Le cronache dei posti in cui ho lavorato...

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Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« on: October 01, 2012, 12:11:40 pm »
+8

Ispirato da West Wind, posto anch’io qualche episodio emblematico di “gestione del conflitto” in cui sono riuscito a salvaguardare la mia integrità fisica e/o quella di altri, evitando escalation di violenza fisica.  :pla:

Mi riferirò, quando non specificato altrimenti, a fatti accadutimi in prima o terza persona tanto nel corso della mia esperienza come operatore di sicurezza in varii tipi di locali e strutture aperti al pubblico quanto nella mia vita “extralavorativa”.
Trattandosi di avvenimenti già passati, più che seguire un criterio “cronologico” di narrazione terrò conto della “sostanza” di ogni episodio. Per ragioni di privacy e sicurezza “giuridica”, mi asterrò dal raccontare episodi  che abbiano avuto un esito particolarmente “scabroso” e comunque ometterò particolari da cui si possa evincere l’identità dei coivolti  :halo: .
NON è mia intenzione presentare i fatti in maniera “autocelebrativa”, pertanto mi scuso in anticipo se il mio tentativo di dare un taglio “avvincente” alla narrazione finisca per scadere in tal senso  :-[ .
Aggiungo inoltre il mio invito a commentare criticamente quanto andrò a raccontare, in quanto si tratta di una parte della mia vita ancora in corso, e l’opinione di persone intelligenti e relativamente “coinvolte” in questo tipo di realtà è pertanto bene accettata dal sottoscritto  :thsit: .

Ovviamente, non aspettatevi da me alcuna costanza nel postare regolarmente  ;)
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Offline Dottor Wolvie Killmister

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #1 on: October 01, 2012, 12:13:55 pm »
+5

DIVIDI et IMPERA

Pescara, Venerdì sera, anno 2006, ore 22:00

Stavo aspettando che il mio collega arrivasse al locale, così dopo il caffè con due gocce di assenzio verde uscii fuori. La ragazza del capo stava a fumare, appoggiata alla porta in metallo con la gigantografia del logo del locale. Dato che il fumo è contagioso, la imito. Qualche goccia di pioggia iniziava a cadere, e io sono sempre molto malinconico se piove quando lavoro. Se piove, stanno tutti dentro accalcati, ed è difficile muoversi velocemente tra la folla se succede qualcosa. Se piove, noi siamo quelli che si bagnano di più. Se piove, forse la gente va in un altro posto, e poi il capo fa le paranoie quando ci deve pagare. Però erano solo le dieci di sera, è normale che ci siano 5  persone dentro e 5 fuori, forse mi stavo preoccupando troppo.

A metà sigaretta li vedo avvicinarsi.

Uno, un napoletano di 50 anni, forse omosessuale, dicono, bah, che ogni tanto arrivava al locale su una moto da cross, e ogni volta la lasciava in mezzo alla strada e ogni volta bisognava rompergli le palle per fargliela parcheggiare da persona normale. Con lui due stranieri, nordafricani, classico look tra il tamarro e il taroccato, soliti sguardi tra l’affamato e il circospetto.

Si fermano davanti al locale, a 4 metri circa.
Si avvicinano a uno scooter parcheggiato lì davanti. Con nonchalance, tirano fuori delle mattonelle di THC in forma solida, un coltello con il manico in legno e un cilindretto ruotabile come sicura della lama, e fra le fiammatone degli accendini iniziano a sezionare il tutto, usando il sellino dello scooter come tavolo operatorio. Non sapevo di chi fosse quello scooter, ma non credevo che il proprietario avrebbe gradito quella vista.

La scena è fuori dal mio territorio, tecnicamente non me ne fregherebbe nulla, ma è presto, c’è poca gente, chiunque passi di lì (il locale è in pieno centro) avrebbe visto tutto, e con i residenti del condominio (!) affianco si era in uno stato continuo di guerra fredda in cui le testate nucleari erano sostituite da multe, esposti, petizioni e visite occasionali delle FFOO.

La tipa del capo mi guarda, sgrana gli occhi preoccupata e mi fa segno di fare qualcosa. Ottimo… da solo, con quelli lì, troppo stupidi per darsi un contegno e spostarsi di lì e troppo stronzi per non mostrare le lame in pubblico. E non ho neanche finito di fumare..vabè, vediamo di fare una buona impressione dal punto di vista professionale.

Penso rapidamente a cosa fare e per fortuna l’istinto, la mia esperienza “borderline stradaiola” , la mia psicologia spicciola o chissà che altra scemenza di questo tipo guida la mia ragione nello scegliere.

Mi avvicino lentamente, guardandoli con espressione calma.
Mi fermo a un metro da loro (come ho detto, il napoletano mi conosceva già), alzo la mano in segno di rispettoso saluto e gli dico con espressione complice di fare attenzione a eventuali sbirri in borghese che avevano l’abitudine di  passare di lì a qualsiasi ora per monitorare la situazione. Gli spiego che i residenti si erano lamentati, e che per loro sarebbe stato più sicuro spostarsi un po’ più in là, magari vicino al piccolo cantiere di una casa in ristrutturazione, per lo meno fuori dalla luce di quel lampione che li stava illuminando rendendoli visibili anche dalla trafficatissima strada a venti metri da lì.

Alzo le mani aperte all’altezza della faccia in segno di neutralità, li guardo ancora negli occhi con la testa leggermente abbassata e l’espressione seria. I nordafricani mi guardano incuriositi e sospettosi, mentre io ripeto un po’ del mio discorso al napoletano.  Si guardano, annuiscono. Dato che ce la voglio mettere tutta per iniziare bene la serata, gli porgo la mano e la stringo a tutti, quelli mi ringraziano e se ne vanno via chissà dove a finire quello che stavano facendo.

Torno alla porta, faccio segno alla tipa che è tutto a posto, e lei annuisce. Vorrei accendermi un’altra sigaretta per auto premiarmi, ma preferisco aspettare il mio collega. Fumare troppo fa male.


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Offline Krypteia

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #2 on: October 01, 2012, 12:14:31 pm »
+2

 in cui sono riuscito a salvaguardare la mia integrità fisica e/o quella di altri, evitando escalation di violenza fisica.  :pla:


Ma de che, noi vogliamo le botte  XD
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Offline Rev. Madhatter

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #3 on: October 01, 2012, 12:17:45 pm »
+2
Spoiler: show
Hai omesso il pezzo in cui chiedevi se avevano 10 euro da darti al volo che la serata era lunga?  XD
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #4 on: October 01, 2012, 12:23:06 pm »
0

Azz... se questi sono i primi commenti, è meglio che mi fermi qui  XD

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Offline Rev. Madhatter

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #5 on: October 01, 2012, 12:25:49 pm »
+1
Ma smettila,sono per incoraggiarti a continuare facendoti sapere che stiamo leggendo  :thsit:


sia io che krip apprezziamo il realismo della dp,ma non puoi aspettarti che partiamo con un pippone teorico, ci piace il racconto e credo che questo 3d sara' un buon contenitore di episodi di riferimento,anche per discussioni future  :)
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Offline The Spartan

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #6 on: October 01, 2012, 12:26:57 pm »
+1
Soprattutto perchè essendo vivo possiamo goderci le mazzate anche scriteriate...
Poi alla fine io o Gargo scriveremo "Please, don't try this at home".... XD
YOU WANT SOME?COME GET SOME!
www.spartan-academy.jimdo.com

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Offline Dottor Wolvie Killmister

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #7 on: October 01, 2012, 12:30:03 pm »
0

Ok, allora  ;) .... datemi il tempo di ricordare per bene e scrivere ancora meglio  :D

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Offline Ebony Girls Lover

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #8 on: October 01, 2012, 16:05:57 pm »
0
Seguo.
Su rriatu a San Francisco/nun sapendo come agiscu/cu nu vecchiu camburrista/m'aggiu misu a pazziar./Pazziando e pazziando/di curtellu e di bastone/per sfregiar stu carognone/che tradisce la società./Mo si presenta nu picciottellu/culla coppola de sgarru/esci fore maresciallo/ca la faccie taggiu sfregiar./Mo se presenta nu capuposto/culla coppola de sgarru/co nu bastoncinu a manu/cinque lire tu m'ai dar./Cinque lire ieu nun le tegnu/cinque lire nu tel le do/si picciottu de prtima uscita/nu ppartieni alla società./Società cunsegna é bona/di curtellu e di bastone/per sfre

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Offline Dottor Wolvie Killmister

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #9 on: October 01, 2012, 17:39:17 pm »
+4

UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE.

Pescara, Sabato sera, 2006, ore 00:00 (circa..)

Il mio collega è un grande. Non solo perché, io al basso e lui alla voce, suonavamo nello stesso gruppo thrash metal. Ma anche perché, guardandoci insieme, sembravamo rispettivamente Asterix e Obelix. Per via di questo fatto, quando dentro c’era un gruppo a suonare, lui stava lì per sorvegliare principalmente che nessuno si facesse male pogando o nessuno vomitasse sul pavimento, facilitato dalla sua command presence da lottatore della ECW[1], ovvero più di due metri per 130 e passa kili.
Quella sera, quindi, lui era dentro appoggiato alla colonna centrale di fronte al palchetto, e io stavo fuori, appoggiato alla porta, sorvegliando la folla davanti al locale, che stava in piedi in mezzo alla strada o appoggiata a/e seduta fra le auto parcheggiate a spina di pesce (o meglio a“cazzo di cane”), tutti a farsi gli affari propri. Sembrava tutto tranquillo.

Però questa cosa delle auto lì è sempre stata un problema.

Anche tralasciando i bicchieri di vetro e le bottiglie appoggiate su tettucci e cofani, che quando cadevano facevano “PPAFFT!” e se rotolavano facevano “Dllindllindliingdlingt”.

Infatti a volte capitava che qualcuno del condominio (e proprio in orario di esercizio...) dovesse entrare o uscire da quella stradina di neanche dieci metri di ampiezza, che in realtà era un vicolo cieco, solo che invece del muro aveva una scalinata[2] lunga venti metri che ne saliva per tre abbondanti in altezza, su fino all'altra strada più larga, come se ne vedono di solito nelle città di mare.

Il solo fare manovra fra la mandria di persone in quello spazio tanto esiguo avrebbe spazientito un santo, quindi bisognava anche improvvisarsi vigili urbani per evitare scleri indesiderati. Ma questo problema riguardava anche i clienti del locale che erano riusciti a parcheggiare lì davanti a inizio serata. Una volta, all'una di notte, ci volle del bello e del buono per convincere un condomino ad aprire il cortiletto condominiale e “liberare” l’auto di due ragazzi che l’avevano parcheggiata lì..

Quindi, una macchina parcheggiata in mezzo alla stradina, anche se una Punto, forse avrebbe dato fastidio. Così mi avvicino alla Punto che si era fermata in mezzo alla stradina, e aspetto che ne escano gli occupanti, quattro ragazzi fra il fighetto e il guappetto. 

-Ragà, mi fate un favore? Non parcheggiate qua, se qualcuno deve uscire, poi giustamente rompe le palle.
-Stai tranquillo, entriamo solo a vedere se c’è un nostro amico.
-Ok…

Guardo nell’auto, aperta con il finestrino abbassato. Nel cruscotto ci sono le chiavi, infilate. Dalle mie parti, se lasci le chiavi nel cruscotto in un posto pieno di gente, o sei un cazzone incosciente o sei uno fin troppo sicuro che non te la fregano..vabbè, prima se ne vanno e meglio è.

-Ma che cazzo, Daniele!

Mi girai e vidi in diretta questa testa di cazzo che beveva da ormai due ore e che già da una mezzora stava saltellando qua e là, urtare un gruppo di persone con i bicchieri in mano…forse era il suo compleanno, boh..vabbè, alla fine si era versata solo un po’ di birra..e per fortuna i tipi non si erano incazzati, lo conoscevano.

Lo conoscevo anch’io, era un cazzone simpatico e casinista, quei classici ragazzi che il sabato si strafacciano dopo una settimana di duro lavoro manuale.

Mi avvicino a gli dico (ripeto) fraternamente di darsi una calmata. Già c’era qualche sballone spiritoso che mi diceva di cacciarlo via..

-No compà stai tranquillo è tutto a posto ho solo bevuto ma non sto ubriaco forte stai tranquillo non faccio casini blablabla…
- Vabbè..

Tutta colpa dei cicchetti assassini che preparano qui. Poi me ne prendo uno anch'io, almeno stiamo ad armi pari.

Anche per calmarlo e non stargli addosso, mi faccio un giro in mezzo alla folla, saluto qualcuno e ci scambio qualche parola.

Sono passati due minuti, forse..e penso: dai ragà, togliete ‘sta macchina, non rompete il cazzo..e continuo la passeggiata. Ad un tratto sento un amico che mi chiama..

-Oh, vedi che Daniele ha sclerato per quella macchina là, ha detto che deve uscire e che la sposta lui!
-Che?!

Mi giro e lo vedo seduto nell’auto che armeggia con il cruscotto. Poi mi volto per istinto, e vedo i quattro che escono dal locale e lo guardano… per un istante gli ho davanti agli occhi mentre pestano quel cazzone.. poi schizzo verso la macchina, lo prendo per un braccio e lo tiro fuori dall’abitacolo, proprio nel momento in cui i ragazzi arrivavano..

Volano parolacce, minacce, quello stronzo non si rende conto che gli sto salvando l’ano e mi sbraita addosso, mentre i quattro si avvicinano “leggermente” incazzati.

-Ragà, è ubriaco, ci penso io, state tranquilli
-Stronzo, come ti permetti di entrare nella macchina mia?
-Tu sei uno stronzo che la parcheggi così!

Nonostante le palle girate e la voglia di lasciare lo stronzo al suo destino, mi frappongo fronteggiando i ragazzi con le mani alzate tenendoli a due metri e placcandolo con la schiena per tenerlo lontano da quelli lì.

Continua lo scambio di battute, in cui ognuno ripete più o meno la stessa cosa, quindi sento che la situazione è instabile. Quelli lì che stanno ancora fermi per miracolo, e quello lì che li provoca come se niente fosse..e anch’io inizio a scocciarmi.

-Hai rotto il cazzo Daniè!!

Gli do uno spallata-gomitata sul petto tanto per rompergli il fiato (meglio il fiato che un’altra cosa) e lo faccio anche sbattere con la schiena verso una serranda, poi per fortuna alcuni suoi amici un po’ più lucidi lo tengono lì fermo, ma la botta sembra averlo calmato un po’..

-Ragà, è ubriaco, se lo picchiate lo rovinate ancora di più. Ci penso io a ‘sto cazzone, state tranquilli. Fatemi ‘sto favore, su..

I ragazzi si guardano, mi guardano. Poi per fortuna..

-Vabbè, compà, per stavolta gli è andata bene. Poi, c’hai ragione, tu stai a fare il mestiere tuo, stai tranquillo. Ma se non ci stavi tu gli menavamo forte.
-Grazie, ragà.

Ancora dieci minuti dopo che quelli se ne sono andati..

-Oh, guarda che io a quelli li sotterravo, ti dovevi fare i cazzi tuoi!
-See, see…come no..

Dà un pugno alla serranda.

-Se sei un uomo, il pugno dallo al muro, non alla serranda che fa solo rumore. Comunque va bene, la prossima volta mi faccio i cazzi miei, hai ragione. gli chiedo solo di portarti da un’altra parte a spaccarti di mazzate, stai tranquillo.

La porta del locale si apre e resta aperta, il concerto sembra finito, la gente esce,qualcuno rientra,  il collega mi vede, sbuffa per il caldo che c'è dentro e mi fa segno di dargli il cambio. Prima di entrare e farmi un cicchetto[3], lo aggiorno sulla situazione.

Epilogo. (Casa mia, il giorno dopo, pomeriggio tardi).

-Comunque, grazie, ieri sera stavo proprio sfasciato, se non era per te quelli mi trinciavano bla bla bla…
-Ma vaffan…
 1. https://www.youtube.com/watch?v=pJxV7r4glcE&feature=related
 2. Sembrava la classica scalinata degli inseguimenti nei polizziotteschi anni 70.
 3. Peste Nera: 2/5 Jagermeister, 1/5 sciroppo di menta, 2/5 Assenzio verde
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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #10 on: October 01, 2012, 18:00:35 pm »
0
Anche tu sai come divertirti e Wolvie?  ;)

Quote
-Ragà, mi fate un favore? Non parcheggiate qua, se qualcuno deve uscire, poi giustamente rompe le palle.
-Stai tranquillo, entriamo solo a vedere se c’è un nostro amico.
-Ok…

Qui non so come avrei reagito io...  :=)
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Offline Dottor Wolvie Killmister

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #11 on: October 01, 2012, 18:11:28 pm »
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Che dirti  ;) ... a volte è anche una questione di sensazione. Mi avevano risposto educatamente, quindi qualche minuto di tolleranza ci stava. E infatti rimasero dentro solo per pochi minuti. Ovvio che se tardavano o dovevano spostarla li avrei raggiunti nel locale e gliel'avrei detto (e infatti è capitato altre volte, con altre persone).
 
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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #12 on: October 01, 2012, 18:25:48 pm »
0
Seguo!!!
Complimenti per le cronache ben scritte e "gustose" anche senza botte.

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Offline Dottor Wolvie Killmister

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #13 on: October 01, 2012, 18:47:19 pm »
+3

Grazie!  :)
Riguardo le botte, io di solito seguo dei principii  :=)

"Abile guerriero non è chi vince cento battaglie su cento, ma chi le vince senza combattere"
(Sun Tzu)

"La missione perfetta è quella in cui non si spara un colpo"
(Gruppo Intervento Speciale, Arma dei Carabinieri)

"Ma che mazzate e mazzate, non mi pagano abbastanza per fare pure a mazzate  :dis: .."
(Dottor Wolvie Killmister)

 
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Offline Gargoyle

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Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
« Reply #14 on: October 01, 2012, 18:55:57 pm »
+1
Dalle mie parti si ottiene di più con una parola gentile ed un calcio in culo che solo con una parola gentile!

Il Gargoyle

 XD
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.