Tutto vero, la foto non mostra un momento di grande coordinazione, ma mi pareva racchiudesse abbastanza il "pathos" del match.
Mi permetto di riprendere spesso questa vecchia discussione per permettere a chi vuole di dialogare con me su questi temi senza andare a far baccano in altre sezioni o discussioni. Magari non lo leggeranno in tanti ma spero lo leggano quelli più attenti e interessati all'esperienza diretta sul campo.
Ormai ho raggiunto l'anno e mezzo di pratica pugilistica piuttosto costante, non sono certo un esperto o un gran pugile ma ho comunque raccolto diversi feedback e mi sono "purgato" almeno in parte da anni di stratificazioni di nozioni orientalistiche.
Rimane intatta la mia passione per una certa visione della vita e dell'approccio marziale, ma provo un misto di compassione e fastidio quando mi confronto con ex compagni/e di allenamento che dopo diversi anni di pratica continuano a ripetere a pappagallo quanto sentono dire nel dojo senza farci un minimo di "tara" sopra e senza sperimentare realmente ciò che sostengono al livello teorico. Non che io mi ritenga un illuminato o un risvegliato o amenità simili, fanno bene a fare il loro percorso... ma mi da fastidio vedere l'impostazione bovina e fideistica senza un minimo di spirito critico, nelle AM come nella vita in generale.
E allora ne approfitterò per levarmi qualche sassolino dalle scarpe, forse l'avrete colto da miei post precedenti ma qui sintetizzo alcuni punti in maniera chiara ed incontrovertibile, magari con termini anche forti ma spero di non offendere la sensibilità di nessuno:
1) CHIARIRE COSA SI FA: il karate si vende come tutto e niente, e si presta a fornire mille giustificazioni ad ogni praticante. in questo sicuramente si adatta a tutti, dal trippone al nerd, alla ragazzina invasata, all'allievo che a 50 anni non combina un cazzo nella vita ma lì dentro ha qualche Dan e si atteggia a uomo di mondo. Ho visto delle dimostrazioni di karate puramente sportivo FIJLKAM e (almeno qui da me) FA PENA. Ma veramente, senza scherzi. Un balletto sarebbe molto più onesto ed esteticamente armonioso. Il karate tradizionale FIKTA in compenso non ha un'identità ben precisa, e vive in un limbo dove sopravvivono mille sfaccettature e nessuna persegue alla fine l'eccellenza. Rimane quindi alla fine mirato ad auto preservarsi come struttura ma non esprime qualcosa di competitivo e attrattivo al di fuori del proprio orto. Si parla ovviamente di giovani ed adulti abili ed in grado di fare agonismo, discorso a parte per bambini (sulle mamme l'illusione che il pargoletto si sappia difendere senza colpo ferire fa sempre fashion) e per altre categorie di praticanti, ma che nel medio periodo porteranno ad un abbassamento qualitativo mostruoso la disciplina.
2) QUESTI C***O DI KATA: cosa sono ? A cosa servono ? Cosa allenano ? Dopo approfondita meditazione, seria riflessione ed accurata sperimentazione sono giunto alla conclusione per me SONO UNA CAGATA PAZZESCA. Non li sopportavo quando facevo karate (13 anni), ora poi non li voglio vedere nemmeno col cannocchiale. L'unica cosa che ne giustifica la pratica è, se piacciono, di farli con lo stesso spirito di quelli che collezionano gli orologi della De Agostini. Per il resto come detto altrove servono a mantenere in piedi un meccanismo di potere che eviti il confronto diretto marziale. Da quando ho smesso di farli ed ho dedicato il tempo da questi sottratto ad allenarmi in maniera funzionale con esercizi mirati allo scopo del combattimento ho guadagnato enormemente in forma fisica, tempismo, reattività, potenza e salute, in quanto tutti i dolori articolari e muscolari dovuti all'effettuazione di posizioni assurde ed innaturali se ne sono andati come per magia. Gli unici dolori che ho ora (a parte qualche botta) sono dovuti allo sforzo muscolare in sé, ma mai dovuti a situazioni in cui a fine allenamento non sono nemmeno sudato ma mi muovo per giorni come un ottantenne.
3) LA FIGURA DEL MAESTRO E DEGLI ALLIEVI PIU' ANZIANI: sento ancora miei ex-compagni di allenamento pendere dalle labbra del Sensei o di altri allievi come se qualsiasi cosa dicano o facciano sia oro colato. Se ruttano a tavola, avranno certamente rivelato i segreti del combattimento disarmato contro un reparto di Spetznaz ed i misteri della vita dopo la morte. Non rinnego l'amicizia e la simpatia per il mio vecchio maestro, cui vado anche a far visita, ma credo che ogni cosa vada presa con spirito critico e "scientifico", almeno nel momento in cui si parla di cose fisicamente verificabili. Anche io ero stupito da maestroni veramente veri che a 70 anni facevano allenamenti e sembravano dotati di forza straordinaria. Poi ho trovato anche a boxe gente di 74 anni che senza energie mistiche, occhi a mandorla e aneddoti leggendari, si allena tutti i giorni con i ragazzi e salta la corda come un fringuello. Ma se ci parli ride e scherza e non si erge su un piedistallo come se fosse una statua d'oro da adorare per i poveri mortali.
4) IL PUBBLICO MEDIO: come detto anche in precedenza, il pubblico medio del karate ormai è perlopiù a livelli sotto la media per qualsiasi sport di combattimento. Certo qualcuno forte e bravo c'è, per carità, ma in tutta una regione fai fatica a trovare lo stesso numero di atleti che per qualità e forma fisica si possano rinvenire in un'unica buona palestra di SDC. Per il resto ci trovi di tutto, forme fisiche raccapriccianti e situazioni psicologiche di estrema fragilità e dipendenza, alla ricerca di sicurezze da raccontare a sé stesso e agli altri ma da non mettere assolutamente alla prova. Se non ci sarà una rapida inversione di tendenza temo questa (come altre simili) arti marziali finiranno non per scomparire, ma per diventare il rifugio preferenziale di casi di disagio, di gente che vuole sentirsi un samurai senza ammettere di fare cosplay, di persone che parlano di combattimento ma nei fatti lo rifuggono creandosi millemila giustificazioni storiche, filosofiche, spirituali ecc.ecc.
Avrei altro da approfondire ma per motivi di tempo mi vengono in mente questi argomenti. Se qualcuno volesse ampliare il dibattito sono ben disponibile ad ospitare in questa discussione ulteriori considerazioni, oltre che a chiarire quanto scritto.
Rimango fermamente del parere che il Karate non faccia schifo, ma che ormai per farlo davvero si debba fare altro, in quanto ciò che viene detto in teoria deve essere applicato e verificato in altri contesti.
Se qualcuno volesse obiettare che qui siamo nella sezione "pugilato"... ebbene tutto questo l'ho capito grazie al pugilato.
Saluti e banzai.