Sì, ho dovuto faticare un po' anche per sciogliere i colpi, abituati ad una eccessiva contrazione data dallo studio maniacale della fase di controllo. Fortunatamente già a Karate facevo uso (fuori dalla lezione) di makiwara e sacco, e questo mi ha aiutato in tal senso.
Un'altro "mito" su cui sto riflettendo è quello del condizionamento delle mani. Il mio istruttore attuale non lo ritiene idoneo in quanto porta a micro-traumi che accumulandosi nel tempo possono portare a danneggiare le mani. Per quanto mi riguarda ho però riscontro di avere una mano piuttosto pesante (detto dai compagni di allenamento ed anche dagli avversari che ho affrontato) relativamente al periodo di pratica, e credo che su questo influisca l'abitudine ad usare i colpitori a mano nuda. Rifletterò anche su questo cercando riscontri.
Ed è anche un peccato che si debba ricorrere ad un allenamento extra in privato, per sviluppare potenza e impatto. Cioè fondamentalmente è brutto che si alleni tutto solo ed esclusivamente in funzione del regolamento sportivo (e quindi controllo, leggerezza e tutto il resto), in un'arte marziale come il Karate che dovrebbe rappresentare il pragmatismo solido del Go, nella sua massima espressione (filosofia perfettamente portata avanti nel Kyokushinkai). Perché io sono sicuro che, degli shotokanisti abituati a scambiare colpi e menare duramente, sarebbero combattenti incredibili.
Sul condizionamento ne so poco e niente ed ho letto/sentito pareri altamente discordanti a proposito, indipendentemente della disciplina..
Anche se insomma, pigliare a pugni per un'ora, in allenamento, sacchi di 70kg con dei guantini da sacco (genericamente da 2oz o 4oz), tipo quelli acquistabili nella palestra che frequentavo, rappresenta già un esercizio di "condizionamento", con tutti i benefici e i micro-traumi del caso.
Per quel che ne so, provocarsi intenzionalmente traumi (se si parla da un punto di vista oggettivo-medico) bene di certo non fa, ma se vogliamo analizzare la cosa in funzione del combattimento, per quella che è la mia esperienza ho riscontrato dei benefici piuttosto importanti, a voler essere sincero.
Esempio stupido, le flessioni sui pugni (che si facevano regolarmente nella palestra dove mi allenavo e che ho continuato ad eseguire, con moderazione, anche una volta terminata la pratica). Anche se si parla comunque di un esercizio di irrigidimento/schiacciamento e non di impatto come può essere un makiwara.
Indubbiamente le mie mani sono più legnose e le dita meno rapide, ma quando stringo il pugno avverto visibilmente una certa solidità che inizialmente non c'era. E, sopratutto, la cosa si riflette nello sparring/combattimento. I colpi vengono ammortizzati molto meno dal guantone (per ricollegarsi al tuo discorso delle mani pesanti) che in condizioni normali sfrutterebbe la flessibilità morbida delle falangi oltre che la dispersione dell'imbottitura, ampliando di conseguenza l'intensità dell'impatto sul bersaglio (a giudicare da ciò che le vittime mi comunicavano
).
Poi può pure essere una stronzata eh, ma magari in un incontro potrebbe anche dare un piccolo vantaggio in più.
Figurati un karateka che ha pigliato a botte nude un makiwara per 10 anni.