ok grazie per le informazioni Diego, speravo avessi piu' esperienza sulle dinamiche e su come si comporta una lama di machete quando urta un altra a velocita' realistiche, interessante come sempre.
In teoria, nelle intenzioni come scritto pure da Luca con riferimento al coltellaccio, lama contro lama col machete non si cerca perchè se ti attacco dovresti cercare direttamente di mozzarmi il braccio armato e finirmi.
Un ipotetico combattimento reale (non è inteso come duello e quindi non dai affatto per scontata neppure la partenza con arma in linea) machete contro machete dovrebbe durare meno di un secondo da quando uno dei due entra a portata di tiro.
Una combinazione tipo dovrebbe essere costituita diciamo da 2 movimenti ossia 3-4 colpi/impatti e ti allontani, passi oltre.
Avanti il prossimo zombie!
Ferro contro ferro dovrebbe essere da considerare una copertura di emergenza, quindi certamente presa in esame nel programma ma come tale.
L'impatto sull'arma avversa (anche col bastone spesso è così) è poi usato scolasticamente per poter impattare in tranquillità a potenza quasi massima su bersagli in movimento negli esercizi con i compagni, senza dover indossare alcuna protezione (ovviamente la precisione nella mira andrà poi riadattata ai bersagli più redditizi in un ipotetico contesto combattivo).
Se ti capita per esempio di vedere filmati di kali in generale con esercizi ciclici con azioni completamente fuori misura dovrebbe essere voluto, per alcune incoerenze rimane a volte anche a me il dubbio sulla effettiva consapevolezza e volontarietà dell'errore, dipende dall'esecutore.
Prima di cominciare con l'esercizio (per esempio i sinawali) fai mettere i nuovi uno di fronte all'altro, allungare arti e armi alla distanza in cui tireranno, in modo che possano tirare anche forte entrambi in una dinamicità preordinata rischiando poco (solo la mano e comunque li tieni d'occhio lo stesso ).
Bisognerebbe continuare a farlo sempre anche una volta che la misura si presume sia stata abbastanza metabolizzata e la si riconosca a colpo d'occhio ma qualche immancabile idiota come il sottoscritto
non sempre lo fa.
Essendo tra adulti e non all'asilo lo “spiegone” sul concetto di distanza dal bersaglio viene fatto una volta per tutte e da quel momento in poi dovrebbe essere il praticante ad applicarlo e a tenerne conto per migliorarsi a ogni azione vecchia e nuova. Non tutte le ciambelle però escono col buco e purtroppo alcune mancanze nell'applicazione del concetto si vedono nei praticanti di kali, direi come media molto più spesso rispetto alla scherma.
Per gli impatti ferro su ferro, a parte la mia esperienza limitata, ho almeno 3-4 amici tra gli ex compagni di allenamento (pochi perchè non siamo mai stati numerosissimi nei corsi che ho frequentato) che, in altre sessioni rispetto agli allenamenti in comune con me e pure seguendo altre scuole/stili per interesse personale ed eventuale integrazione (quindi verificando la coerenza anche tra fonti abbastanza diverse, senza dare per scontato che il singolo maestro abbia sempre ragione per quanto bravo possa essere), hanno praticato molto più di me il maneggio di machete.
Non so dirti quanto fossero realistici i loro impatti perchè per impattare ferro su ferro si preferiva nelle lunghe e normali ripetizioni in coppia dei movimenti usare repliche e quindi più leggere piuttosto che l'acciaio.
Acciaio contro acciaio si prova, e direi che va fatto, per capirne le diversità ma per peso e vibrazioni in maniera più limitata (polsi e gomiti è facile che ne possano risentire se non sei un vecchio tagliatore di canna da zucchero cresciuto dall'infanzia e maturato col machete in mano).
Da quanto ne so bisogna prenderci la mano con la pratica ma non mi sono stati riferiti particolari problemi nella messa in pratica.
Anzi se da un lato il machete è più impegnativo per quasi tutti gli altri aspetti, sugli impatti per le deflessioni con botta, il ferro su ferro dovrebbe essere addirittura più adatto al machete rispetto alla sua azione corrispettiva adattata all'olisi (si studia anche con oggetti diversi), per inerzia maggiore della lama in movimento, per peso e bilanciamento più avanzato, superficie d'impatto maggiore e forma più consona. Secondo me empiricamente il piatto essendo largo convoglia e dirige facendo da paletta meglio mentre la rotondità dell'olisi fa rischiare che l'arma avversa sia fatta rimbalzare male, dipende dalla linea d'offesa e dalla precisione nell'interazione; ragionamento analogo lo faccio col filo ma è solo una mia opinione, quindi da prendere con le molle.