Manifesto di una tormentata creatura anfibia: me stesso.

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Offline Dipper

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Re:Manifesto di una tormentata creatura anfibia: me stesso.
« Reply #30 on: May 09, 2014, 14:35:09 pm »
0
Quando parlo di carenze didattiche mi riferisco anche a questo.
Non posso proporre agonismo a chi si allena una volta a settimana quando nella medesima categoria può capitare qualcuno che ha anni di esperienza in materassina, anche a cinture bianche.
Questo dovrebbe essere logico, se lo si ignora i casi sono che o non si ha la comprensione della cosa (dal punto di vista logico e di didattica intesa come "costruzione" di un praticante ) o si vogliono utilizzare i praticanti con finalità proprie.
La differenza con chi si allena con volumi di ore multipli non è proporzionale ma diventa quadratica "a gradini".
La costruzione di un atleta dal punto di vista tecnico-tattico-atletico è una cosa che funziona ad incastro e a gradini (ovviamente sul periodo medio-lungo).
Prestare attenzione esclusivamente agli agonisti poi è un' aberrazione se il corso è misto per carenza anche solo temporanea di partecipanti. Se il corso si svuota gli agonisti con chi girano, solo tra loro ? PEssima scelta se si considera anche solo il lavoro tecnico di base.
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Offline Takuanzen

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Re:Manifesto di una tormentata creatura anfibia: me stesso.
« Reply #31 on: May 09, 2014, 15:40:20 pm »
+1
Quando parlo di carenze didattiche mi riferisco anche a questo.
Non posso proporre agonismo a chi si allena una volta a settimana quando nella medesima categoria può capitare qualcuno che ha anni di esperienza in materassina, anche a cinture bianche.
Questo dovrebbe essere logico, se lo si ignora i casi sono che o non si ha la comprensione della cosa (dal punto di vista logico e di didattica intesa come "costruzione" di un praticante ) o si vogliono utilizzare i praticanti con finalità proprie.
La differenza con chi si allena con volumi di ore multipli non è proporzionale ma diventa quadratica "a gradini".
La costruzione di un atleta dal punto di vista tecnico-tattico-atletico è una cosa che funziona ad incastro e a gradini (ovviamente sul periodo medio-lungo).
Prestare attenzione esclusivamente agli agonisti poi è un' aberrazione se il corso è misto per carenza anche solo temporanea di partecipanti. Se il corso si svuota gli agonisti con chi girano, solo tra loro ? PEssima scelta se si considera anche solo il lavoro tecnico di base.
Bellissima analisi, che condivido in pieno. Ti ringrazio Xjej!! :sur:
Io credo che sia incomprensione o superficialità nei confronti di certe problematiche, che vengono beatamente ignorate, quando invece sono importanti. Forse anche mancanza di una cultura generale e di un effettiva preparazione teorica - aggiornata soprattutto - sulla didattica e la formazione sul lungo/medio periodo. In effetti è più o meno quello che mi ha detto il mio amico istruttore, che ha un atteggiamento molto diverso da quello del direttore tecnico. Quando insegna lui alla lezione di solo Grappling che seguo, come succede principalmente, non ci sono problemi. Mi trovo benissimo con lui e d'estate mi invita ogni tanto da lui per allenarci. Io è per lui che vado, che è davvero un amico, sinceramente appassionato di lotta in tutte le salse e ha tutta la mia stima. Però è subordinato al capo, che ogni tanto interviene invece nelle modalità sopra descritte.
Io ho deciso che me ne frego e sono sereno. Mi diverto a lottare? Si. Imparo cose nuove? Si. Mi tengo in forma con quello che imparo e miglioro la mia condizione fisica? Si. Ho delle informazioni che poi posso rielaborare e fare interagire con il mio background? Si.
Basta. Il resto lo lascio perdere e non mi faccio più il sangue amaro per tentare di spiegare le mie ragioni...    ;)

Riguardo al discorso motivazioni, un'aggiunta. Infatti ho visto agonisti quest'anno, secondo me bravi e con buone possibilità di miglioramento, mollare tutto dopo un periodo negativo nelle gare. A me è dispiaciuto, perché penso che uno dovrebbe amare la pratica in sé, oltre alla competizione. Forse è dovuto anche a quell'atteggiamento, per quanto noto che è molto diffuso. :)

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Offline Takuanzen

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Re:Manifesto di una tormentata creatura anfibia: me stesso.
« Reply #32 on: May 09, 2014, 15:43:11 pm »
0

Il fatto è anche che sto mantenendo una parte dei lavori dell'Yiquan e del Taijiquan, allenandomi in maniera quasi-autonoma ormai, sia nell'allenamento personale (intervallandolo in giorni alterni a quello per la lotta, come sedute di defaticamento), sia insegnando per la prima volta (forse non proprio la prima, perché come volontariato avevo messo su un progetto di Qigong per gli anziani della casa di riposo, durato due anni circa) in alcune "lezioni sperimentali" di Taijiquan nel paesino in cui vivo, da Gennaio ormai, che spero che prima o poi si trasformino in un vero e proprio corso[1]. I pochi entusiasti e appassionati "allievi" che ho mi stanno dando davvero delle soddisfazioni.[2] Tuttavia, capisco anche che questa dicotomia (importante per la "completezza" della mia pratica marziale personale) sia possibile solo in quanto amatore: un agonista non può dedicarsi ad altre cose che non ciò che è funzionale alle competizioni. Questo è un altro motivo della mia titubanza sulle gare. Nulla toglie che l'allenamento della lotta, per la sua sincerità, stia insinuandosi come un'ossessione sempre di più nelle mie "celluline grigie", come direbbe Poirot.  :sur:
 1. La modalità del caso è stata abbastanza "eretica" e poco scolastica/formale, ma me ne riservo di raccontarlo in seguito, così vi lascio un po' sulle spine... 8)
 2. Se volete venirmi a trovare in quanto "pseudo-maestro cazzaro", per un po' di sane Mazzate, venite pure, così poi dopo ci andiamo pure a fare una sana Pizza e Birra!!  :sbav:

Mi piacerebbe passare a trovarti. Non se se ci riuscirò, sono veramente in difficoltà con tempi e spostamenti, ma potrebbe essere.... sempre se mi dici dove sei e quando  ci sei :)


Ciao Nick
Ciao Nick,
quando vuoi, ne sarei davvero felice!!
Mandami un PM per ricordarmelo, così ti mando tutte le informazioni. :ohi:

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Offline xjej

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Re:Manifesto di una tormentata creatura anfibia: me stesso.
« Reply #33 on: May 09, 2014, 15:53:25 pm »
+1
cuttone

Senza tirare in ballo l' eventuale mancanza di stoffa per l' insegnamento, la mancanza di una formazione piuttosto che di una materia "strutturata" o di limiti "personali" c'è un quid che conta parecchio.
Insegnare a bambini, adulti, amatori ed agonisti sono tutte cose imparentate tra loro ma diverse.
Materiali diversi, strumenti diversi, finalità diverse, capacità umane richieste diverse.
Persino il tecnico più preparato che conosco è, a conti fatti, poco portato per lavorare coi bambini (ed obiettivamente sprecato ) laddove invece è perfetto per il lavoro di alta specializzazione.
Ora, prova a mettere tutte le problematiche ed i loro aspetti e, al solito, l' insegnante che ti capita è sempre in sorte..
www.isao-okano.com - Gracie Bergamo

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Offline Fabio Spencer

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Re:Manifesto di una tormentata creatura anfibia: me stesso.
« Reply #34 on: May 09, 2014, 19:44:44 pm »
+1
Tak sono contento di leggerti così entusiasta e appassionato.
Specialmente nel rapporto personale col tuo insegnante di grappling.
Capisco che un responsabile di una palestra, specialmente per discipline giovani e con un base di praticanti ancora ridotta ed acerba, vedendo uno che si impegna e si sbatte possa provare a fare un po' di pressione per portarlo a fare gare.
Ma l'analisidi Xjej per quanto spietata mi pare ottima come al solito.
Tu Tak secondo me vai bene così e il tuo approccio è corretto.
Magari l'anno prossimo a mutate condizioni potrai aumentare la tua frequenza.
In bocca al lupo per l'altro progetto.
Piacerebbe anche a me passare a trovarti.
gira anche a me il PM con orari e luoghi se ti va.
:-)
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."