Seconda lezione in data 20/10/2012.
Oggi siamo andati per la prima volta in quello che sarà il lugo di allenamento fino alla fine del corso (l’anno prossimo…. Chi sa?).
E’ un apalestra scolastica dell’istituto Leone Dehon di Monza, praticamente nel centro storico della città con monastero antico annesso (quando dovremo iniziare ad usare l’altra palestra per problematiche di riscaldamento passeremo per un chiosto del ‘400 se ho capito bene…).
In un parola: SPETTACOLO!
Mi presento un po’ nervoso perché ho l’occasione di fare, prima delle due ore di MMA, un ora di allenamento di Kali Dog Brothers style.
Questo perché un ragazzo di Venezia che ha intenzione di partecipare entro 6 mesi al suo primo gathering viene per allenarsi prima con il kali e poi, sempre in ottica gathering, nelle MMA.
Quindi mi è stato chiesto se mi interessava esserci.
E quindi eccomi qui.
Su questo aspetto però preferisco non scrivere primo perché sarei OT e secondo perché lo devo ancora digerire bene.
Inizio MMA con il riscaldamento: saltelli, affondi e affondi con passo per simulare il DL.
Poi cadute dietro e di lato, fortunatamente abbiamo a disposizione un bel tatami da judo, molto meglio del classico materiale di gomma ad incastro.
Lavoro sul collo (appoggio su testa e avanti e in dietro) prima con mani e ginocchia a terra, poi con mani e piedi, poi solo testa e piedi.
Il lavoro di queste settimane, l’ho fatto a casa in maniera abbastanza regolare, da i suoi frutti.
Passo in più, appoggio, spinta e capovolta ad arrivare al ponte inverso, poi sempre con testa per terra a riprendere la posizione di partenza.
Capriole e alla fine la verticale con appoggio dei talloni sul muro (le mie spalle ringraziano…).
Sempre come preparazione sercizia terra per sensibilità e migliorare la dimestichezza e l’uso del peso.
Gambero, ovvero la “fuga d’anca” che non fa mai male, poi girare sul compagno messo a tartaruga.
Il lavoro è il peso, far sentire al compagno che il mio peso lo inchioda a terra mentre giro.
Poi il compagno si mette a 4 zampe, gli giro comunque pesandogli sopra e cocchio al lavoro delle mani.
Mai a terra a “scaricare” peso ma su di lui, sulla testa, sui fianchi per dirigere il movimento e usarlo come una specie di “manico”.
Lavoro in piedi:
Shadow boxe e poi lavoro ai colpitori.
Colpi singoli: jab, cross, gancio e montante, 10 ogni colpo, poi cambio.
Combinazioni di questi colpi chiamati (1: solo jab, 2: jab+cross, 3: jab+cross+gancio, 4:jab+cross+montante+gancio, poi a fantasia di chi tiene i colpitori).
Piccola nota di autostima: il mio compagno (il ragazzo veneziano del Kali che ha avuto una esperienza precedente nel pugilato mi fa un timido complimento per come riesco a far sentire i colpi…. Lo so, è molto gentile ma mi fa piacere ugualmente).
Altre combinazioni che mi dovrò studiare a vuoto:
1) Jab sinistro, slip esterno sinistro (occhio a tirare su la spalla a copertura), montante sinistro, gancio sinistro e cross destro.
2) Jab sinistro, slip esterno sinistro con cross detsro incrociato, montante sn (idealmente al fegato), gancio sinistro e diretto destro.
Nota successiva: ho cercato di lavorare le combinazioni nel modo che mi avevano suggerito allo stage di boxe tenuto dal cognato di Ryujin ("uno che ne sa") cioè di lavorare sulle distanze.
Partire fuori distanza, entrare in distanza per colpire con la combinazione (e eventuale modifica delle distanze per i diversi colpi), riuscire appena finita in modo da non "staccare" mentalmente e migliorare la mia mobilità.
Ammetto che quando non ce la facevo più in due occasioni ho provato a piazzare un pensataque
.
Iniziamo la parte a terra.
Lavoriamo un po’ la full guard per poi studiare il triangolo.
1) Prendere le braccia all’altezza dei polsi e spostargliene una verso l’inguine per creare lo spazio.
2) Creato lo spazio la gamba sale sulla sua spalla,
con l’altro braccio tiro il suo braccio avanzato per farglielo incrociare.3) La tibia in alto il più perpendicolare possibile rispetto il suo collo, io non riesco a farlo se non spostandomi anche io perpendicolarmente a lui mantenendo la chiusura.
4) Chiudere la seconda gamba incavo del ginocchio su caviglia e chiudere, incrociare il suo braccio sotto il suo collo da origine allo strangolamento. Triangolo chiuso.
Ovviamente la cosa più importante è lavorare per chiudere tutti gli spazi, incrociargli il braccio non gli permette di crearsi lo spazio.
Mettiamo assieme una possibile risposta di chi il triangolo lo subisce.
Sostanzialmente evitare l’ultima chiusura e puntare il gomito del braccio che non è riuscito ad incrociarmi sulla pancia.
Non devo permettergli di chiudermi gli spazi.
Ipotizzando di non essere riusciti a puntargli il gomito lavoriamo cinturandogli con il braccio la coscia fino a portare la mia mano al mio costato.
Evito che il mio braccio mi sia messo sotto il collo e la conseguente strozzatura.
E’ una situazione di stallo, non è una posizione di difesa, poi si vede quello che succede, a volte riesco a d uscire, a volte riesco comunque a girarlo e montare.
Ultimo passaggio: dalla situazione precedente chi sta tentando il triangolo (che comunque da qua non si chiude più) lo apre leggermente, le gambe si raddrizzano e le mani si chiudono dietro l’incavo delle ginocchia e dietro al testa del compagno.
Le gambe si allungano, si tira su il bacino e si strizza con le gambe e si tira con le braccia.
Le caviglie si incrociano e si chiude il collo con le ginocchia.
Si chiude lo strangolamento.
Lavoro libero, ma collaborativo, basato su questo loop.
Sparring libero.
Con il primo compagno ci rotoliamo bene, nessuno prevale ma riusciamo a mantenere bene lo spirito dell’allenamento, studiamo le posizioni, giriamo e riusciamo in maniera fluida a passare in diverse posizioni.
Con il secondo al cosa è meno fluida e più “competitiva” da subito.
Riesco a passare sotto il suo braccio destro per andare a prendere la schiena, mi fermo per un attimo a dirmi “eh… vè che bravo il Fabri che è riuscito a passare sotto”, “dimentico” la testa in basso e prima di chiudere mi chiude in una mezza ghigliottina.
Andiamo avanti un po’ ma alla fine riesce a chiuderla.
Riprendiamo e dopo un po’ di giro riesco a piazzare un armbar.
Non sono soddisfatto perché avrei dovuto giocare di più sulle posizioni e sulla fluidità e mi sono fatto tirare dentro nel cercare la finalizzazione.