Volevo condividere con Voi la mia prima esperienza "lottatoria" della mia vita vissuta in maniera seria e organizzata. Essendo legato strettamente alla filosofia giapponese, alla cultura, alla religione e a quant'altro questo paese può offrire ho deciso di intraprendere la Via della cedevolezza non solo perchè la ritengo utile ma anche per mantenere un legame profondo con la terra del sol levante.
Come qualcuno saprà è già da tempo che parlavo di una disciplina parallela al Karate e dato che dove insegno c'è un vecchio Maestro di Judo ho deciso di provare. L'identikit di quest'uomo è il seguente. Età intorno ai 65 anni Calabrese doc primo componente del gruppo sportivo dei Carabinieri del Judo, ex addestratore dei paracadutisti dell'Arma dei Carabinieri, riconosciuto dalla Fijlkam come Maestro e detentore del terzo Dan soltanto perchè reputa l'assegnazione degli stessi un merito fatto "politico".
Devo dire che è una persona piacevole e molto familiare, al Dojo siamo pochi, un numero ancora non preciso ma che si conta sulle dita della mano e ciò è sicuramente un fattore positivo. Abbiamo cominciato con un lungo riscaldamento per poi passare alla fase delle cadute e delle capriole. Per la tecnica abbiamo cominciato con un "ippon seoi nage" passando consecutivamente a "morote seoi nage", poi abbiamo fatto altre due tecniche di cui non ricordo il nome abbiate pazienza. Poi siamo passati a terra dove abbiamo sperimentato l'uscita da "hon kesa gatame". Alla fine il maestro si è messo a terra e mi ha detto prendimi in hon kesa gatame e da qui fai quello che vuoi basta che non tiri pugni, mordi o infili diti negli occhi... è partita una lotta che mi ha distrutto, mi ha rigirato come un calzino, alla fine (non so dopo quanto tempo credo 15 min circa) abbiamo terminato e lui nonostante l'età se la rideva di brutto senza affanno io ero ad un passo dall'altro mondo, alzandosi mi ha detto una frase che, sarà stato il momento, sarà stata la mia abitudine allo Zen profondo, mi ha colpito e "illuminato".
Mi ha chiesto :- Lo sai a che serve la cintura nera?
E io :- No Maestro.
E lui :- A fare il serpente! Ha preso la cintura e ha cominciato ad agitarla per terra ondeggiando ed è uscito ridendo.
Che dire ragazzi è stata una bella esperienza, particolare la ricerca della famosa cedevolezza che è un concetto estremamente semplice a parole ma così difficile (per me) da applicare. Stasera avrò la mia seconda lezione, spero che questo sia solo il primo passo di un lungo percorso di crescita.