Faccio un po' di considerazioni sparse.
1) Non vorrei che si pensasse che la chiave di volta del combattente vincente sia l'aggressività, o, al contrario, la colpa del fallimento o il perdere un incontro sia imputabile alla mancanza di aggressività. La finalità di un atleta nel momento in cui compete è di dare il massimo. Il che significa il fare una prestazione perlomeno ai propri limiti, fisici e mentali. Dentro a tutto ciò rientra ANCHE quella che qui, secondo me impropriamente, viene chiamata aggressività, e che invece dovrebbe essere più correttamente indicata come DETERMINAZIONE.
L'allenamento costante, strutturato, qualitativamente elevato tende a tutto questo.
2) Si può lavorare sugli aspetti mentali di una prestazione, ci sono diversi esercizi (visualizzazione, training autogeno, desensibilizzazione, etc.) che aiutano a migliorare aspetti mentali su cui si è carenti, per esempio l'eccessiva ansia pre-gara.
3) un allenamento strutturato come detto al punto 1), in genere allena automaticamente anche il punto 2). Solo oltre un certo limite, e si sta parlando di prestazioni di livello molto alto (in partic. top fighters), c'è necessità di lavorare specificamente per massimizzare tutti gli aspetti che compongono un combattimento (così come ogni altra prestazione sportiva).
4) Per quanto detto al punto 3), e qui mi rivolgo direttamente a te, thaiboxer92, viste le tue conoscenze in materia di preparazione e allenamento, non dovresti preoccuparti dell'aspetto aggressività, ma concentrarti sull'allenarti come i tuoi maestri ti stanno insegnando, e aver fiducia nei loro insegnamenti, senza pensare di essere carente in particolare in qualcosa. Molto probabilmente sei carente in tantissime cose, anche più macroscopiche della presunta mancanza di aggressività, per cui cerca di focalizzarti sull'apprendere quel che ti viene insegnato, cercando di rendere al meglio in ogni allenamento.