Il discorso è sacrosanto, ma credo sia ben più allargato che non solo rispetto al mondo delle AM.
In generale tutto quello che si fa per altri e non unicamente per se stessi, comporta la necessità di sentirsi speciali, o almeno giusti, il che implica una carenza in quel senso.
Io non ho mollato il Karate a suo tempo, quando ero ragazzino, per non deludere, per non essere sottoposto al giudizio degli altri, idem dicasi per le botte, che mi facevano malissimo, ma me le tenevo senza fiatare per vergogna.
In seguito credo e spero di essere cresciuto, di fare le cose per il piacere e il gusto di farle, non per essere speciale o per compensare paure e insicurezze.
Spero di essere cresciuto, ma non ne sono poi assolutamente certo, però è vero che il bisogno di essere gratificati o rassicurati è parecchio diffuso, come anche il desiderio nascosto di essere come certi "eroi" cinematografici da film d'Azione, basti vedere le espressioni dei maschi all'uscita dal cinema dopo un film col protagonista duro e tosto.
Del resto però, in una palestra di AM, o ti ci mandano da piccino, oppure ci vai per scelta, inevitabilmente per compensare un bisogno, che poi magari passa in favore del solo piacere di fare qualcosa che piace, ma non sempre è così.
Ai tempi del liceo ho praticato anche atletica, ero pure bravino, mi ricordo bene che razza di culo ci facesse l'allenatore, ero un saltatore della SS SNAM di Milano, ma smisi per via del KARATE, esattamente come col Basket.
Però ho ben idea di quello che dice Mad rispetto al mazzo che ci si fa.
La differenza con AM e SDC, al limite, è nelle mazzate che prendi o meno.
Il confronto però, dovrebbe essere solo con se stessi e il proprio piacere, gli altri servono per le verifiche, per prendere esempio, ma il termine di paragone dovremmo sempre essere noi stessi.