test siamo abituati a un certo standard al quale penso di adeguarmi anche stavolta....fino a quando nn mi ritrovo sollevato di un metro da terra e scaraventato al suolo senza se e ma, con pugni dalla monta a seguire (credo che sia in questo frangente che una costola mi saluta....)...a quel punto si va in modalità survival e sticazzi...seguiranno, per la mera cronaca, capocciate, morsi, strette scrotali, colpi standard veri e propri (anche a tradimento....
), colpi tirati con il calcio del fucile o la pistola e colpi tirati col bastone (s'è sentito uno stock su un polso preoccupante a un certo punto...), solo la prontezza di uno dei presenti mi impedisce di infilarne uno sul taglio dello sportello di una Chevrolet Captiva...ne prendo tante, ma ne do tantissime...fino a quando Moni nn grida lo stop.
Continua.