è come quella degli attacchi nel kali
Più o meno si. Ho visto spiegare la stessa idea in modo simile anche nel jkd (“concepts” ma a memoria mi pare che ci sia anche nell'”original”) e nel taijiquan.
Nel kali introduci l'ottica già col bastone singolo e te la ritroverai poi come costante anche in seguito a mani nude o con altre armi. Invece del cerchio davanti alla sagoma fai immaginare un rombo (o due triangoli uniti per la base), infatti non ne indichi 7 ma per semplificare 4 (i lati del rombo), poi se vuoi aggiungere delle modalità di protezione puoi aggiungerne quante ne vuoi e spiegarle codificate e catalogate in maniera diversa.
Mi aveva fatto sorridere e compiacere una spiegazione introduttiva di Giannizzero mesi fa sul suo sito in cui introduceva la copertura della sagoma schematizzando idealmente con un pentagono rovesciato invece del rombo, ossia con una linea di copertura parallela al suolo per gli attacchi discendenti, mentre nel rombo si semplifica col vertice alto a fare da tetto.
Nel kali il rombo non sottolinea tanto l'introduzione alle linee d'offesa ma più che altro schematizza e introduce il concetto di protezione della propria sagoma, su cui costruire il senso della guardia da sviluppare.
A mani nude si affianca ben presto la coordinazione e l'uso di entrambe le braccia e per semplificarsi ancora di più la vita e le scelte anche le 4 coperture si possono volendo ridurre a due (una a destra e una sinistra).
Ossia l'elaborazione mentale degli “angoli” d'attacco avversari diventa semplicissima perchè come striking non mi soffermo più di tanto a preoccuparmi di catalogare l'attacco avverso come "angolo", me ne frega relativamente poco, ma so fin da subito e anche da prima qual è la mia sagoma (senso della guardia) e di conseguenza le possibili modalità di difesa con adozione di scelte semplificate. Da lì “a proprio gusto e piacere” puoi “ricamarci” sopra quanto vuoi soffermandoti su mille possibili varianti o su aspetti più “avanzati” ma l'elaborazione mentale rimane comunque molto snella e di una semplicità disarmante come bene o male in tutto il resto del programma (infatti a me influenzato dal kali in confronto il krav maga risulta ancora molto più complicato ed elaborato).
Le stesse azioni di copertura sul “rombo” le puoì usare poi come anticipo, come difesa e contrattacco contemporanei, o come emergenza pura, impattando sia in difesa sia in attacco con le mani, con gli avambracci o coi gomiti senza dover stare a pensare ulteriormente e adattandoti alle necessità del momento e della situazione, rincorrendo gli sfuggevoli tempo e misura.