"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"
In merito al topic direi che l'affermazione è certamente condivisibile, ma in merito all'affermazione stessa direi che meriterebbe uno spin-off perché ormai da anni l'estetica e la psicologia hanno praticamente dimostrato che in realtà il "bello" è un concetto che gode in realtà di elementi assolutamente obiettivi.
Scusa Bingo, rispondimi pure in PM. Vado OT di brutto e mi scuso con Luca. Da dove trai questa "dimostrazione" di "elementi assolutamente obiettivi? Ma se si stanno scannando ancora adesso, forse ancora peggio che noi sull'utilità dei kata!!!
Sulla questione posta da Luca: Io per quel che mi riguarda, sono arrivato, tra mille indecisioni, ad una sorta di
"complementarietà funzionale": le diverse arti che pratico si completano bene, perché si occupano di aspetti differenti, i loro metodi possiedono differenti funzioni. Mi sono reso conto che negli ultimi anni ero ossessionato dall'idea del "Taiji da combattimento" e quindi in tutto quello che facevo cercavo di testarne l'applicabilità e rompevo continuamente i coglioni al mio maestro per approfondire questi aspetti.
Ora ho capito che lui non è più interessato ad andare in quella direzione, si è concentrato su altre cose, riuscendo a raggiungere un'ottima didattica e un buon livello in quello che fa. Mi sono reso conto che, se volevo davvero approfondire il combattimento, dovevo rivolgermi ad altro. E' così che ho iniziato la recentissima esperienza delle MMA. Non so dove mi porterà, tuttavia ho notato che ora ho delegato ad essa tutta la mia ricerca sul combattimento. Non ho smesso di praticare Yiquan e Taiji, che pratico nei giorni in cui non ho MMA e questo mi ha permesso di gustarne altri aspetti, che prima mi perdevo per via delle mie ossessioni (priopercezione, recupero, rilassamento mentale ecc...). Sento che anche il mio corpo si era limitato ad una struttura troppo collegata e integrata, per via delle mie ricerche e ora, paradossalmente, riesco a praticare con meno problemi per la testa e, anche se più stanco, forse anche più rilassato. Pratico anche la forma di Taiji perché mi piace, mi fa star bene e mi rilassa, senza preoccuparmi troppo delle applicazioni e anche meno della struttura. Un ottimo defaticamento insomma. Per me studiare diversi percorsi va bene, a patto di svilupparli parallelamente, senza mischiarli, con una sorta di 'armonia prestabilita'. Non so se sia più o meno efficace di altri, semplicemente è il mio percorso: è difficile cercare una strada che ci soddisfi subito in pieno (almeno nel mio caso).
Poi la lotta è un ambito che mi sta appassionando tantissimo e che volevo imparare in maniera sistematica, chiara e precisa, senza estrapolare da nulla o procedendo per tentativi. La lotta a terra è poi un ambito che i cinesi hanno sempre disprezzato ed evitato.
Non ho interesse a far gare per ora, non sono il mio principale obiettivo, quindi posso prendermi tutto il tempo che voglio.
Non nascondo che nel mio animo si aggiri anche un'altra spinta contraddittoria, che mi porta a pensare che l'aver intrapreso questo percorso possa portarmi ad elaborare quella sorta di Yiquan/Sanda o di Yiquan aperto a metodologie moderne (sulla strada intrapresa fin dagli inizi dal fondatore con il Pugilato) da insegnare un giorno ad agonisti desiderosi di confrontarsi in diversi contesti e di migliorare in tal modo il loro Gong Fu; oppure che apprendere tempi, misure, abitudine al contatto e preparazione fisica, propri di uno Sdc, possano farmi comprendere quali applicazioni del Taiji siano fattibili e quali no. Non chiedetemi di scegliere per ora quale delle due tendenze appoggiare...per ora mi sto divertendo e sto imparando nuove cose, mantenendo nel mio bagaglio le vecchie, convinto che possano dare una prospettiva più ampia alla mia pratica e alla mia ricerca personale. A cui non voglio dare un nome, che continui ad essere Mano vuota o no. Più Zen di così...