Quando parlo di carenze didattiche mi riferisco anche a questo.
Non posso proporre agonismo a chi si allena una volta a settimana quando nella medesima categoria può capitare qualcuno che ha anni di esperienza in materassina, anche a cinture bianche.
Questo dovrebbe essere logico, se lo si ignora i casi sono che o non si ha la comprensione della cosa (dal punto di vista logico e di didattica intesa come "costruzione" di un praticante ) o si vogliono utilizzare i praticanti con finalità proprie.
La differenza con chi si allena con volumi di ore multipli non è proporzionale ma diventa quadratica "a gradini".
La costruzione di un atleta dal punto di vista tecnico-tattico-atletico è una cosa che funziona ad incastro e a gradini (ovviamente sul periodo medio-lungo).
Prestare attenzione esclusivamente agli agonisti poi è un' aberrazione se il corso è misto per carenza anche solo temporanea di partecipanti. Se il corso si svuota gli agonisti con chi girano, solo tra loro ? PEssima scelta se si considera anche solo il lavoro tecnico di base.
Bellissima analisi, che condivido in pieno. Ti ringrazio Xjej!!
Io credo che sia incomprensione o superficialità nei confronti di certe problematiche, che vengono beatamente ignorate, quando invece sono importanti. Forse anche mancanza di una cultura generale e di un effettiva preparazione teorica - aggiornata soprattutto - sulla didattica e la formazione sul lungo/medio periodo. In effetti è più o meno quello che mi ha detto il mio amico istruttore, che ha un atteggiamento molto diverso da quello del direttore tecnico. Quando insegna lui alla lezione di solo Grappling che seguo, come succede principalmente, non ci sono problemi. Mi trovo benissimo con lui e d'estate mi invita ogni tanto da lui per allenarci. Io è per lui che vado, che è davvero un amico, sinceramente appassionato di lotta in tutte le salse e ha tutta la mia stima. Però è subordinato al capo, che ogni tanto interviene invece nelle modalità sopra descritte.
Io ho deciso che me ne frego e sono sereno. Mi diverto a lottare? Si. Imparo cose nuove? Si. Mi tengo in forma con quello che imparo e miglioro la mia condizione fisica? Si. Ho delle informazioni che poi posso rielaborare e fare interagire con il mio background? Si.
Basta. Il resto lo lascio perdere e non mi faccio più il sangue amaro per tentare di spiegare le mie ragioni...
Riguardo al discorso motivazioni, un'aggiunta. Infatti ho visto agonisti quest'anno, secondo me bravi e con buone possibilità di miglioramento, mollare tutto dopo un periodo negativo nelle gare. A me è dispiaciuto, perché penso che uno dovrebbe amare la pratica in sé, oltre alla competizione. Forse è dovuto anche a quell'atteggiamento, per quanto noto che è molto diffuso.