Luca, per me palis vuol dire scacciare/spazzare via (la minaccia dal bersaglio in ottica autoprotettiva) e ha un significato che può essere abbastanza vago. Per capire cosa si chiede di fare alla richiesta di eseguire un palis il significato dipende dal contesto ma in linea di massima bisogna avere ulteriori informazioni.
Più specificamente nella mia pratica/stile/scuola si può usare come accezione a indicare una serie di drills ciclici che vanno verso il non preordinato, in pratica una sombrada/sumbrada o crossada.
Come movimento particolare spesso si intende una deflessione con le mani nude o impugnando un'arma singola eseguito con la mano “viva”.
Più o meno nel video che hai postato il movimento è a grandi linee riconducibile alle deviazioni con la mano “viva” sull'arto armato di coltello a 1:12, quelle con le dita della mano verso l'alto (non ricordo se identifica anche quelle con le dita verso il terreno nell'accezione più particolare, più in generale va bene perchè scaccia via).
Non so che stile/scuola seguono i protagonisti del video, nel mio/a l'esecuzione in un esercizio didattico con sequenze preordinate (come sono quelli del filmato, sono sequenze di tecnica scolastica quindi si presume vada cercata la “pulizia”, per sporcare/adattare i movimenti ci sono gli steps successivi, nelle modalità non collaborative e/o quando sarò in grado di eseguirli “puliti” a piena velocità) le geometrie di deflessione usando il palis sarebbe considerate sbagliate oppure, con tanta benevolenza, approssimative.
Riferendosi al maneggio di bastone/machete/coltello per la mano armata si usa abbastanza poco la parola palis se non nell'uso più approssimativo del termine.
In riferimento all'uso dell'arma col numero degli “angoli” e specificando la direzione/bersagli/altezza c'è meno materiale teorico da ricordare e secondo me si fa prima. In palestra poi basta mimarlo direttamente e ci si intende al volo, persino specificare l'angolo come consuetudine diventa quasi un accessorio.
“Nel kali serve praticare, non parlare e starci a ragionare troppo”
e nonostante l'idea possa avere rovesci della medaglia negativi a me non dispiace questo tipo di mentalità, nonostante il mio essere prolisso sul forum possa farmi sembrare incoerente.
Riesco comunque ad associare abbastanza bene il concetto di palis all'azione a cui mi riferivo. Concettualmente mi riferivo più al piatto che al dorso per il tipo di azione che ho in mente perchè ritengo che l'azione col falso filo necessiti un ulteriore precisione come timing anche perchè come azione ha sfumature leggermente diverse (col dorso più che scacciare via immagina di caricare l'arma).
Crux, il programma di machete non l'ho ancora approfondito nella sua completezza in passato e purtroppo riprendendo ora col kali mi son sentito quasi obbligato a rimandare il maneggio dello strumento offensivo tra gli argomenti nel piano di studio presente e futuro richiesto al mio insegnante. Temo che per almeno un annetto col machete farò ancora ben poco. :'(
Hai ragione nel dire che il realismo nelle simulazioni col machete sia un problema. C'è il dilemma delle protezioni, dell'eventuale controllo e il “gomito del tennista” in agguato.
Per il polso, col piatto l'idea non è però di bloccare l'arma ma di proteggere la propria sagoma con un'opposizione che ne devii la corsa e portarla fuori bersaglio. E' semplice ma non fa rima con facile. L'impatto è meno forte di un “incidente frontale” tra lame (non mi è chiarissimo se con filo contro filo intendi quello perchè anche in questo caso in effetti non è scontato sia necessario un “blocco” puro).
Secondo me la sola opposizione col ferro senza togliere il bersaglio non basta o almeno magari non becchi il primo attacco della combinazione ma il secondo, inteso come variazione/adattamento del primo colpo o come secondo colpo “autonomo”/con traiettoria completamente diversa. Ossia già i tempi di reazione sono messi a dura prova in molti casi dalla velocità di esecuzione del primo attacco, il tempo a disposizione per reagire al secondo è ancora inferiore.
Stesso alto rischio di “scivolamento”/cambio di direzione secondo me avviene con le opposizioni effettuate con parate/”blocchi”. Da un lato ci può essere l'allenamento/”malizia” in chi ti attacca (non farsi bloccare l'arma è uno dei normali aspetti presi in considerazione nello studio pratico). D'altro canto metto in conto che pure un novizio possa riuscire a attaccare, seppur meno consapevolmente di chi è più avvezzo al maneggio, facendo scivolare l'arma sul “blocco”.