...ossia del non senso del voler snaturare una disciplina.
Come spesso mi accade ultimamente, lo spunto per certe discussioni mi viene in mente nel momento in cui improvvisamente, nonostante il caldo, il mio cervello quasi autonomamente raccoglie i fili che legano input ricevuti di vario genere.
In questo caso l'origine di tutto sta in una bellissima frase di Lee Morrison "La violenza è sempre violenza, quello che ci rende diversi sono le motivazioni" che dal mio punto di vista spazza via anni di menate di nota origine che, forse in un mondo già tarato dall'influenza cattolica, nn solo hanno trovato terreno molto fecondo ma anche prodotto parecchi danni.
E questo porterebbe poi a tutta una serie di valutazioni su modi di essere e concetti legati alla sopravvivenza che nn ha senso fare ora.
Facendo poi un salto avanti, reduce dalla mia oltremodo illuminante esperienza israeliana, mi sono imbattuto a distanza di pochi giorni in questi due video:
http://video.repubblica.it/edizione/roma/total-defense-all-israeliana-1/99137/97519Talk With Idan what is TKM(dal minuto 4 ca. in particolare...)
Ora, delle "contraddizioni" del primo ho già parlato e ci tengo a precisare che nn è mia intenzione entrare in valutazioni tecniche, fare caccia alle streghe o sminuire il lavoro di nessuno, quello che a me lascia un pò basito è come due persone che di fatto insegnano la stessa disciplina e gli stessi concetti e probabilmente tecniche a volte uguali, possano assumere posizioni quasi opposte quando si tratta di una certa attitudine mentale, soprattutto quando tale attitudine nn solo è insita in un certo modo nella disciplina ma assolutamente essenziale in qualsiasi contesto di sopravvivenza uno contro uno.
Imho nn si possono praticare certe cose in maniera credibile se nn si persegue una certa aggressività e do per scontato che nel 2012 non debba spiegare come il concetto nn implichi essere dei criminali, dei violenti o dei soggetti borderline.