sull'esaurimento del glicogeno: avete presente o sentito parlare nella maratona della "crisi del 35esimo chilometro?" Ecco, in generale corrisponde all'esaurimento delle scorte di glicogeno che avviene (campione medio di maratoneti, esclusi i top e i bassi livelli) a circa 3 ore di gara. Finito glicogeno, finito tutto, tipo la pubblicità della fiesta con il cono visuale che si chiude.
sull'intensità: una delle chiavi dell'allenamento di endurance, come è quello per la maratona, è creare delle modificazioni metaboliche tali per cui si protragga più in là possibile l'esaurimento del glicogeno in fase di gara. Si insegna quindi al corpo a utilizzare nel modo più efficiente possibile il carburante che ci si porta appresso. L'allenamento a bassa intensità è vero che fa bruciare una miscela carboidrati-grassi, ma per poter avere gli effetti sperati sulla deplezione del grasso corporeo deve protrarsi per lungo tempo, altro che 30 minuti. E in quel lasso di tempo ovviamente il lavoro a bassa intensità ha un certo grado di comsumo di calorie al minuto, che sarà ovviamente molto minore rispetto a un lavoro a intensità medie o elevate. Per tale ragione, se uno ha a disposizione solo 30 minuti di allenamento ai fini della diminuzione della massa grassa, vanno sfruttati con lavori perlomeno di media intensità, visto che quel che conta alla fine, come dice xjej, è il bilancio calorico totale.
Inoltre non dimentichiamo che i lavori a bassa intensità non provocano modificazioni metaboliche sul medio e lungo periodo, a meno che no siano davvero lavori di lunga durata (si parla di ore).
Attenzione al discorso digiuno, di cui ho sempre parlato. Il digiuno provoca, generalmente, 2 effetti indesiderati: aumento dell'acidosi e reazione opposta del corpo (aumento dello stoccaggio di grassi, successivo alla fase di digiuno).