Ryu, aspetto con grande ansia. anche perché la questione 'risultato massimo nel breve termine Vs una pratica lunga una vita' mi è sempre sembrata una gran bufala da ciarlatani. infatti nel leggerla da fra' Tak ho sgranato gli occhi, però mi viene il dubbio che abbia sviscerato la questione più a fondo di quanto l'abbia fatta io, e che io non l'abbia quindi letta nel modo corretto. infatti mi piacerebbe molto se voleste approfondire (casomai parte lo spinoff)
La differenza a cui mi riferivo non c'entrava in maniera essenziale con la distinzione Oriente/Occidente. Cercherò di spiegare problemi complessi che mi stanno confondendo da un pezzo, chiedete pure chiarificazioni.
Inizio con un piccolo aneddoto personale:
All'ultimo stage con i maestri della scuola Cheng Ming quand'eravamo a pranzo, chiesi al maestro Wang Fu Lai cosa ne pensava riguardo alla crisi attuale delle Arti Marziali Tradizionali di fronte alla maggiore efficacia dimostrata dagli Sdc. Lui, grazie all'interprete che faceva comunque molta fatica a tradurre certi termini o concetti, che non dovevo interessarmi di questo e dovevo solo aspirare e allenarmi per raggiungere quello che si potrebbe tradurre con difficoltà con "uomo perfetto" o "uomo integrale".
Il che aveva delle evidenti caratteristiche spirituali, morali e sociali (potrei includervi, in senso lato anche "politiche"!!)
Da un certo punto di vista rifiutavo quella risposta ai miei dubbi amletici, poi, riflettendoci sopra,ho iniziato a comprendere che era quello, al di là della mia ricerca di efficacia in combattimento, quello che loro cercavano. Non sto dicendo che sia superiore o più alto, semplicemente era una cosa diversa, un altro obbiettivo, che non ha apparente relazione con il primo.
Sono arrivato all'idea che lo scopo delle Arti Marziali Tradizionali (uso quest'ultima parola mettendola temporaneamente tra parentesi) sia quello. Non so se sia antico, non lo credo. Sicuramente lo scopo antico era la battaglia e quindi l'utilizzazione più rapida possibile in combattimento. Tutte queste derivazioni sono indubbiamente codificate in epoca moderna, ma risalire a cos'erano le arti marziali prima di quella codifica da "epoca di pace" è praticamente impossibile, vista la lacunosità di documenti e fonti dell'epoca a riguardo.
Con la frase "L'arte marziale si sviluppa lungo un intera vita" oppure, ancora meglio "L'arte marziale coincide con la vita stessa" intendo proprio dire che nelle culture cosiddette "tradizionali"
[1] vi erano tutta una serie di complessi riferimenti a tutti gli ambiti della vita quotidiana, che comprendevano l'intero specchio di attività dell'uomo. Lo definirei, sulla scorta di alcuni interessanti concetti proposti da alcuni antropologi (Remotti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Antropopoiesi) come un progetto di "Antropopoiesi", cioè di costruzione di una certa tipologia di essere umano. Sono convinto che anche nelle arti occidentali si possano ritrovare modelli simili.
Chiudo con un altro aneddoto: visitando un bellissimo Museo di Arte Orientale a Budapest questa primavera, ho potuto riscontrare la somiglianza di alcune posizioni delle mani di alcune statue religiose o mitologiche cinesi con gesti che ritrovavo nelle forme degli stili cinesi che ho studiato, i cui nomi infatti comprendevano riferimenti a Buddha o al Saggio ecc... Anche qui vi troviamo riferimenti "altri", non immediatamente riconducibili al combattimento. Mi è balenato un lampo, che si collegava a tanti dubbi: e se quei movimenti non avessero alcun collegamento con il combattimento, ma invece molti più legami con i contenuti espressi da quelle statue?