Perchè ho scelto il Systema
Articolo di Martin Wheeler pubblicato l’8 settembre 2009
Negli ultimi anni ho letto con interesse i commenti sulla validità di addestrarsi nel Systema espressi da osservatori che ne hanno solo visto qualche filmato su youtube o qualche video didattico. Spesso il paragone che viene fatto è quello con la più “visiva” delle arti da combattimento, ovvero le MMA. E le domande che vengono fatte sono sempre le stesse: “Perché si allenano così lentamente? Perché sembra tutto troppo facile? Perché quel tizio è caduto a terra e non sembra in grado di rialzarsi?”
Ed ho letto con lo stesso interesse i vari modi nei quali l’arte è “difesa” dai praticanti di Systema. Non dico che non siano domande pertinenti, dico solo che raramente le ho sentite formulate a lezione, durante qualche stage o qualche sparring, a prescindere dal background marziale e dalle capacità di chi possa averle formulate.
Giusto per correttezza, devo precisare che studio arti marziali dalla tenera età, passando per ambienti dove si praticava il contatto pieno, dal pugilato al grappling, dall’uso di armi all’aspetto street proof, e negli ultimi trent’anni ho fatto sparring, mi sono allenato ed ho combattuto con chiunque abbia incrociato il suo cammino col mio, da principianti a combattenti di livello mondiale. Ho fatto il buttafuori per dieci anni e attualmente collaboro alla formazione di professionisti della sicurezza in tutto il mondo, combattenti di MMA, praticanti di Systema, di arti tradizionali e principianti assoluti.
Quindi perché, se ho studiato questi altri sistemi con buoni risultati, ho scelto di praticare il Systema?
Per me è facile rispondere: perchè l’ho provato. Sono solo uno dei tanti che è dovuto ricorrere a tutta la propria esperienza per mettere alla prova Vladimir Vasiliev o, dio ce ne scampi, Mihail Rjabko, appena li incontrai. E devo ancora vedere qualcuno che, al contrario di me, non sia venuto fuori da questa esperienza nel modo in cui ne sono uscito io, cioè scombussolato, dolorante, ma con la certezza interiore che qualcosa di fondamentale in me fosse cambiato.
Per farla breve, c’è molto del Systema che sfugge all’occhio. E se non è così, se su youtube è possibile vedere subito tutto quello che succede, allora non è un efficace Systema.
Le MMA sono spettacolari, veloci e intense. Il miglior modo di confrontarsi per due pugili-lottatori dai tempi dei gladiatori. Si può vedere tutto ciò che accade, e i risultati sono ovvi. Ci combattono alcuni fra i migliori atleti del mondo.
Mi piace guardarle, mi piace allenarmi e praticare con chiunque di quell’ambiente. E, secondo me, chiunque si alleni almeno a un livello sufficiente nelle MMA, sia uomo o donna, merita di essere preso sul serio.
Già vi sento chiedere: Ok, se il Systema è così buono, perché non c’è nell’UFC? E credo che sia una domanda molto intelligente.
Ma potrei chiedere a mia volta: Ok, ma se quelli dell’UFC sono così bravi, perché non si portano un coltello, nella gabbia?
Anche se questo esempio sembra irreale, sono riuscito a spiegarmi? La dinamica di un combattimento cambierebbe immediatamente se qualcuno gettasse un coltello nella gabbia. Si vedrebbe due combattenti esperti adattarsi immediatamente a un nuovo set di regole, o morire istantaneamente. Credo che chiunque sia d’accordo sul fatto che prenderle di santa ragione da un combattente di MMA non sia uno scherzo, ma che sia tutto sommato da preferire a una singola coltellata.
Una delle prime volte in cui mi allenai con Vasiliev, lui mi fermò nel bel mezzo di uno sparring, e disse nel suo personalissimo modo “Martin, conosco degli uomini che tu faresti a pezzi, in un ring”. Naturalmente, uno stupido orgoglio mi fece credere che fosse un complimento, quando, voltandosi verso un altro studente, aggiunse “Ma loro ti ucciderebbero”.
E questo è il problema. Qualsiasi visibile strategia, filosofia e movimento che funziona alla grande nelle MMA è certamente utile per strada, magari anche sul campo di battaglia. Ma solo utile, laddove tutto il Systema è stato specificamente concepito per gli ultimi due ambienti, testato e collaudato in altri tipi di arene differenti da quelle delle MMA, e non per essere “visivo” come queste ultime. La struttura del Systema è stata progettata come una “assenza di struttura”, e la reazione a volte “visivamente” lenta è in realtà un timing con l’avversario altamente sviluppato, invisibile, reso possibile dallo stato di calma del praticante.
Di recente sono stato invitato ad esporre i principi del Systema presso una unità speciale, all’estero. Mentre ero lì, mi fu mostrato un video in cui vari istruttori candidati ad addestrare i loro operatori dimostravano quello che sapevano fare. Fra di loro c’era un allenatore, bravissimo, direttamente dal circuito di Pride. Chiesi loro cosa ne pensassero, e un colonnello mi rispose: “Tutto eccellente! Ma per noi, praticamente inutile”.
Non voglio assolutamente denigrare l’allenatore di Pride, infatti era davvero eccellente. Ma i fatti sono questi, quello che va bene in una arena non va bene in un’ altra. Il Systema non è stato concepito per un ambiente sportivo o una mentalità agonistica, esattamente come le MMA non sono nate per essere usate nel campo di battaglia o ad avere una mentalità da scenario bellico.
Uno si può allenare venti anni nel Jujitsu, ad esempio, e diventare un bravissimo grappler. Ma se si introduce solo un altro avversario nel combattimento, non sarà più Jujitsu. Semplicemente, non è fatto per due avversari allo stesso tempo, specie al suolo. E’ strutturato per combatterne uno solo.
Non sto dicendo che il praticante di Jujitsu non può farcela, sto solo facendo notare che se si trovasse ad allenarsi regolarmente su avversari multipli, anche armati, l’addestramento usato rassomiglierebbe, almeno esteriormente, a quello del Systema. E, armato di tale esperienza, lo stile del praticante di Jujitsu contro un avversario sarebbe inevitabilmente cambiato. Dopo dieci anni, il suo stile sembrerebbe alieno agli occhi di un altro praticante “puro”, esattamente come appare oggi il Systema, difatti passato attraverso secoli di perfezionamento.
Il Systema, inteso come arte marziale e nella sua forma contemporanea è concepito principalmente per l’applicazione reale, per funzionare in ogni tipo di situazione (avversari multipli, armi di ogni tipo, terreni sfavorevoli, poca illuminazione, ambienti ristretti ecc.), specialmente quelle in cui si possono trovare ad operare professionisti militari, forze dell’ordine e agenti di sicurezza, qualcuno che può trovarsi a dover combattere ferito, infortunato, magari trovarsi a proteggere una donna o un bambino, ma anche persone normali, anche anziane e deboli. L’addestramento e lo stile di combattimento del Systema è stato progettato per evitare nuovi infortuni, e addirittura guarire quelli vecchi. Tutto questo richiede un altro tipo di preparazione, attitudine e mentalità, differenti da quella sportiva.
E tutto ciò nonostante il fatto che, come una volta venne sottolineato da Vladimir nel suo modo calmo e rilassato “Il Systema si trova per caso ad essere un’arte marziale”.
Infatti, se si vuole capire bene il valore di questa gemma, non si può restare fermi a guardarla dall’esterno…
L’autore:
Martin Wheeler è un istruttore avanzato di Systema, certificato da Vladimir Vasiliev. Tiene regolarmente lezione a Los Angeles. Si è addestrato per oltre trent’anni nelle arti marziali, passando dalla boxe alle discipline di grappling, combattimento armato, Karate Kenpo, e gli ultimi dieci anni in Systema. Responsabile dell’addestramento di unità speciali della polizia e delle forze armate, è anche sceneggiatore di film a Hollywood.