Complimenti per il tuo allenamento del Zhang Zhuan!!
Ringrazio per i complimenti, ma credo che debbano essere rivolti più allo schema sopra descritto che alla pratica “praticata”, purtroppo...
Anch'io l'ho allenato tanto in certi periodi
Questo punto merita una precisazione, per non prendere meriti che non mi appartengono.
Il tempo dedicato allo zhanzhuang è stato/è tanto per forza di cose, più che per scelta. Allenandomi prevalentemente tra le quattro mura di casa, non sempre ho voglia e/o tempo di mettermi a spostar mobilia. Se per camminare in cerchio mi basta mettere da parte un tavolo e un paio di sedie, per eseguire le forme dello xingyi e ancor di più del taiji mi tocca fare ogni volta un mezzo trasloco. Lo zhanzhuang semplicemente lo faccio! E così mi sono “inventato” tutte quelle varianti, conciliando diversificazione della pratica e mancanza di spazio.
e mi ha dato molto, conferendo una maggiore qualità alla mia pratica e modificando totalmente il mio uso del corpo e le mie sensazioni nel muovermi, qualsiasi movimento stessi eseguendo.
La qualità della mia pratica non la so (posso) giudicare. Però è migliorata la qualità della mia vita (autosuggestione? Chissà...).
Piccolo esempio: sono passato dall'andatura dinoccolata e ciondolante da ex giocatore di basket, al limite della disprassia, ad una camminata corretta e coordinata, con grande sollievo (e ringraziamento) di giunture, schiena e cervicale.
(..) non intendo farmi vincolare o esimermi dall'esercitarci il senso critico.
E' esattamente quel "dogma" che intendo indagare e decostruire.
Io ho cominciato a praticare “per fare ginnastica”. Ho continuato per tanto tempo sempre “per fare ginnastica”. Perciò quel dogma non avena neanche ragione di essere: la corrispondenza tra pratica e combattimento era un “non-problema”.
Quando, da relativamente poco tempo, ho cominciato ad “indagare” gli aspetti marziali di quello che praticavo (e che pratico tutt'ora) si sono moltiplicate le domande.
Tipo:
<<Quindi “questo” sarebbe un colpo di dita negli occhi... Ma se manco gli occhi e centro il cranio, non mi fracasso le falangi? Forse non è necessariamente un colpo diretto agli occhi, potrebbe essere qualcos'altro...>>.
<<Ma se tiro un pugno “così”, mi sa che gli faccio appena il solletico. Secondo me non è un pugno. Chissà cosa ne pensa un karateka o un pugile?>>.
<<Perciò se arrivo “così” e l'afferro “così”, ruotando il busto e facendo leva sull'anca dovrei riuscire a proiettare. Dovrei... Un judoka saprebbe sicuramente come fare...>>.
<<Ok, “così” mi libero dalla presa. Forse... Un DPista lo sa di sicuro. Ma... e se mi tira un cartone con l'altra mano? Oppure mi da un calcione sugli stinchi? Potrei chiederlo ad un thai boxer...>>.
<<Ma se finisco a terra e mi salta addosso, che faccio?>>
Tutte domande spesso senza risposta, o quasi. Al momento continuo ancora a “fare ginnastica”, ma almeno ho la consapevolezza che in quello che pratico c'è (ci potrebbe essere) molto di più di quello che immagino, ma anche molto di meno di quello che potrei immaginare.