La Dura Realtà del Pecorino

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #30 on: August 29, 2012, 09:43:23 am »
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Dieselnoi, ma che domande fai..?  ???
Un filo inquietanti in effetti   XD
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Dieselnoi

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #31 on: August 29, 2012, 10:02:04 am »
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Hehe: si vede che, a mia differenza, non siete dei serial killer. Oh ma che tedio devono essere le vostre vite. Ma come fate a passare il tempo? Volevo dire che, se sei una persona in NETTISSIMO svantaggio di forza e addestramento, alla fine l'avventura del pecorino dimostra (almeno a me, cax mi devono ancora togliere i punti) l'estrema pericolosità di andare attorno a una lama anche piccola e non proprio affilata a rasoio. E, quindi, anche a chi la stringe.

Perchè basta davvero pochissimo per portare a casa ferite molto serie. E non è che guariscano dopo una buona lavata di faccia.

Io ci penserei davvero due volte. Curiosità: nei corsi di autodifesa esiste questo esperimento molto poco politically correct? Ragazza con in mano un pennarello con atteggiamento difensivo (vai vià! Lasciami stare!) e uomo che cerca di afferrarla e toglierglielo?

Secondo me alla fine ha dei segni belli chiari sulle braccia o peggio, specie se il coltello è impugnato a ice-pick che secondo me è la presa più difficile da togliere in un contesto reale.

Si dice che occorre essere addestrati a usare il coltello. Secondo me no. Forse se si vuole duellare contro un altro coltello. La cronaca nera è piena così di absolute beginners che hanno facilmente ucciso della gente...

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Offline cooks71

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #32 on: August 29, 2012, 10:12:09 am »
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Qualche millennio di storia umana insegna che le armi sono nate affinchè chi è fisicamente svantaggiato possa avere un vantaggio.
Sono equalizzatori.
Nel caso specifico delle donne, a seconda della cultura, hanno avuto più o meno accesso alle armi come autodifesa.

Una lama ha effetti immediati ben presenti anche da parte di un utilizzatore non addestrato, ma ha potere di arresto scarsissimo.
Questo è il problemone delle lame usate da gente che non sanno usarle.

Ma facciamo un esempio abbastanza sconosciuto: le donne nei postriboli del West del fino 1700 tutto 1800 erano notoriamente armate di "push-dagger" con cui si difendevano in modo molto efficace (ci scappava anche il morto), senza addestramento, dai clienti più "pericolosi". Il Pushdagger era sempre tenuto ad altezza della giarrettiera. In alcuni film hanno citato il fatto, ma hanno "edulcorato" la questione facendo indossare alle prostitute la famosa "Derringer due colpi" (una micropistola scarissima da porto occulto). No: usavano un pushdagger. E non ci vuole un genio per capire dove colpivano/tagliavano, quando se la vedevano brutta, una volta appartate col cliente più violento del consentito.

Quindi, niente di nuovo sotto il sole.
"Great things have small beginnings, sir."
Lawrence Of Arabia (1962)

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Offline Dieselnoi

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #33 on: August 29, 2012, 10:48:51 am »
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Ne ho uno anch'io: arma affascinante. Ma a mia moglie non piaceva perchè (probabilmente) lo considerava un'arma da mignotte e ha preso un Gerber anche lei. Potere d'arresto, ecco qua la vera questione.

E' ovviamnete verissimo. In termini fisici la lama non ne ha. Ma questo discorso, secondo me, funziona in una trincea dove i soldati si sgozzano pieni di adrenalina, o contro un terrorista di Al-Qaeda in missione suicida. O, per stare sulla genesi della .45, contro un Moro Juramentado armato di machete.

Quando si parla di rapine o stupri, però, secondo me non si arriva a questo punto ed è il potere d'arresto psicologico che conta.  Che fai, ci provi? Vieni qua contro questa lama: sei proprio sicuro di riuscure a disarmarmi? Perchè se ti va male ti giochi una mano o peggio, lo sai?

Per quello che riguarda me, almeno il potere d'arresto psicologico di una lama è anche di più di quello di una pistola. E definirei potere d'arresto psicologico anche l'effetto di una brutta ferita da sangue su chiunque non sia un militare o un guerrigliero pieno di adrenalina. Non vorrei fare la prova ma, secondo me, uno stupratore o rapinatore che si vedesse aprire (anche solo in una mano) una ferita profonda che zampilla sangue penserebbe piuttosto a tagliare la corda.

Potrebbe esser pieno di droga, ovviamente, magari di amfetamine + coca. Ma allora (credo ci siano esperimenti) anche lo spray (e non parliamo di tecniche da corso dp per donne) servirebbe a pochissimo. Ricordiamoci che l'avversario è a pochissimi metri e spesso ancora più vicino.

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Offline Fabio Spencer

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #34 on: August 29, 2012, 11:04:47 am »
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Una lama ha effetti immediati ben presenti anche da parte di un utilizzatore non addestrato, ma ha potere di arresto scarsissimo.
Questo è il problemone delle lame usate da gente che non sanno usarle.
posso chiederti di esplicare meglio questo concetto?
Sono ignorante e ho sempre immaginato che se ricevessi un bel taglio anche da un principiante questo mi fermerebbe di sicuro.
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."


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Offline Dieselnoi

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #35 on: August 29, 2012, 11:17:37 am »
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In senso fisico (se sei un terrorista lanciato sul bersaglio) non sentiresti quasi per niente il male e l'adrenalina conterrebbe molto l'emorragia. Potresti anche venir preso da un ulteriore attacco di rabbia che ti rende ancora più forte.

A spegnerti, alla fine, sarebbe una copiosa emorragia che prima ti abbasserebbe la pressione fino a farti cadere e poi, in assenza di soccorsi, ti ucciderebbe. Ma potrebbero volerci dei minuti. O un colpo con una lama molto grossa.

Naturalmente questo vale se sei pronto a morire, magari drogato, e ti si può metter KO solo per intervenuta incapacità fisica.

In tutti gli altri casi un taglio grosso (anche in zona non vitale tipo una mano) col sangue che zampilla e non riesci a fermarlo secondo me spaventerebbe a morte chiunque e di fatto lo fermerebbe meglio di una .357 magnum!

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Offline cooks71

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #36 on: August 29, 2012, 11:21:06 am »
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Esempio tipico.

Coltellata con azione di taglio (tipica "sferzata") con una lama da 11 cm (per occultabilità) appena sopra il ginocchio. Un bel taglio, un po' di sangue (nenahche tanto a dire il vero), ma per un po' di tempo stai anche in piedi. E puoi ancora usare bene le braccia. E non fa neanche tanto male. Insomma, per parecchi secondi sei operativo. Quindi, puoi fare dei danni ancora per un po'.

Bastone tattico. bastona sul ginocchio. Vai giù subito e non ti rialzi. Dolore immenso, e se hai sfiga, ginocchio abbastanza sfasciato. Essendo a terra, ed impossibilitato a rialzarti bene, puoi al massimo zoppicare. Sei inefficace nel combattimento da subito.

In questo esempio esemplificativo: Le armi da botta/impatto hanno sempre un potere d'arresto immediato. le lame piccole no.

Il discorso cambia completamente coi machete, spadoni, spade a due mani et similia... ma ci siamo già capiti.

Se vuoi fermare subito (nel senso di neutralizzare, non uccidere per forza) uno con una lama bisogna mirare a bersagli anatomici ben precisi, ma non intuitivi/istintivi.
Un bastonata su un ginocchio la sa tirare chiunque, invece.

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Offline Dieselnoi

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #37 on: August 29, 2012, 12:13:02 pm »
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Esempio ottimissimo, infatti. Ma diciamo che sei un minchione che vuol violentare una ragazza. Dici che quella ferita lì non ti ferma? Secondo me sì, e basta molto meno. Per me ancora meno! Il coltello, magari il famigerato push-dagger, pesa pochi grammi non si inceppa e non si scarica mai.

E aggiungo. Vale come per i pugni: uno tira l'altro. Non dovremmo ragionare tanto sul singolo colpo ma sul fatto che stai cercando di afferrare una che continua a tagliarti. Probabilmente arrivi anche a qualche tipo di potere d'arresto basato sull'emorragia oltre che sullo shock psicologico.

Spesso noi ragioniamo di avversari adrenalinizzati e con le spalle al muro (esempio in guerra) che non rinunciano mai e attaccano anche con ferite mortali addosso, da cui finisce sempre che devi avere armi pesanti e sparar sempre due volte. E' verissimo, ma forse per strada non è così. Secondo me quando ti senti ferito seriamente e hai paura tendi a ritirarti o ad arrenderti piuttosto che a combattere fino alla morte.

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Offline Fabio Spencer

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #38 on: August 29, 2012, 12:15:57 pm »
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ok, grazie ad ambedue.
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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #39 on: August 29, 2012, 12:24:38 pm »
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Esempio tipico.

Coltellata con azione di taglio (tipica "sferzata") con una lama da 11 cm (per occultabilità) appena sopra il ginocchio. Un bel taglio, un po' di sangue (nenahche tanto a dire il vero), ma per un po' di tempo stai anche in piedi. E puoi ancora usare bene le braccia. E non fa neanche tanto male. Insomma, per parecchi secondi sei operativo. Quindi, puoi fare dei danni ancora per un po'.

Bastone tattico. bastona sul ginocchio. Vai giù subito e non ti rialzi. Dolore immenso, e se hai sfiga, ginocchio abbastanza sfasciato. Essendo a terra, ed impossibilitato a rialzarti bene, puoi al massimo zoppicare. Sei inefficace nel combattimento da subito.

In questo esempio esemplificativo: Le armi da botta/impatto hanno sempre un potere d'arresto immediato. le lame piccole no.

Il discorso cambia completamente coi machete, spadoni, spade a due mani et similia... ma ci siamo già capiti.

Se vuoi fermare subito (nel senso di neutralizzare, non uccidere per forza) uno con una lama bisogna mirare a bersagli anatomici ben precisi, ma non intuitivi/istintivi.
Un bastonata su un ginocchio la sa tirare chiunque, invece.

Mega quotone su quello che dice Cooks ed infatti é per questo che nelle battaglie di un tempo le armi da botta erano moltissimo diffuse nei campi di battaglia.
Su rriatu a San Francisco/nun sapendo come agiscu/cu nu vecchiu camburrista/m'aggiu misu a pazziar./Pazziando e pazziando/di curtellu e di bastone/per sfregiar stu carognone/che tradisce la società./Mo si presenta nu picciottellu/culla coppola de sgarru/esci fore maresciallo/ca la faccie taggiu sfregiar./Mo se presenta nu capuposto/culla coppola de sgarru/co nu bastoncinu a manu/cinque lire tu m'ai dar./Cinque lire ieu nun le tegnu/cinque lire nu tel le do/si picciottu de prtima uscita/nu ppartieni alla società./Società cunsegna é bona/di curtellu e di bastone/per sfre


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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #40 on: August 29, 2012, 12:52:31 pm »
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Esempio tipico.

Coltellata con azione di taglio (tipica "sferzata") con una lama da 11 cm (per occultabilità) appena sopra il ginocchio. Un bel taglio, un po' di sangue (nenahche tanto a dire il vero), ma per un po' di tempo stai anche in piedi. E puoi ancora usare bene le braccia. E non fa neanche tanto male. Insomma, per parecchi secondi sei operativo. Quindi, puoi fare dei danni ancora per un po'.

Bastone tattico. bastona sul ginocchio. Vai giù subito e non ti rialzi. Dolore immenso, e se hai sfiga, ginocchio abbastanza sfasciato. Essendo a terra, ed impossibilitato a rialzarti bene, puoi al massimo zoppicare. Sei inefficace nel combattimento da subito.

In questo esempio esemplificativo: Le armi da botta/impatto hanno sempre un potere d'arresto immediato. le lame piccole no.

Il discorso cambia completamente coi machete, spadoni, spade a due mani et similia... ma ci siamo già capiti.

Se vuoi fermare subito (nel senso di neutralizzare, non uccidere per forza) uno con una lama bisogna mirare a bersagli anatomici ben precisi, ma non intuitivi/istintivi.
Un bastonata su un ginocchio la sa tirare chiunque, invece.

Mega quotone su quello che dice Cooks ed infatti é per questo che nelle battaglie di un tempo le armi da botta erano moltissimo diffuse nei campi di battaglia.
credevo lo fossero anche perchè a parità di lunghezza fossero meno costose.
una spada o un bastone con palla di ferro sopra credo abbiano costi differenti e la fanteria spesso era composta da tanti fantaccini, i cavalieri erano meno, nobili e con molta più disponibilità di spesa.
Però effettivamente una cosa non esclude l'altra.
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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #41 on: August 29, 2012, 12:57:22 pm »
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Esempio tipico.

Coltellata con azione di taglio (tipica "sferzata") con una lama da 11 cm (per occultabilità) appena sopra il ginocchio. Un bel taglio, un po' di sangue (nenahche tanto a dire il vero), ma per un po' di tempo stai anche in piedi. E puoi ancora usare bene le braccia. E non fa neanche tanto male. Insomma, per parecchi secondi sei operativo. Quindi, puoi fare dei danni ancora per un po'.

Bastone tattico. bastona sul ginocchio. Vai giù subito e non ti rialzi. Dolore immenso, e se hai sfiga, ginocchio abbastanza sfasciato. Essendo a terra, ed impossibilitato a rialzarti bene, puoi al massimo zoppicare. Sei inefficace nel combattimento da subito.

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Se vuoi fermare subito (nel senso di neutralizzare, non uccidere per forza) uno con una lama bisogna mirare a bersagli anatomici ben precisi, ma non intuitivi/istintivi.
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Mega quotone su quello che dice Cooks ed infatti é per questo che nelle battaglie di un tempo le armi da botta erano moltissimo diffuse nei campi di battaglia.
credevo lo fossero anche perchè a parità di lunghezza fossero meno costose.
una spada o un bastone con palla di ferro sopra credo abbiano costi differenti e la fanteria spesso era composta da tanti fantaccini, i cavalieri erano meno, nobili e con molta più disponibilità di spesa.
Però effettivamente una cosa non esclude l'altra.

In parte é giusto quello che dici tu sul costo ecc...
Ma non pensare che in battaglia si usassero così tanto le spade.
Le armi da botta erano sempre e comunque da preferire.
Infatti ad esempio le spade a due mani per il combattimento in armatura non tagliavano so non gli ultimi 20cm di lama.
Su rriatu a San Francisco/nun sapendo come agiscu/cu nu vecchiu camburrista/m'aggiu misu a pazziar./Pazziando e pazziando/di curtellu e di bastone/per sfregiar stu carognone/che tradisce la società./Mo si presenta nu picciottellu/culla coppola de sgarru/esci fore maresciallo/ca la faccie taggiu sfregiar./Mo se presenta nu capuposto/culla coppola de sgarru/co nu bastoncinu a manu/cinque lire tu m'ai dar./Cinque lire ieu nun le tegnu/cinque lire nu tel le do/si picciottu de prtima uscita/nu ppartieni alla società./Società cunsegna é bona/di curtellu e di bastone/per sfre

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Offline Dieselnoi

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #42 on: August 29, 2012, 13:09:06 pm »
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Le spade a due mani (ma anche le spade in genere) sono ANCHE armi da botta, almeno un pò. Non è che tagliassero come quella di Goemon il samurai, molto spesso producevano ferite lacerocontuse soprattutto quando c'erano di mezzo le armature.

Ma per difesa (o assassinio) son semrpe stati i coltelli alla cime della classifica. Perchè sono piccoli e costano poco. E, non me lo scorderò mai dopo il combattimento col pecorino, un bastone lo puoi sempre afferrare (nei film si vede spesso) una lama no!

Non a caso si dice "tenere il coltello per il manico!"

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Offline Ebony Girls Lover

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #43 on: August 29, 2012, 13:15:12 pm »
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Diesel non pensare che sia così facile bloccare una bastonata prima cosa,seconda cosa anche qui chi sa il fatto suo anche il bastone tende a non farlo vedere si insomma ad occultarlo in qualche maniera o se lo fa vedere per lo meno fa in modo che sia difficile da afferrare,e se te lo da da afferrare di prima intenzione caschi nella sua trappola,e li son cazzi.
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Offline beppegg

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Re:La Dura Realtà del Pecorino
« Reply #44 on: August 29, 2012, 13:24:16 pm »
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un bastone lo puoi sempre afferrare (nei film si vede spesso) una lama no!

oddio, un bastone lungo forse si, ma un bastone corto a fermarlo ci rimetti la mano...
Dio c'è, ma non sei tu: Rilassati!!!!