I danni dell' Intenzione

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Offline Rev. Madhatter

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I danni dell' Intenzione
« on: June 19, 2012, 12:26:50 pm »
+12
Ossia: "come si crea un esaltato."




Visto che il tema e' saltato nuovamente fuori in tempi recenti, colgo l'occasione per raccontare la mia esperienza a riguardo e un paio di considerazioni che da essa son scaturite.

Prima facciamo un po' di chiarezza sul tema della discussione; siccome i termini sono un po' fumosi cerco di spiegare cosa intendo,consapevole che il concetto assume per ogni persona e per ogni pratica sfumature differenti.
Non ho ovviamente la pretesa di fare una trattazione esaustiva su questo, giusto quanto basta per capirci ed evitare immense divagazioni su questo o quel dettaglio.

L'intenzione di cui parlo riguarda l'assetto mentale, il praticare con la consapevolezza, la volonta' di fare del male, di uccidere.


E' una cosa che si sente spesso in ambienti marziali e sembra associarsi a quel contegno proprio della marzialita'.
Le azioni sono guidate da un fine,anche inespresso,e quel fine e' letalita'.

E' un tema che torna spesso nelle “forme” e nei “kata”,spesso abbinato alla visualizzazione,piu' o meno concreta di avversari.

E' quella cosa che vorrebbe far la differenza tra combattere “per vincere” e “per uccidere”, che rimanda a un certo grado di fermezza mentale, di “consapevolezza”.


Ecco questo e' un tema che ho sentito molto nella mia pratica piu' antica e che e' rimasto con me anche per un certo periodo nella difesa personale e credo sia all'origine di molti problemi, indubbiamente alla radice di cio' che rientra nella definizione di “esaltati”.


L'intenzione porta a immaginarsi impegnati in battaglie per la vita, porta a fantasie di violenza e ferocia, porta a quel continuo fantasticare su eventi improbabili in cui salva la situazione grazie alla proprie conoscienze.
All'inzio e' molto piu' soft: e' pensare che un determinato colpo un braccio lo rompi, e' sentirsi dire che un pugno alla gola uccide..e' realizzare che e' possibile ammazzare una persona a mani nude.
Poi su queste tematiche la mente inizia a ricamare.

Il costante praticare con pensieri di estrema violenza influenza il nostro cervello e la nostra mente in maniera molto profonda.
Sposate pure la teoria psicologica/neuronale che preferite, pensieri ricorrenti,sopratutto con alta carica emotiva e/o in situazioni di sforzo influenzano il nostro pensiero e le nostre strutture di pensierio.

Si creano cosi' persone con un alta carica aggressiva[1] e,troppo di sovente, uno scarso attaccamento alla realta'.
Questo poi si unisce al solito crogiulo di problemi e frustrazioni caratteristico di chi si avvicina alle arti marziali (tema gia' trattato a parte, che si riassume nel fatto che  una altissima percentuale di chi si avvicina a determinate discipline ha avuto almeno una volta paura e desiderio di essere piu' forte; le arti marziali nascono come risposta alla paura e sovente invece che risolverla non fanno che accrescerla e alimentarla).


Ora il discorso puo' sembrare un po' estremo a chi non c'e' passato e a chi invece c'e' ancora in mezzo, ma provate a vederla da un ottica differente: voi come giudichereste una persona che passa diverse ore della sua settimana a disegnar su un quaderno persone ammazzate?
Dubito lo trovereste normale e sano.
Eppure non c'e' molta differenza con chi mima e s'immagina di storpaire e uccidere stormi di individui, di chi focalizza tutto il suo pensiero e la sua volonta' in un gesto che e' pura violenza.


Non voglio dare un giudizio di valore,indubbiamente vi sono state epoche e vi sono ancora oggi situazioni in cui avere una dimestichezza con certi pensieri e certe immagini era/e' vitale.

Quel che mi chiedo e' se oggi una tale cosa sia salutare oppure deleteria per un individuo.



Edit: correggo un po' dei miei e/orrori quando li vedo...
 1. che,attenzione,non vuol dire necessariamente violente, molto spesso anzi diventano frustrate
« Last Edit: June 19, 2012, 13:34:59 pm by Rev. Madhatter »
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #1 on: June 19, 2012, 12:37:52 pm »
+2

Eh... credo che la convivenza forzata in agglomerati umani di dimensioni innaturali abbia aumentto l'aggressività latente nell'uomo moderno (dal XX secolo in poi), e che tale aggressività debba quindi trovare uno sfogo altrettanto "moderno"....boh, forse..
 
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Offline Jack Burton

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #2 on: June 19, 2012, 12:47:23 pm »
+2
A me pare abbastanza normale che "metodi" atti a far "male" siano cercati da persone che (a torto o a ragione) sentano la necessita di far "male".
Se vogliamo trovare un qualcosa che non va ci sarebbe da parlare su perche c'e' gente che avverte questa necessità.

Jack

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Offline sanchin

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #3 on: June 19, 2012, 12:51:09 pm »
+1
Rev. Madhatter non ci avevo mai pensato a questa sfaccettatura, è veramente interessante e coerente, certo non è applicabile a tutti, ad esempio se l'aikido è fatto bene dovrebbe ripudiare questa mentalità e in generale tutte le arti marziali, però ci sono tante mele marce o acerbe che non comprendono bene la Via. E vuoi perchè non l'hanno ben studiata o perchè gli è stata trasmessa da chi non l'ha compresa può capitare di sviluppare elementi con una psiche labile.

Bravo davvero.
« Last Edit: June 19, 2012, 12:52:40 pm by sanchin »
OSU

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Offline Dottor Wolvie Killmister

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #4 on: June 19, 2012, 12:56:51 pm »
0

Quoto Sanchin.

Poi, tranqui, che molti fra questi elementi poi si ravvedono  XD appena iniziano ad assaggiare qualche colpetto serio, qualche leva cattiva o coltellata gommosa/pallina da airsoft, altro che squartare e mutilare  :halo:


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Offline Paguro49

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #5 on: June 19, 2012, 13:23:21 pm »
0
Credo che siamo, come sempre, in una tematica assolutamente individuale.
Il quadro che fai è assolutamente reale, in moltissimi casi, addirittura spesso è pure peggio, quando ad esempio manca del tutto una forma di esperienza fisica diretta, il confronto sincero.
Li le fantasie non possono che avere libero sfogo e nessun limite.
Io personalmente non amo la violenza e le risse, le trovo una sconfitta come persona, rispetto alla mia presunta evoluzione, sebbene siano esperienze in cui sono incappato più volte a causa dei luoghi in cui sono cresciuto.
Per me, la questione del "massimo danno possibile", intesa come frattura, disabilitazione o morte, è una questione, personale, di coscienza, nel senso che cerco di non "incappare" nell'evento sfortunato finchè possibile.
C'è chi ci rimette un braccio cadendo dal letto, chi ci lascia la pelle per un solo pugno sfigato, io cerco di avere proprietà e cognizione tali da poter fare cose di cui assumermi davvero la responsabilità, ma più ancora per aver certezza di poterle evitare, di non "fare per sbaglio".
Ritengo si possa gestire o evitare solo ciò che si conosce, mentre il resto, che ci è ignoto, capita o meno solo per casualità.
Il mio approccio alle AM è stato voluto da mia mamma, su consiglio di amici, perchè riteneva che avessi bisogno di una valvola di sfogo e di acquisire una certa disciplina, per darmi una calmata insomma.
Però in generale è vero quello che dice Mad, cioè che si entra in palestra per paura, per supplire a carenze di cui si è convinti, con soluzioni date da altri, come un "insegnami il trucco per...." o più comunemente "insegnami le mosse".
Se poi si capita in luoghi colmi di misticismo e leggenda, dove non si fa l'esperienza fisica di quanto ci viene insegnato, dove non prendi il cazzotto, dove il compagno collabora alla buona riuscita della coreografia, magari giustificando il tutto con l'estrema pericolosità delle tecniche, i colpi mortali eccetera, fatalmente le paure aumentano, i dubbi non si risolvono e si radicano più a fondo, perchè coscientemente si sarà rinfrancati dalle panzane raccontate dal maestrone, ma dentro, ci saranno solo parole e nessun fatto a sostegno, mentre le domande "ma cosa accadrebbe se...." persisterebbero senza risposta, alimentando le paure e le ansie iniziali.
Credo dipenda sempre e solo dagli individui, che vendono ciò che la gente vuole comprare e che comprano da chi vende ciò che cercano.
L'intenzione per me, è importante, ma solo nell'esecuzione, ne prima ne dopo, come manifestazione di impegno e di rispetto per il compagno.
Se rido o sorrido mentre "combatto", di fatto sto sminuendo il mio avversario, non lo considero pericoloso, gli sto mancando di rispetto.
Ma questo attiene al "durante", quando appunto simuliamo lo scontro o quando combattiamo, li non siamo amici, siamo avversari e dovremmo ritenerci vicendevolmente pericolosi, inoltre dovremmo avere una buona ragione per combattere, buona ragione che esclude "l'ammore".
Prima e dopo invece ci sta tutto il relax del caso, altrimenti è da esaltati, ma durante credo sia dimostrazione di serietà avere atteggiamento e intenzione consoni a ciò che si sta facendo.
« Last Edit: June 19, 2012, 13:35:46 pm by Paguro46 »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline metal storm

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #6 on: June 19, 2012, 13:24:23 pm »
+2
i danni da frustrazione sono evidenti.

ma altrettanti danni li ho visti di persona con chi si avvicinava a arti più "realistiche", spesso fomenati da istruttori kobra kan style.

ecco perchè io cerco di non generalizzare mai. è arrivato il pugile con due anni di boxe alle spalle, che la parola "tirare piano" non la concepiva... in fondo, lui era macchina da pugni. non è venuto più da quando ci ha rimesso due costole per un calcio di chi si era rotto le palle del suo atteggiamento da boxeur de rue.
e c'erano i kboxer di un'altra palestra... noi meniamo sul serio, mica facciamo balletti. crepati in una sola serata dal nostro ballerino ucraino.

io vado in palestra per sfogare l'aggressività, non per farmela montare da uno più esaltato dei ragazzi che allena.

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Offline Paguro49

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #7 on: June 19, 2012, 13:30:05 pm »
0
Aggiungo una postilla:
Riguardo l'esaltazione del praticare per uccidere, posto che si impari a farlo, posto che si acquisiscano tutti i segreti e le tecniche per rompere e mutilare fino a uccidere, alla fine, a quale scuola deve andare il tizio per maturare le palle o l'imbecille incoscienza necessarie per farlo davvero?
Quanti incursori iper preparati, una volta al fronte, non hanno potuto sparare se non in aria?
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Offline orsobruno77

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #8 on: June 19, 2012, 13:33:04 pm »
0
Quote
Si creano cosi' persone con un alta carica aggressiva[1] e,troppo di sovente, uno scarso attaccamento alla realta'.
Questo poi si unisce al solito crogiulo di problemi e frustrazioni caratteristico di chi si avvicina alle arti marziali (tema gia' trattato a parte, che si riassume nel fatto che  una altissima percentuale di chi si avvicina ha determinate discipline ha avuto almeno una volta paura e desiderio di essere piu' forte; le arti marziali nascono come risposta alla paura e sovente invece che risolverla non fanno che accrescerla e alimentarla).



quanta verità...


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Offline Bellerofönte

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #9 on: June 19, 2012, 13:33:07 pm »
+1
 ???

Io ammetto che non sono mai riuscito ad "utilizzare" l'aggressività in contesto sdc/am...
probabilmente è una tara mia.
Voglio dire, un gancio o un armlock, io provo a tirarlo nel miglior modo possibile[1], ma mai che mi sia immedesimato in quello che vuole staccare la testa/braccio al proprio avversario.
Tanto per far capire che un contesto come quello descritto da Mad, io faccio fatica a comprenderlo.
 1.  ;D
"Costantemente mantenersi presenti dentro la propria pelle, esercitarsi, avere una condotta particolare, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere."


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Offline orsobruno77

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #10 on: June 19, 2012, 13:35:16 pm »
0
???

Io ammetto che non sono mai riuscito ad "utilizzare" l'aggressività in contesto sdc/am...
probabilmente è una tara mia.
Voglio dire, un gancio o un armlock, io provo a tirarlo nel miglior modo possibile[1], ma mai che mi sia immedesimato in quello che vuole staccare la testa/braccio al proprio avversario.
Tanto per far capire che un contesto come quello descritto da Mad io faccio fatica a comprenderlo.
 1.  ;D

 :whistle:

Spoiler: show
 :ricktaylor:


diciamo che l'atteggiamento è diverso se sei in palestra o in un combattimento/lotta.

e per quanto mi riguarda, ammetto che a volte durante alcune sessioni di sparring/randori con alcuni compagni di allenamento, si andasse un po' oltre per rispettiva antipatia...


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Offline Bellerofönte

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #11 on: June 19, 2012, 13:38:56 pm »
0
Beh il combattimento non l'ho mai provato, ma penso che sarei talmente teso da non riuscire neanche a far comunicare correttamente cervello-muscoli  :-[.
In sparring ti giuro che non riesco ad essere "aggressivo", probabilmente sono talmente lacunoso che mi concentro solo sull'aspetto tecnico.
"Costantemente mantenersi presenti dentro la propria pelle, esercitarsi, avere una condotta particolare, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere."

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Offline orsobruno77

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #12 on: June 19, 2012, 13:45:03 pm »
0
Beh il combattimento non l'ho mai provato, ma penso che sarei talmente teso da non riuscire neanche a far comunicare correttamente cervello-muscoli  :-[.
In sparring ti giuro che non riesco ad essere "aggressivo", probabilmente sono talmente lacunoso che mi concentro solo sull'aspetto tecnico.

l'indole personale è fondamentale. sono uno molto competitivo e che male accetta le sconfitte da certi personaggi, non da tutti, solo da certi, i quali sono/erano come il sottoscritto.
immagina quindi che si andasse oltre la tecnica, e spesso, soprattutto nel bjj, sono stato io a tornare a casa con segni e gomiti doloranti...  :-[ ma non mi importava, dovevo comunque rendere la vita difficile.

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Offline Barvo Iommi

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #13 on: June 19, 2012, 13:46:14 pm »
0
Beh il combattimento non l'ho mai provato, ma penso che sarei talmente teso da non riuscire neanche a far comunicare correttamente cervello-muscoli  :-[.
In sparring ti giuro che non riesco ad essere "aggressivo", probabilmente sono talmente lacunoso che mi concentro solo sull'aspetto tecnico.

l'indole personale è fondamentale. sono uno molto competitivo e che male accetta le sconfitte da certi personaggi, non da tutti, solo da certi, i quali sono/erano come il sottoscritto.
immagina quindi che si andasse oltre la tecnica, e spesso, soprattutto nel bjj, sono stato io a tornare a casa con segni e gomiti doloranti...  :-[ ma non mi importava, dovevo comunque rendere la vita difficile.
eco la qualità che a me manca più di tutte[1] ed è una mancanza grave
 1. e credo anche a Bellerofonte

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Offline Darth Dorgius

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Re:I danni dell' Intenzione
« Reply #14 on: June 19, 2012, 15:16:06 pm »
0
Quel che mi chiedo e' se oggi una tale cosa sia salutare oppure deleteria per un individuo.

Dipende chi t'immagini di sgozzare... XD
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.