Uno dei primi passi da compiere è una costante e continua autoosservazione del proprio stato, del proprio comportamento, dei propri atteggiamenti, tramite la quale l'uomo può cominciare a capire quale sia la condizione nella quale versa realmente, fino a "costruire" una sorta di osservatore interno, implacabile che pungola noi stessi aiutandoci ad emergere, prima occasionalmente poi in maniera sempre più continuativa dal sonno, in sostanza G. dice che l'uomo deve riuscire a ricordarsi di se, cioè ad essere presente consapevolemnte, con tutto il proprio essere in tutto ciò che fa, che dice, che prova...in modo da capire come egli possa essere non totalmente identificato e sintonizzato solo sulla solita gamma di modi di vivere, a livello corporeo, emotivo e mentale, ma iniziare a salire verso livelli superiori, a scorprire altre stanze della casa in cui vive e non solo ununica sala, come invece accade di solito.
Utli in tal senso sono anche i cosidetti shock , provocati da altri ad hoc o presi dalle vicende quitidiane, tipo lutti, separazioni, innamoramenti che avrebbero il merito di farci emergere temporaneamente da letargo e di darci una spinta energetica in grado di farci smuovere dal nostro abituale e meccanico torpore.
Un altro aspetto importante messo in luce da G. è quello di considerare l'uomo ordinario non come una unica forza monolitica ma come un aggregato di piccole volontà slegate tra di loro e spesso inconflitto, i cosidetti piccoli io, che a turno prenderebbero il comando impedendo all'uomo di seguire realmente i propositi prefissati.
Quindi, ad esempio, se io decido di dimagrire, in realtà non lo sto decidendo in piena e lucida coscienza, e non sono in grado di portare avanti questa scelta con tutto il mio essere consapevolmente, ma è solo uno di questi piccoli io che prende temporaneamente questa decisione, venendo magari soppiantato 10minuti dopo da un altro piccolo io che non vuole dimagrire, poi da un altro che ci fa sentire stanche, poi da un altro che ci fa sentire arrabbiati perchè non abbiamo una bella macchina o da un altro che torna a galla dal passato e ci fa ancora star male perchè i compagn di classe ci prendevan in giro.
Una cosa da fare sarebbe quindi iniziare a costruire, un io più grande , ingrado di prendere in maniera più continua il comando, che finisce per succhiare enregia a tutti gli altri io, divenendo un centro di gravità permanente (definizione di G. ripresa da Battiato), in grado di comandare realmente su noi stessi.
Esiste un famoso paragone di G., cioè quello del guidatore di una carrozza......
L’essere umano è paragonato ad una carrozza: la carrozzeria è il corpo, i cavalli le emozioni, il cocchiere la mente ed il proprietario, ovvero colui che decide dove andare perché sa qual è la direzione, è l'Essenza”. Questa “Essenza” per Gurdjieff è nell’uomo addormentata (di conseguenza la mente-cocchiere fa ciò che vuole, si ubriaca e sbanda e non riesce a governare i cavalli-emozioni e alla lunga ci rimette la carrozza-corpo.....
Le tre parti , i tre centri principali dell'uomo secondo G., sono infatti il centro corporeo, quello emotivo e quello mentale, che lavorano in genere in modo slegato e contraddittorio tra essi, rubandosi energia uno con l'altro visto che l'uomo vivendo meccanicamente non è in grado nè di conoscere questi centri, nè di capirne il funzionalmento nè di utilizzarli realmente in modo efficace
Continua....