Ragazzi miei, quanto avete scritto oggi!
Le parate di dorso (e pure quelle di piatto) ho presente come possono essere fatte col machete.
Il kukri lo considero un machete come di solito tutte le lame dai 30 ai 90 cm compatibili a un efficace uso agricolo nel chopping. I kukri più piccoli che ho in mente hanno almeno lame di 30 se non 40 cm come i piccoli machete.
In sincerità quelli ancora più piccoli li ho sempre considerati, forse sbagliando, come prodotti per estro o come coltello dall'apparenza esotica e originale per pure motivazioni commerciali ma senza particolari ambizioni d'uso reale.
Sia di dorso che di piatto più che parate sono deviazioni e come scritto da Fabrizio fanno affidamento anche sull'effetto della botta/primo impatto.
Col falso filo possono essere eseguite in modo simile/associabile al caricamento dello strumento alla spalla.
Da un lato deviazioni di piatto o dorso mirano ad avere già il filo orientato verso il prossimo bersaglio.
L'obiettivo è deviare/proteggersi/caricare/contrattaccare con un movimento solo, fluido e continuo.
Infatti spogliate dalle eventuali motivazioni “filosofiche” ed estetiche, la ricerca della fluidità/continuità dei movimenti e il concetto per generalizzazione didattica delle linee circolari, in alcune discipline marziali tradizionali è volto esclusivamente a questi aspetti.
Questo che ho appena scritto non è per nulla un segreto derivante dal Maestro dei 5 Picchi o da qualche Santone Eremita della Montagna oppure dal Leggendario Stile della Nutria Infoiata.
E' solo la spiegazione dell'abc in diversi contesti di allenamento, perchè senza che sia supportato da mille studi scientifici o religiosi, una volta che si è faticosamente metabolizzato funziona piuttosto bene provandolo in modalità non collaborativa e quindi lo si fa.
Per favore però non ditelo comunque alle schiere di praticanti marziali più tradizionalisti/integralisti perchè nel loro cercare di giustificare alcuni aspetti con motivazioni più complesse, altisonanti e presunte nobili, mi regalano sempre l'opportunità di sorridere.
Sotto un altro aspetto invece dorso e soprattutto piatto aiutano secondo me in qualche modo a scongiurare un po' meglio che l'arma avversaria scivoli (per volontà maliziosa altrui o per semplice “casualità”) sul nostro arto armato. Dal mio punto di vista il tipo di azione fa nascondere meglio la nostra mano dall'arma stessa.
Avrei qualche difficoltà a spiegare solo a parole l'azione di piatto, od eventualmente di falso filo, che ho in mente perchè abbastanza dinamica e collegata a un insieme di linee d'offesa.
Ammetto tranquillamente che non siano facilissime questi tipi di azioni da metabolizzare/eseguire, per l'abilità di gestione del tempo che richiedono ma con un machete che viaggia offensivo verso di noi non c'è nulla di facile da applicare, se non farsi ammazzare.
Per il footwork? Direi sempre necessario e secondo empiricamente solo al tempismo, poi reputo che di fatto le due cose vadano a braccetto.