Rue, alto ed armonioso. Pini, basso ma con un corpo da atleta. Rue, incapace di arrestare la furia di una scherma ancora legata al terreno, alla sua applicazione pratica, che non disdegna i corpo a corpo e usa attacchi lanciati marciando, sfruttando potenza e velocità, nonché un fioretto in tutto e per tutto simulacro di un’arma e non mero attrezzo da accademia. Rue convinto esponente di una scuola che considera finesse e delicatesse come aggettivi fondamentali; propugnatore di una scherma impostata, statica e caratterizzata da un doigté elaboratissimo. Pini che prima dello scontro, tanto per passare il tempo, solleva manubri da 40 chilogrammi. Il risultato è qualcosa di fronte al quale la scherma di Francia deve fare i conti