Non tolgo nulla alla bravura di questi atleti, e, sicuramente, ogni titolo andrebbe valutato con attenzione, ma non apprezzo la mancanza di misura di questi personaggi e dei loro maestri: "atleta che tutti ci invidiano", "super campione", "il più grande talento del karate italiano", "il karateka più forte al mondo" e così via.
Però, quando li invito ai seminari che periodicamente organizzo nel mio dojo, non riesco mai a vederli in azione, forse stanno combattendo per il titolo universale, sulle lune di Giove, "per tre giorni capitali del karate universale", "sbalordendo tutti per preparazione e tenacia","senza che nessuno, nemmeno il fortissimo Xiljk 3, campione di Vega per quattro anni, potesse marcare un punto", "mentre suonava l'inno italiano per un pubblico che faceva una standing ovation", "dimostrando che l'Italia dello sport non è solo quella del calcio", et. etc.