Il Sanghatasutra

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Offline Trepicchi

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Il Sanghatasutra
« on: February 24, 2010, 05:03:57 am »
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Il Sanghatasutra è una scrittura diretta di un insegnamento che fu dato da Buddha Shakyamuni sul Picco dell’Avvoltoio a Rajagriha. Questo discorso del Buddha, come tutti i sutra mahayana, fu memorizzato dai suoi discepoli e più tardi smesso per iscritto in sanscrito. Il Sanghatasutra è tuttavia unico, rispetto agli altri sutra, in quanto è un insegnamento che il Buddha stesso ascoltò da un buddha precedente! Ed è inoltre unico nella finalità degli effetti sulle persone che lo recitano.

Il Sanghatasutra fa parte di una speciale serie di sutra chiamati dharma-paryaya o insegnamenti trasformativi, che agiscono per la trasformazione, in condizioni particolari, di chi li ascolta o li recita. Un suo potente effetto è che, nel momento della morte, chiunque avrà recitato il Sanghatasutra avrà la visione dei Buddha che si avvicinano per sostenerlo durante il processo della morte. Un ulteriore beneficio è che, in qualsiasi luogo il Sanghatasutra venga recitato proclamandolo (approvandolo, cioè, nella sua autorevolezza), i Buddha saranno sempre presenti, come spiega il testo stesso. Per questo motivo, la recitazione può lasciare una potente energia ispiratrice, o benedizione, nel luogo in cui avviene.

In generale, la recitazione dei sutra mahayana è una delle sei pratiche virtuose specificamente raccomandata per la purificazione. In particolare, la recitazione di questo sutra ha effetti karmici positivi molto oltre le varie future rinascite, come il sutra stesso spiega nei dettagli.

All’interno del sutra, il Buddha espone numerose descrizioni del modo di agire del sutra in coloro che lo recitano per devitalizzare ed eliminare i semi della sofferenza e per assicurarsi ogni futura felicità fino all’illuminazione. Il sutra, inoltre, contiene insegnamenti rilevanti sulla morte e l’impermanenza, inclusi gli insegnamenti sui processi fisici e mentali che avvengono al momento della morte.

Per molti secoli, il Sanghatasutra è stato uno dei sutra mahayana maggiormente letti e copiati. Nel 1930, uno scavo archeologico condotto nel Nord Pakistan con il patrocinio coloniale britannico, scoprì un’insospettata libreria di testi buddhisti. Questo scavo archeologico è stato di enorme portata storica poiché ha permesso il recupero di una grande quantità di manoscritti del v secolo d.C., il più antico periodo di scritture che sia stato possibile rintracciare anche nella stessa India!
Tra questi importantissimi manoscritti, il testo di cui sono state trovate più copie era il Sanghatasutra: molte di più del Sutra del Loto e del Sutra del Diamante o della Perfezione della Saggezza, i sutra che conosciamo meglio. Nonostante il Sanghatasutra sia stato tradotto in molte lingue fin dagli albori della diffusione del buddhismo mahayana – in cinese, kotanese e tibetano, per esempio – il testo originale sanscrito era andato perduto, fino al ritrovamento del 1930.

In tempi più recenti, dopo aver letto per la prima volta il Sanghatasutra nel monastero di Geshe Sopa a Madison, Lama Zopa Rinpoche decise di copiare il sutra a mano, con caratteri d’oro, e in molte occasioni iniziò a chiedere ai suoi studenti di recitarlo. Nell’anniversario dell’11 settembre, Rinpoche chiese che tutti i suoi studenti, in tutto il mondo, recitassero il sutra il maggior numero possibile di volte, per prevenire futuri attacchi.

Mentre leggiamo un tale potente e trasformativo sutra, che Buddha pronunciò per facilitare il più possibile il cammino verso l’illuminazione, per il maggior numero possibile di creature, possiamo avere un’esperienza palpabile dell’incredibile amorevolezza di Buddha nei nostri confronti.
Allo stesso tempo, poiché questo sutra riporta le effettive parole pronunciate dal Buddha, ripetendole noi stessi tramite la recitazione, stiamo offrendo la nostra voce per servire da canale che trasmette la presenza dei suoi insegnamenti nel mondo. Recitando il Sanghatasutra, dunque, a parte tutti i benefici personali che ne riceviamo, stiamo agendo in un modo davvero diretto e potente per rendere attivi gli insegnamenti di Buddha, che sono così urgentemente necessari per alleviare le sofferenze di tutti gli esseri.


Adalia Samten Telara: sono un'upasika italiana, direttore redazionale di Siddhi all'Istituto Lama Tzong Khapa (Pomaia-Italia) e traduttrice di testi buddhisti. Nel 1981 ho lasciato la mia attività professionale di psicoterapeuta neo-junghiana per andare a studiare in profondità, praticare e quindi verificare la validità del buddhadharma.  Dopo un anno in un centro shanpa-kagyu francese, sono stata accettata come residente all'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, dove ho conosciuto Lama Yeshe e Lama Zopa Rinpoche e ho iniziato a studiare nel Geshe Training (1983-1997), con Geshe Ciampa Ghiatso. Ho seguito e seguo gli  insegnamenti di sua santità il Dalai Lama (il guru al mio cuore) e di molti altri elevati maestri spirituali...e oggi visualizzo sul mio capo una magnifica costellazione di guru! Ho tradotto dal francese e dall'inglese  o revisionato libri per le Edizioni: Mondadori, Amrita, Chiara Luce, Je Tzong Khapa. 

Per il download della traduzione italiana nuova, cliccate qui (pdf)

http://www.sanghatasutra.net/italian_translation_oct06.pdf
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***

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Offline Ookamiyama

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Re: Il Sanghatasutra
« Reply #1 on: February 24, 2010, 09:05:58 am »
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grazie