Lunedi' sera, mistato tra lavori al sacco sopratutto su distanza e timing, sono saltati fuori un paio di esercizi che ho trovato particolarmente carini.
L'attendente (il cui nome in thailandese si traduce qualcosa come "rinomato figlio di troccola") imprime al sacco un movimento a pendolo,trattendendolo e poi lasciandolo andare, o piu' spesso spingendo manco dovesse fermare una carica d'opliti, verso chi sta lavorando.
Quest'ultimo deve fermare il sacco e, a seconda del lavoro continuare o meno rientrando.
Dapprima e' stato fatto con i frontali e con i circolari,su cui si stava lavorando, e poi anche con i diretti.
Cose carine del lavoro:
-se sbagli la direzione della forza del colpo si vede immediatamente perche' il sacco "rimbalza" sul suo aggancio.
-se sbagli il tempo o la distanza si vede immediatamente perche' l'esercizio risulta infattibile.
-se il colpo e' imprecisio, sul sacco sudato e dondolante, scivola senza forza
-se la struttura non e' allineata semplicemente si piega.
Sopratutto coi diretti l'ho trovato molto divertente ed appagante,anche se,nonostante una fasciatura particolarmente accorta, si sentiva il carico di lavoro di fermare i 100 kg di sacco...
E niente, il 3D e' a meta' tra una scusa per raccontarvi questo simpatico esercizio e un modo per introdurre l'argomento del "potere d'arresto", tanto caro alla difesa personale ma che a mio avviso trova massimo rilievo anche in contesto sportivo.
Bello.
Nella mia ex palestra di Kenpo facevamo un gioco simile ma cercando di "sostenere" la spinta del sacco.
In maniera un po' più contundente lo faevamo colpendo per arrestare su un compagno che ci veniva in contro tenendo un abella palla da fitness.
Se sceglievo male il tempo rimbalzavo via, se colpivo male la palla mi restituiva tutto.
Un avolta ho provato un pensataque riuscitomi particolarmente bene
[1] con cui ho ribaltato il compagno....