Domanda fatale: avete un avversario con un coltello bello stretto. Diciamo anche una ragazza, mica dovete immaginarvi Spartan che vi vuole ammazzare.
Ci andate davvero sul polso per fare un disarmo? La considerate davvero un'alternativa possibile o ve la riservate eventualmente se ci fosse da salvare il mondo? Non è per caso di quelle mosse che praticate in allenamento su coltello di gomma ma che poi non fareste mai e poi mai?
Ci sono grossolonamente due scuole di pensiero sulla disperata situazione in cui si ha a che fare disarmati con un aggressore col coltello.
1. Controllo dell'arto armato con un braccio per cercare di colpire con l'altro (con l'intenzione di distrarre ma, senza dirlo troppo ad alta voce, sperando nel ko, potere d'arresto del colpo). Nel kali di solito è una versione proposta da praticanto insegnanti americani.
2. Controllo dell'arto armato a due mani cercando di incassare/proteggersi alla meno peggio dai colpi col braccio disarmato dell'altro. Meno arsenale a disposizione per il contrattacco della vittima (testa, gomiti, ginocchia ma senza avere come nel primo caso una mano libera), ma maggiore protezione nei confronti dell'arma. Si dovrebbe riuscire a controllare meglio l'arto armato.
Il presupposto alla base è che “gli attacchi a mani nude dell'aggressore mi manderanno sicuramente all'ospedale ma ho buone probabilità di sopravvivergli, gli eventuali attacchi col coltello (senza il controllo a due mani più saldo e sicuro di quello a una mano sola) mi farebbero conoscere anzitempo il Creatore; io preferisco il male minore del primo caso: finire all'ospedale ma non al piano della camera mortuaria” (cit. riadattata ma quasi testuale di un maestro filippino). Nel kali ho notato un riscontro maggiore di quest'ottica tra i filippini.
Il disarmo non l'ha consigliato il medico; se si presenta l'occasione e, oltre ad aver allenato e metabolizzato l'argomento a sufficienza, con l'aiuto della fortuna si riesce ad applicarlo, meglio (un bel vantaggio in meno per l'aggressore). Se si sopravvive limitando i danni senza disarmare chi se ne frega dei disarmi, l'importante è aver raggiunto l'obiettivo.
Sulle due teorie citate sopra, secondo me dipende dai gusti e anche dalle caratteristiche personali.
La natura mi avesse dotato della “castagna” di Cammarelle, o comunque con un esempio estraneo allo striking il potere d'arresto ipotizzabile di un colpo di Lopez Nunez (il lottatore portabandiera cubano che a Londra ha riconfermato il suo oro olimpico di Pechino nella categoria 120 kg della grecoromana), farei seriamente un pensierino al controllo a una mano per cercare di giocarmi un tentativo di ko immediato.
Essendo di stazza molto più “filippina” e tendendo a pensare sempre male, quindi ipotizzando un potenziale aggressore probabilmente più grosso e pesante di me, propendo più per il controllo a due mani per cercare di guadagnarmi l'ospedale, anziché un servizio funebre.