Non sono un intenditore di vino e non ne bevo neppure regolarmente. Sono solo un contadino e forse anche un vinificatore mancato per zona di residenza e famiglia. Insomma le mie sono davvero due braccia rubate all'agricoltura.
Parlo soprattutto basandomi su ore di ascolto negli anni di molte persone di vario tipo che hanno a che fare col vino quotidianamente, non solo a tavola.
Secondo me il giudizio sul vino è abbastanza soggettivo nel senso che essendo influenzato dal gusto entra in gioco la componente delle abitudini della zona o della persona. Per vendere oggi si gioca sulla promozione del prodotto e quindi pure con la necessità di adeguarsi a una standardizzazione dei gusti per essere da un lato riconoscibili e apprezzati dal (target del) potenziale consumatore e un minimo di particolarità per promuovere la propria firma.
La bravura dell'enologo, grazie proprio alla chimica sta spesso in questo. A un buon enologo per vinificare e fare un buon “vino” al palato che esalti degustatori e clienti tecnicamente oggi non serve neppure l'uva.
Anzi un vino molto genuino e naturale in tutto per tutto con uva di prima qualità per assurdo oggi rischierebbe di non essere neppure apprezzato o vendibile per le abitudini del mercato.
Gli enologi (e direi pure la chimica e pure le sostanze artificiali) servono e sono utili nelle cantine.
Visto che bello (in questo caso) buono è quello che piace, quello sul vino buono rimane però un argomento abbastanza soggettivo e più complesso di quello che sembra.