Non so, io non amo particolarmente alcune cose di Tada, pur riconoscendogli tutto il rispetto che gli è dovuto, ma alcune cose trovo le abbia tramutate più in "figure" che non in tecniche.
Ciò non di meno è un grande dell'Aikido senza grosse discussioni.
A mio avviso il dopo guerra ha fatto molto nel realizzarsi di differenze tecniche, stilistiche e contenutistiche nella pratica e nell'insegnamento dell'Aikido, come anche nella sua interpretazione.
Non credo sia un caso che, quanto si vede presso l'Ibaraki Dojo di Iwama, sia così differente da quanto si vede presso l'Hombu Dojo di Tokyo.
O'Sensei si ritirò a Iwama, dove continuò a insegnare in una certa direzione, mentre a Tokyo, le imposizioni militari, obbligarono a scelte differenti, cosa che non può non notarsi oggi guardando questo o quel maestro, seguendo i loro seminar's.
Presi a modello, personaggi come Tada, Yamada, Inagaki, Isoyama, Gaku Homma, vedremo differenze enormi, nonostante tutti siano passati, chi prima e chi dopo, per Ueshiba, ma ritengo che, l'Aikido proposto da Tada, si stacchi parecchio rispetto agli altri, laddove certe tecniche, che proposte dagli altri appaiono devastanti, proposte da Tada mi lasciano perplesso.
Un esempio è l'Iriminage, che tutti portano agendo sul rachide cervicale, mentre Tada porta in pieno volto, se non alla fronte, contraddicendo le motivazioni di natura fisica e anatomica, fornite dagli altri.
Ossia non dico che un Iriminage di tada non mi faccia volare, dico solo che mi ci ritrovo di meno.
Come Uà ben sa, la discrimine fra l'uso o meno delle armi, per me non è secondaria, sta di fatto che, mentre a Iwama, con stratagemmi, non si sono mai abbandonate, a Tokyo sono state accantonate per imposizione Americana, a mio avviso qualcosa vorrà pur dire.
Riguardo la sportivizzazione, la troverei pretestuosa, poichè credo che, l'Aikido, possa fornire elementi da portare in competizione, ma di per sè, laddove praticato in modo non dolce e soft, ma con la dovuta sincerità, si riveli più adatto alla rissa che non al match, proprio per le normali dinamiche che distinguono le due situazioni.